Starà bene, pensò Lan guardando il campo di battaglia. Ora la Progenie dell’Ombra stava indietreggiando. Era quasi il crepuscolo.
Il principe Kaisel si accostò a Lan al piccolo galoppo. «Quella bandiera saldaeana riporta la striscia rossa della Regina» disse. «Sta cavalcando di nuovo con loro, Lan.»
«È la loro Regina. Può fare come vuole.»
«Dovresti parlarle» disse Kaisel scuotendo il capo. «Non è giusto, Lan. Anche altre donne dell’esercito saldaeano stanno cominciando a cavalcare con loro.»
«Ho visto donne saldaeane duellare» disse Lan, ancora osservando il campo di battaglia. «Se dovessi scommettere in una competizione tra una di loro e un uomo di un qualunque esercito del sud, punterei senza dubbio sulla Saldaeana.»
«Ma…»
«Questa guerra è o tutto o nulla. Se potessi radunare ogni donna nelle Marche di Confine e metterle una spada in mano, lo farei. Per ora, mi accontenterò di non fare qualcosa di stupido, come impedire a dei soldati addestrati e pieni di passione di combattere. Ma se tu decidessi di non esercitare quella prudenza, sei libero di dire loro ciò che pensi. Prometto di darti una degna sepoltura quando mi lasceranno togliere la tua testa dall’asta.»
«Io… Sì, Lord Mandragoran» disse Kaisel.
Lan tirò fuori il suo cannocchiale e ispezionò il campo.
«Lord Mandragoran?» disse Kaisel. «Pensi davvero che questo piano funzionerà?»
«Ci sono troppi Trolloc» disse Lan. «Sono anni che i condottieri degli eserciti del Tenebroso li fanno riprodurre, facendoli crescere come erbacce. I Trolloc mangiano molto: ciascuno richiede più cibo di un uomo per andare avanti.
«Per ora, devono aver mangiato tutto quello che poteva sostenerli dalla Macchia. L’Ombra ha speso ogni boccone di cibo che poteva per creare questo esercito, contando sul fatto che i Trolloc fossero in grado di mangiare i cadaveri dei caduti.»
Come previsto, ora che la battaglia si era interrotta, i Trolloc sciamarono per il campo nella loro ricerca raccapricciante. Preferivano la carne umana, ma avrebbero mangiato i loro stessi caduti. Lan aveva passato quattro giorni a scappare davanti al loro esercito, impedendogli di banchettare con qualunque cadavere.
C’erano riusciti solo perché Fal Dara, Fal Mora e altre città nella parte occidentale di Shienar erano state date alle fiamme. I Trolloc erano stati rallentati dal frugare in quelle città in cerca di cibo, permettendo all’esercito di Lan di mettere le gambe in spalla e organizzare la propria ritirata.
Gli Shieranesi non avevano lasciato niente di commestibile in nessuna delle città vicine. Quattro giorni senza cibo. I Trolloc non usavano linee di rifornimento: mangiavano quello in cui si imbattevano. Dovevano star morendo di fame. Lan li studiò con il suo cannocchiale. Molti non attesero i pentoloni. Erano molto più animaleschi che umani.
Sono molto più Ombra che una di quelle due cose, pensò Lan, abbassando il suo cannocchiale. Il suo piano era macabro, ma se la Luce l’avesse voluto sarebbe stato efficace. I suoi uomini avrebbero combattuto e ci sarebbero state vittime. Quelle vittime sarebbero diventate l’esca per la vera battaglia.
«Ora» sussurrò Lan.
Anche Lord Agelmar lo vide. I corni suonarono e una striscia di luce gialla si levò in aria. Lan fece voltare Mandarb e il cavallo sbuffò a quel comando. Era stanco, ma anche Lan. Entrambi potevano sopportare un’altra battaglia. Dovevano.
«Tai’shar Malkier!» tuonò Lan, abbassando la spada e guidando la sua armata di nuovo sul campo. Tutti e cinque gli eserciti delle Marche di Confine conversero sull’orda di Progenie dell’Ombra spezzata. I Trolloc avevano rotto completamente le linee per contendersi i cadaveri.
Mentre Lan avanzava con fragore verso di essi, udì i Myrddraal urlare, cercando di riportare all’ordine i Trolloc. Era troppo tardi. Molte di quelle bestie affamate non alzarono lo sguardo finché gli eserciti non furono quasi su di loro.
