Выбрать главу

«‘Per una volta mi ascolterai!’ ribattè, sorridendo. ‘Smettila di parlare di cibo e bevande. Chi è umano, qui? Io! Tu, avversa­rio impossibile, Diavolo polemico! Per il momento, taci e ascol­ta. Mi sono fatto carne. Almeno abbi pietà e lasciami dire ciò che devo dire.’ Rise guardandomi, il volto colmo di gentilezza ed em­patia. ‘Ecco, incarnati anche tu, con me’,aggiunse. ‘Sii mio fra­tello e siediti accanto a me, Figlio di Dio con Figlio di Dio, e par­liamo.’

«Obbedii subito, creando con facilità un corpo identico a quello che vedi ora, perché mi era naturale come il pensare, e, mentre mi rivestivo di una tunica simile, mi resi conto di essere seduto su quel masso laggiù, al fianco di Dio. Ero più imponente di Lui, non avevo pensato a ridurre le dimensioni delle mie membra, perciò mi ci dedicai finché non fummo due uomini di proporzioni più o meno uguali. Io ero totalmente angelico nella mia forma, quindi non affamato né assetato né stanco.

«‘Da quanto tempo ti trovi in questo deserto?’ chiesi. ‘La gente di Gerusalemme dice da quasi quaranta giorni.’

«Lui annuì. ‘È quasi il numero giusto. E ormai è tempo che Io dia inizio alla mia missione, che durerà tre anni. Insegnerò le grandi lezioni che è necessario imparare per essere ammessi in paradiso: la consapevolezza della creazione, la comprensione del suo deliberato sviluppo; una conoscenza della sua bellezza e del­le sue leggi che renda possibile l’accettazione della sofferenza, dell’apparente ingiustizia e di ogni forma di dolore; prometterò una gloria finale a quanti riescono ad approdare alla compren­sione, a quanti riescono a dedicare la loro anima alla compren­sione di Dio e di ciò che ha fatto. La concederò a uomini e don­ne, il che è precisamente, credo, quello che tu volevi che Io fa­cessi.’

«Non osai fiatare.

«‘Amore, Memnoch, ho imparato ad amarli come mi avevi preannunciato. Ho imparato ad amare e a voler bene come fan­no uomini e donne, e ho giaciuto con donne e conosciuto quel­l’estasi, quella scintilla di esultanza di cui hai parlato in maniera così eloquente quando non riuscivo a immaginare di poter desi­derare una cosa tanto infima. Parlerò più dell’amore che di ogni altro argomento. Dirò cose che gli uomini e le donne potranno forse travisare e interpretare male. Tuttavia, amore, sarà quello il messaggio. Tu mi hai convinto e Io mi sono convinto che sia ciò che eleva l’umano al di sopra dell’animale, benché l’animale sia ciò che è l’umanità.’

«‘Hai intenzione di lasciare loro specifiche istruzioni su come amare? Su come fermare le guerre e allearsi in una forma di ve­nerazione...’

«‘No, niente affatto. Sarebbe un intervento assurdo e distrug­gerebbe il magnifico schema che ho messo in moto. Blocchereb­be le dinamiche dello sviluppo dell’universo. Memnoch, per me gli esseri umani sono ancora parte della natura, come ho già det­to, solo che gli umani sono meglio degli animali. È una questione di gradazioni. Sì, gli umani inveiscono contro la sofferenza e ne sono consapevoli quando soffrono, ma, in un certo senso, si comportano proprio come gli animali meno evoluti, perché la sofferenza li migliora e li conduce verso il progresso evolutivo. Sono abbastanza pronti d’ingegno per capirne il valore, mentre gli animali imparano semplicemente a evitare d’istinto la soffe­renza. Ma fanno comunque parte della natura. Il mondo si svi­lupperà come ha sempre fatto, pieno di sorprese. Alcune di que­ste sorprese saranno orribili, altre stupefacenti, altre ancora splendide. Ma quel che è certo è che il mondo continuerà a cre­scere e la creazione a sbocciare.’

«‘Sì, Signore, ma la sofferenza è sicuramente un male.’

«‘Cosa ti ho insegnato, Memnoch, la prima volta che sei ve­nuto da me dicendo che il decadimento era sbagliato, che la morte era sbagliata? Non riesci a vedere la magnificenza nella sofferenza umana?’

«‘No’,replicai. ‘Vedo la rovina della speranza, dell’amore e della famiglia; la distruzione della serenità mentale; vedo un do­lore intollerabile; vedo l’uomo piegarsi sotto questo fardello e piombare nell’amarezza e nell’odio.’

