«Ho visto il programma.»
«Ti rendi conto che è stato acquistato da settantacinque diversi network via cavo? Ti rendi conto dell’effetto che la notizia della mia morte potrebbe avere sulla chiesa di mia figlia?» S’interruppe, riflettendo, poi riprese a parlare in maniera concitata come prima. «Sai, credo di non aver mai avuto un’aspirazione religiosa, una meta spirituale, per così dire, che non fosse impregnata di qualcosa di materialistico e intrigante. Capisci cosa intendo?»
«Certo.»
«Ma con Dora è diverso. Le cose materiali non le interessano davvero. Le reliquie, le icone: che significato hanno per lei? Benché le probabilità psicologiche e intellettuali siano nettamente in suo sfavore, Dora crede nell’esistenza di Dio.» Si bloccò di nuovo, scuotendo il capo con aria di rimpianto. «Quello che mi hai detto poco fa è vero. Sono un delinquente. Persino nei confronti del mio amato Wynken avevo un secondo fine, quel che si dice un intento non dichiarato. Ma Dora non è così.»
Ripensai al commento che lui aveva fatto nel bar, «ho venduto l’anima per posti come questo». Avevo capito allora di cosa stesse parlando e lo capivo tuttora.
«Lasciami riprendere il racconto. Rinunciai ben presto, come ti ho detto, all’idea di una religione laica. Quando Dora cominciò a fare sul serio, io da anni ormai non pensavo a quelle ambizioni. Avevo Dora. E avevo Wynken, la mia ossessione. Rintracciai altri suoi libri e, tramite i miei numerosi contatti, riuscii ad acquistare cinque diverse lettere dell’epoca che menzionavano Wynken de Wilde, Blanche de Wilde e anche suo marito Damien. Disponevo di ricercatori che scavavano in Europa e in America per conto mio. Misticismo della Renania, ecco di che cosa si occupavano. I miei ricercatori trovarono una versione condensata della storia di Wynken in un paio di testi tedeschi. Si accennava a donne che praticavano i riti di Diana, la stregoneria; Wynken, trascinato fuori del monastero e accusato pubblicamente. Ma il verbale del processo era andato perduto, non era sopravvissuto alla seconda guerra mondiale. Altrove però c’erano altri documenti, fasci di lettere. Una volta in possesso della parola chiave, Wynken — una volta che sapevi cosa cercare —, eri sulla buona strada. Quando avevo un’ora di tempo, mi sedevo a osservare le minuscole figure nude di Wynken e memorizzavo le sue poesie d’amore. Conoscevo i suoi componimenti tanto da poterli cantare. Quando passavo il weekend con Dora — c’incontravamo da qualche parte non appena possibile —, glieli recitavo e magari le mostravo la mia ultima scoperta. Lei tollerava la mia Visione, tipica dell’hippy scoppiato, del libero amore e del misticismo’,come la definiva.
«‘Ti voglio bene, Roge’,diceva. ‘Ma sei così romantico da ritenere quel pessimo prete una specie di santo. Tutto ciò che faceva era andare a letto con quelle donne, vero? E i libri rappresentavano un espediente per comunicare con le altre... fissando gli orari degli incontri.’
«‘Ah, ma, Dora, non c’è una sola parola malvagia o sgradevole nell’opera di Wynken de Wilde’,ribattevo. ‘Controlla tu stessa.’ Ormai possedevo sei libri. Parlavano esclusivamente d’amore. Il mio attuale traduttore, un professore della Columbia, si era meravigliato del misticismo della poesia, di come fosse un miscuglio di amore per Dio e amore per la carne. Dora non la beveva. Ed era già ossessionata dalle proprie questioni religiose. Stava leggendo Paul Tillich, William James, Erasmo e un sacco di libri sulla condizione del mondo odierno. Ecco l’ossessione di Dora, la condizione del mondo odierno.»
«Non proverà nessun interesse per quei libri di Wynken, se glieli consegno.»
«No, non toccherà nessun pezzo della mia collezione, non adesso, almeno!» proruppe lui.
«Eppure vuoi che io protegga tutte queste cose», replicai.
