Nick si sarebbe occupato della discussione col pubblico che sarebbe seguita a ogni rappresentazione. Anna ebbe di colpo la visione meravigliosa di un teatro pieno di matrone pelose con Nick sul palco che rispondeva alle domande, muovendosi con le mani in tasca, o lasciandosi andare su una sedia.
— Che cosa succederà se il Weaving deciderà che gli umani non sono persone?
— È una grossa domanda — replicò Ettin Gwarha.
— Cosa accadrà a Nick e a lei?
Erano nell’ufficio del generale. L’arazzo era sparito, sostituito da un ologramma che mostrava un deserto giallo sotto un cielo verde e polveroso. In cielo c’erano due lune, pallide alla luce del sole. Una era in fase crescente. L’altra era a metà. Ettin Gwarha guardò l’ologramma, poi Anna, incontrando il suo sguardo. — Credo che riuscirò a salvargli la vita. Ma è una perversione fare del sesso con gli animali… anche se, naturalmente, non così grave come fare del sesso con donne o bambini; e non teniamo animali sul perimetro; e gli animali pericolosi non possono girare liberamente nelle zone abitate da persone.
Anna aveva la pelle d’oca.
— Posso vedere dalla sua espressione che trova spiacevole ciò che dico. È quello che accade quando si fanno domande, signora Perez. Si scoprono cose che sono spesso spiacevoli. Lasci agli uomini le attività degli uomini.
Altre donne andarono e venirono. Ma i gruppi erano meno numerosi, ora, e non comprendevano politici. Il Weaving aveva le informazioni di cui necessitava, disse Ettin Gwarha. Adesso sarebbero iniziate la discussione e le rappresentazioni di Shakespeare. Queste erano state tenute come ultima cosa per dare agli Art Corps il tempo di prepararsi.
Anna cominciò a sentirsi nervosa. Non le piaceva aspettare i risultati di un qualsiasi esame, e questo era un esame davvero grosso. L’intera specie poteva essere bocciata. Le serviva qualcosa per distrarsi. Tirò fuori gli appunti su Reed 1935-C. Se li era portati dietro negli ultimi due… no, quasi tre… anni, pensando di doversi mettere al lavoro. Dapprima era stata occupata con la Mi umana; poi, finito con loro, aveva avuto da fare a cercarsi un modo per mantenersi da vivere e per tornare nello spazio; e, infine, era stata occupata lì. E forse non aveva pensato che le sarebbe servito. La sua carriera era sembrata rovinata. Ma la situazione era cambiata. Sapeva già più cose sulle donne hwarhath che su qualsiasi altro essere umano, fatta forse eccezione per Nicholas Sanders, e se avesse fatto la stessa cosa per il pianeta originario hwarhath, sarebbe stata insuperabile. Nessuno studioso umano sarebbe stato in grado di reggere il confronto.
Ma doveva scrivere e pubblicare.
Prima, qualche articolo sugli pseudosifonofori, poi il vero malloppo: la cultura delle donne hwarhath.
Si mise al lavoro.
3
Un pomeriggio, Anna rientrò nelle sue stanze. Non appena la porta si aprì, avvertì l’aroma del caffè.
Nick era in soggiorno, con una tazza in mano che sollevò quando lei entrò. — Ciao, Anna. — Il suo viso era abbronzato e i lunghi capelli ricciuti erano diventati quasi tutti grigi. Grossi baffi gli coprivano il labbro superiore. Sorprendentemente scuri.
Anna provò una strana e incomprensibile gioia. — Perché ti sei fatto crescere i baffi? — disse.
— Era qualcosa da fare. Sentivo il bisogno di fare qualcosa. Che cosa vuoi? Caffè o vino?
— Vino. — Anna si sedette e sollevò i piedi. Era stata nella piscina delle donne a nuotare fino a quando non si era sentita troppo stanca per continuare.
Lui andò in cucina e tornò con un bicchiere. Lo diede ad Anna. Lei lo prese e bevve un sorso: un ottimo rosso.
Nick andò alla parete di fronte al divano e vi si appoggiò, toccandosi i baffi con un dito. — A Gwarha non piacciono. Ma penso che non possa lamentarsi di una piccola porzione di pelo extra.
— Sei tornato per sempre o si tratta di una visita?