«‘Non hai guardato abbastanza a fondo, Memnoch. Sei solo un angelo. Ti rifiuti di capire la natura, e questo è stato il tuo at­teggiamento fin dall’inizio. Porterò la mia luce nella natura, attraverso la carne, per tre anni. Insegnerò le cose più sagge che posso conoscere e dire con questo corpo di carne e sangue e con questo cervello; e poi morirò.’

«‘Morirai? Perché? Cosa intendi per “morire"? La tua anima lascerà...’ Mi bloccai, incerto.

«Lui sorrise.

«‘Hai un’anima, vero, Signore? Voglio dire che sei il mio Dio all’interno di questo Figlio dell’Uomo, e la luce riempie ogni tua particella, ma Tu... Tu non hai un’anima, vero? Non hai un’ani­ma umana!’

«‘Memnoch, queste distinzioni non hanno nessuna impor­tanza. Io sono Dio Incarnato. Come potrei avere un’anima uma­na? L’importante è che resterò in questo corpo mentre viene tor­turato e ucciso; e la mia morte sarà la prova del mio amore per coloro che ho creato e ho lasciato soffrire così tanto. Condivi­derò e conoscerò il loro dolore.’

«‘Ti prego, Signore, perdonami, ma ho l’impressione che ci sia qualcosa di sbagliato in tutta quest’idea.’

«Lui parve divertito. Nei suoi occhi scuri brillava una risata comprensiva e silenziosa. ‘Sbagliato? Cosa c’è di sbagliato, Memnoch, nel fatto che assumerò la forma del Dio Morente del bosco che gli uomini e le donne immaginano, sognano e cantano da tempo immemorabile, un dio morente che simboleggia il ciclo della natura in cui tutto ciò che nasce deve poi morire? Mo­rirò e risorgerò, così come quel dio è risorto in ogni mito dell’e­terno ritorno della primavera dopo l’inverno, nelle nazioni del mondo intero. Sarò il dio distrutto e il dio assurto al cielo, solo che in questo caso succederà davvero, a Gerusalemme, non in una cerimonia o con sostituti umani. Il Figlio di Dio in persona trasformerà i miti in realtà. Ho scelto di santificare quelle leggen­de con la mia morte reale. Sorgerò dalla tomba. La mia resurre­zione confermerà l’eterno ritorno della primavera dopo l’inver­no. Confermerà che nella natura tutte le cose che si sono evolute hanno un loro posto. Ma, Memnoch, sarà per la mia morte che verrò ricordato. La mia morte. Sarà terribile. Non mi ricorderan­no per la mia resurrezione, puoi starne certo, perché quello è un evento che molti non vedranno o cui non crederanno mai. Inve­ce la mia morte, la mia morte, si trasformerà, in tutto il suo splen­dore, in una conferma della mitologia, sottolineata da tutti i miti che l’hanno preceduta, e sarà un sacrificio fatto da Dio per cono­scere il suo Creato. Proprio quello che tu mi hai esortato a fare.’

«‘No, no, Signore, aspetta, c’è qualcosa di sbagliato!’

«‘Dimentichi sempre chi sei e con chi stai parlando’,sottoli­neò gentilmente Lui, il misto di umano e divino che continuava a ossessionarmi mentre lo guardavo, ammaliato dalla sua bellezza e sbalordito dalla sua divinità, e sempre più sopraffatto dalla mia incrollabile certezza che tutto ciò fosse sbagliato. ‘Memnoch, ti ho appena detto quello che nessuno, a parte me, sa’,dichiarò. ‘Non parlarmi come se Io potessi avere torto. Non sprecare que­sti istanti col Figlio di Dio! Non puoi imparare da me nella carne così come hai imparato dagli umani nella carne? Non ho niente da insegnarti, mio amato arcangelo? Perché stai seduto qui a in­terrogarmi? Quale può mai essere il significato della tua parola, sbagliato?’

«‘Non lo so, Signore, non so cosa rispondere. Non riesco a trovare le parole necessarie. So solo che non funzionerà. Prima di tutto, chi compirà queste torture e questa uccisione?’

«‘Gli abitanti di Gerusalemme’,rispose. ‘Riuscirò a offendere tutti, gli ebrei tradizionalisti, i Romani insensibili... Tutti trove­ranno offensivo l’accecante messaggio del puro amore e di ciò che l’amore pretende dagli umani. Mostrerò disprezzo per gli usi e i costumi degli altri, per i loro rituali e le loro leggi. E cadrò pri­gioniero dei meccanismi della loro giustizia. Sarò condannato per tradimento perché parlo della mia natura divina, perché so­stengo di essere il Figlio di Dio, Dio Incarnato... e a causa del mio stesso messaggio verrò torturato in modo così elaborato da non poter essere mai dimenticato; e lo stesso dicasi della mia morte per crocifissione.’