«Due anni fa, bastò un paio di articoli di giornale. Nessun esplicito legame con lei, capisci, ma ai suoi occhi la mia copertura saltò irrimediabilmente. Nutriva già dei sospetti e mi spiegò che era stato inevitabile per lei scoprire che il mio denaro non era pulito», rivelò con un sospiro. Scosse il capo. «Non pulito», ripetè. «L’ultima cosa che mi permise di fare fu comprarle il convento. Un milione di dollari per acquistare l’edificio e un altro milione per liberarlo da tutte le profanazioni moderne e riportarlo alle condizioni in cui era quando vi abitavano le suore, nel penultimo decennio dell’Ottocento, con cappella, refettorio, celle e ampi corridoi... Ma persino quello accettò con riluttanza. Quanto alle opere d’arte, scordatelo. Potrebbe benissimo non accettare mai da me il denaro che le serve per educare i suoi seguaci, il suo ordine o come diavolo lo chiama un televangelista. Il collegamento della televisione via cavo non è niente in confronto a ciò che avrei potuto farne, trasformando quel convento in una base operativa. E la mia collezione, le statue, le icone... Cerca d’immaginarlo. ‘Potrei renderti famosa come Billy Graham o Jerry Falwell, tesoro’,le dissi. ‘Non puoi voltare le spalle al mio denaro, non foss’altro che per il bene di Gesù.’» Scosse il capo, disperato. «Negli ultimi tempi accettava d’incontrarmi solo per pietà, cosa che la mia bellissima figlia possiede in quantità illimitata. A volte accettava un regalino. Stasera lo ha rifiutato. Una volta, quando il programma per poco non colò a picco, prese solo la somma sufficiente per fargli superare la crisi. Ma i miei santi e angeli non vuole toccarli; i miei libri, i miei tesori, non vuole guardarli. Naturalmente, sappiamo entrambi quanto sia minacciata la sua reputazione. Tu sei stato d’aiuto, eliminandomi, ma ben presto si diffonderà la notizia della mia scomparsa, è inevitabile. ‘Televangelista finanziata da re della cocaina.’ Quanto può durare il segreto del suo legame con me? È un segreto che deve sopravvivere alla mia morte, così come Dora deve sopravvivere alla mia morte. A ogni costo! Lestat, ascolta le mie parole.»
«Ti sto ascoltando, Roger, sto ascoltando ogni tua singola parola. Ancora non hanno scoperto l’esistenza di tua figlia, posso assicurartelo.»
«I miei nemici sono spietati. E il governo... chi può sapere cosa diavolo sia o cosa diavolo faccia il governo?»
«Dora teme questo scandalo?»
«No. Può essere distrutta dal dolore, ma spaventata dal potenziale scandalo, mai. È pronta ad accettare il destino. Il suo desiderio era che io rinunciassi a tutto! Proprio questo era diventato il suo metodo d’attacco preferito. Non le importava che il mondo potesse scoprire che eravamo padre e figlia. Voleva che io rinunciassi a tutto. Aveva paura per me, così come l’avrebbe la figlia o la moglie di un gangster.
«‘Lasciami almeno costruire la chiesa. Prendi il denaro’,continuavo a chiederle, supplicandola. Lo spettacolo televisivo ha rivelato la sua forza di carattere. Ma niente di più... è tutto in rovina intorno a lei. Ha un piccolo programma di un’ora tre volte la settimana. Deve salire da sola la scala verso il paradiso. Io sono tagliato fuori. Confida nel fatto che il suo pubblico riesca a raccogliere i milioni di dollari che le servono. E le mistiche che cita! L’hai sentita leggere stralci dai loro scritti: Ildegarda di Bingen, Giuliana di Norwich, Teresa d’Avila. Hai letto le opere di qualcuna di queste donne?»
«Tutte, di ciascuna di loro», risposi.
«Le donne intelligenti, desiderose di ascoltare donne intelligenti, la ascoltano con attenzione. Ma ormai sta cominciando ad attirare chiunque. Non puoi sfondare in questo mondo se ti rivolgi solo a uno dei due sessi. È impossibile. Lo so persino io, lo sa il mercante che c’è dentro di me, e il genio di Wall Street — perché sono anche questo — non ha dubbi. Lei attira chiunque. Oh, se solo potessi tornare indietro di due anni, se solo fossi riuscito a lanciare la chiesa prima che Dora scoprisse...»