— Ogni incarico che Gwarha riceve è temporaneo. Perciò non c’è nulla di definitivo sulla mia permanenza qui. Ma non devo tornare sul pianeta natio, e non devo preoccuparmi di finire in uno zoo. — Nick la guardò, sorridendo. — Il Weaving ha preso una decisione. Siamo persone.
Anna fece un sospiro e sentì la tensione allentarsi. — Questa è una eccellente notizia.
Lui annuì. — È una decisione interessante. Gli umani sono persone, ma non lo stesso genere di persone al quale appartengono i hwarhath. Noi abbiamo il nostro sistema morale, che è… dice il Weaving… quasi impossibile per loro da capire. Non possiamo essere giudicati secondo gli standard applicati dal Popolo. Il Weaving ha consigliato ai frontisti di cercare la pace, dal momento che sarebbe difficile combattere una guerra con l’umanità.
"Ma non hanno eliminato la violenza come opzione. Hanno chiesto ai loro filosofi e ai teologi di considerare i vari problemi morali e religiosi che risulterebbero da una guerra con l’umanità e di trovare delle soluzioni. Sistemi morali per combatterci. Al Popolo piace essere preparato per ogni evenienza, e il Weaving pensa che sia un problema che si ripresenterà. Se esistono gli umani, chi può dire che tra le stelle non ci siano altre spaventose sorprese ad attendere il Popolo? Forse i prossimi alieni saranno anche più disgustosi. Il Popolo deve trovare nuovi modi di pensare alla moralità e alla guerra."
— Questo che cosa significa per i Lugala?
Lui rise. — Hanno perso male. Del grande prestigio che avevano è rimasto ben poco, al momento. Lugala Minti non avrebbe dovuto assumere una linea tanto dura. Ha cercato di presentare gli umani come esseri che vivevano in posti umidi sotto le rocce. Ha finito col fare la figura della sciocca e della bigotta. Mi riempio la tazza.
Andò con la tazza in cucina e la riportò piena e fumante. Si sedette su una sedia e allungò i piedi sullo stesso tavolo sul quale li aveva allungati Anna.
— Sono stanco. Sono rientrato questa mattina. — Bevve un sorso, poi depose la tazza. — E non è stato un anno facile. Non so se hai mai sognato di essere importante quando eri bambina. Sai, di salvare l’universo, la specie umana. — Sorrise. — Un sogno stupido. Pensavo di aver superato quello stadio, ma le donne continuavano a fare domande e io continuavo a pensare: "Che cosa succede se do la risposta sbagliata?".
— L’Uomo-che-non-ama-rispondere-alle-domande — disse Anna.
Nick rise. — C’è il verso di una poesia scritta da uno che non ricordo. "Gli altri sopportano le nostre domande, tu sei libero." Be’, non riguarda me. Mi sentivo come se avessi trascorso l’anno intero ad aspettare che la prossima persona ti facesse la prossima domanda: e non avevo la risposta pronta e onesta e gentile. Niente bugie. Niente trucchi. Niente silenzio. Non so perché fosse così difficile, ma lo era.
— Gwarha mi ha raccontato qualcosa su quello che è accaduto qui. Non mi dispiacerebbe saperne di più…
Anna gli raccontò delle donne hwarhath, soprattutto delle due traduttrici, visto che le conosceva meglio di chiunque altra. El Leshali era interessante ma troppo seria e ambiziosa. A lei piaceva molto Tsai Ama Indil.
Nick sorrise. — Ho sentito delle voci in proposito.
— Che cosa vuoi dire?
— I hwarhath sanno che è possibile che tra la loro gente e gli umani nasca un legame romantico, e amano fare pettegolezzi.
— Indil mi piace. La considero un’amica, ma non c’è niente del genere.
Forse Anna parlò con troppa enfasi. Lui le lanciò una strana occhiata, ma non disse nulla.
Anna si affrettò a parlare d’altro: della nuova commedia di Eh Matsehar.
— È assolutamente incredibile — disse Nick. — Non abbiamo avuto il tempo di metterla tutta in scena per il Weaving, perciò abbiamo dato una lettura, che per quest’opera rappresenta un problema serio. Ha bisogno di musica e di danza. Ma anche così, è stato un successo. Lui mi ha mostrato la sua traduzione, quella che ha fatto per te. Niente male, anche se io saprei fare di meglio. Continua. Raccontami ancora.