Questa volta, quando le forze di Lan colpirono, l’effetto fu molto diverso da prima. Prima il loro attacco era stato rallentato dai ranghi serrati dei Trolloc, ed erano riusciti a penetrare solo di una dozzina di passi prima di essere costretti a mettere mano a spade e asce. Stavolta i Trolloc erano sparpagliati. Lan fece segno agli Shienaresi di colpire per primi: la loro linea era così compatta che difficilmente si poteva trovare un’apertura di più di due passi tra i cavalli.
Quello non lasciò spazio ai Trolloc per scappare o schivare. I cavalieri li travolsero in un rombo di zoccoli e bardature sferraglianti, infilzando i Trolloc sulle loro lance, tirando con archi, menando fendenti in giro con spade a due mani. Negli Shienaresi pareva esserci una brutalità particolare mentre attaccavano, indossando i loro elmi aperti davanti e le armature formate da piastre piatte.
Lan fece seguire la sua cavalleria malkieri, giungendo perpendicolarmente dietro gli Shienaresi per uccidere qualunque Trolloc fosse sopravvissuto al massacro iniziale. Una volta passati, gli Shienaresi svoltarono sulla destra per radunarsi per un altro passaggio, ma gli Arafelliani attaccarono dietro di loro, uccidendo altra Progenie dell’Ombra che stava cercando di mettersi in formazione. Dopo di loro arrivò un’ondata di Saldaeani, perpendicolare come i Malkieri, quindi i Kandori che spazzavano dall’altra direzione.
Sudando — il braccio della spada stanco — Lan si preparò di nuovo. Solo allora si rese conto che era il principe Kaisel in persona a portare lo stendardo di Malkier. Il ragazzo era giovane, ma il suo cuore era giusto. Anche se era piuttosto stupido riguardo alle donne.
Luce, lo siamo tutti, in un modo o nell’altro, pensò Lan. Le emozioni distanti di Nynaeve attraverso il legame lo confortarono. Non poteva percepire molto da così lontano, ma pareva determinata.
Mentre Lan iniziava la sua seconda spazzata, la terra cominciò a esplodere sotto i suoi uomini. I Signori del Terrore finalmente si erano resi conto di cosa stava succedendo e si erano nuovamente fatti strada fino al fronte. Lan indirizzò Mandarb attorno a un cratere che eruttò nel terreno proprio davanti a lui, con il suolo che gli sprizzava sul petto. La comparsa dei Signori del Terrore era il suo segnale per interrompere gli attacchi: quello che voleva fare era caricare, colpire duro e poi disimpegnare. Per affrontare i Signori del Terrore avrebbe dovuto impegnare tutti i suoi incanalatori, qualcosa che non voleva fare.
«Sangue e maledette ceneri!» imprecò Deepe mentre Lan girava attorno a un’altra esplosione. «Lord Mandragoran!»
Lan guardò indietro. Deepe stava facendo rallentare il suo cavallo.
«Continua a muoverti» gli disse Lan, fermando Mandarb. Fece cenno alle sue forze di continuare a cavalcare, anche se il principe Kaisel e la scorta sul campo di Lan si arrestarono con lui.
«Oh, Luce» disse Deepe, concentrandosi.
Lan esaminò la scena. Attorno a loro giacevano Trolloc morti o morenti, che ululavano oppure piagnucolavano semplicemente. Alla sua sinistra, la massa di Progenie dell’Ombra si stava tardivamente mettendo in formazione. Presto avrebbero opposto un fronte unificato, e se Lan e gli altri non si fossero mossi, si sarebbero trovati da soli sul campo.
Deepe aveva gli occhi su una figura in piedi su quella che pareva una grossa macchina d’assedio; aveva il fondo piatto ed era alta forse venti piedi. Un gruppo di Trolloc la stava spingendo avanti, procedendo su grandi ruote di legno.
Sì, c’era una figura lassù. Ce n’erano diverse. Palle di fuoco iniziarono a piovere verso gli uomini delle Marche di Confine e dal cielo balenarono fulmini. Lan all’improvviso si sentì come un bersaglio in un campo d’addestramento per il tiro con l’arco.
«Deepe!»
«È il M’Hael!» spiegò Deepe.
Nel corso dell’ultima settimana circa, Taim non era stato con l’esercito nemico… ma ora, a quanto pareva, era tornato. Era impossibile distinguerlo per certo a causa della distanza ma, dal modo in cui quell’uomo scagliava flussi in rapida successione, sembrava adirato per qualcosa.