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MC

«Questo è dannatamente subdolo» mormorò Elayne. «Sangue e dannate ceneri, lo è davvero.»

«Un linguaggio che certo non si addice a una sovrana» disse Galad, piegando il messaggio e mettendolo nella tasca del mantello. Esitò, poi si mise il medaglione attorno al collo. «Mi domando se sappia cosa sta facendo consegnando a uno dei Figli un artefatto che lo rende immune al tocco delle Aes Sedai. Gli ordini sono sensati. Mi assicurerò che vengano eseguiti.»

«Puoi farlo, allora?» chiese Elayne. «Uccidere delle donne?»

«Forse una volta avrei esitato,» disse Galad «ma sarebbe stata la scelta sbagliata. Le donne sono pienamente capaci di essere malvagie quanto gli uomini. Perché dovrei esitare a uccidere le une ma non gli altri? La Luce non giudica basandosi sul sesso, bensì sui meriti del cuore.»

«Interessante.»

«Cos’è interessante?» chiese Galad.

«Hai effettivamente detto qualcosa che non mi fa venire voglia di strangolarti. Forse c’è speranza per te, prima o poi, Galad Damodred.»

Lui si accigliò. «Questo non è né il momento né il luogo per l’umorismo, Elayne. Dovresti andare da Gareth Bryne. Sembra agitato.»

Lei si voltò, sorpresa di trovare l’attempato generale che parlava con le sue guardie. «Generale?» lo chiamò.

Bryne alzò lo sguardo, poi si inchinò formalmente dalla sella.

«La mia scorta ti ha fermato?» chiese Elayne mentre si avvicinava. Si era sparsa la notizia della sua coercizione?

«No, Maestà» disse lui. Il suo cavallo schiumava. Lo aveva cavalcato fino a spossarlo. «Non volevo disturbarti personalmente.»

«Qualcosa ti turba» disse Elayne. «Parla.»

«Tuo fratello è venuto da questa parte?»

«Gawyn?» chiese lei, guardando verso Galad. «Non l’ho visto.»

«Nemmeno io» disse Galad.

«L’Amyrlin era certa che sarebbe stato con le tue truppe…» disse Bryne, scuotendo il capo. «È andato a combattere in prima linea. Forse è venuto travestito.»

Perché mai… Era Gawyn. Avrebbe voluto combattere. Eppure insinuarsi fino alla prima linea con un travestimento non pareva da lui. Poteva radunare alcuni uomini a lui fedeli e guidare alcune cariche. Ma intrufolarsi? Gawyn? Era difficile da immaginare.

«Spargerò la voce» disse Elayne mentre Galad le rivolgeva un inchino, e poi si allontanava per la sua missione. «Forse uno dei miei comandanti l’ha visto.»

Ah… pensò Mat, la faccia così vicina alle mappe da essere quasi sullo stesso piano. Poi agitò una mano da un lato, facendo aprire un passaggio a Mika la damane. Mat avrebbe potuto Viaggiare sulla cima del Bozzo di Dashar per avere una visione globale. Però l’ultima volta che lo aveva fatto gli incanalatori nemici lo avevano preso di mira, tagliando via parte della sommità; e, nonostante fosse così in alto, il Bozzo di Dashar non gli permetteva di vedere tutto ciò che accadeva sotto sul lato occidentale delle Alture Polov. Vi si diresse, mettendo le mani sul bordo del passaggio sul tavolo, ispezionando il paesaggio sottostante.

Il fronte di Elayne al fiume stava venendo respinto. Avevano fatto arrivare degli arcieri sul fianco destro. Bene. Sangue e dannate ceneri… Quei Trolloc avevano dietro di sé quasi lo stesso peso di una carica di cavalleria. Avrebbe dovuto dire a Elayne di schierare la sua cavalleria dietro le picche.

Come quando ho combattuto Sana Ashraf alle Cascate di Pena, pensò. Cavalleria pesante, arcieri a cavallo, cavalleria pesante, arcieri a cavallo. Uno dopo l’altro. Taer’ain dhai hochin cheb sene.

Mat non riusciva a ricordare di essere mai stato così coinvolto da una battaglia. Il combattimento contro gli Shaido non era stato altrettanto appassionante, anche se Mat non aveva comandato quella battaglia per intero. Nemmeno il combattimento di Elbar non era stato così soddisfacente. Naturalmente, quello era avvenuto su una scala molto più piccola.

Demandred sapeva come giocare d’azzardo. Mat poteva percepirlo attraverso i movimenti delle truppe. Mat stava giocando contro uno dei migliori che fossero mai vissuti e stavolta la posta in gioco non era la ricchezza. Stavano giocando a dadi le vite degli uomini e il premio finale era il mondo stesso. Sangue e dannate ceneri, questo lo eccitava davvero. Si sentiva in colpa, ma era eccitante.

«Lan è in posizione» disse Mat, raddrizzandosi e tornando alle mappe, prendendo appunti. «Ditegli di colpire.»

L’esercito di Trolloc che stava attraversando il letto del fiume presso le rovine doveva essere annientato. Mat aveva spostato gli uomini delle Marche di Confine attorno alle Alture per attaccare le retrovie vulnerabili mentre Tam e le sue forze combinate continuavano a bersagliarli davanti. Tam ne aveva ucciso moltissimi prima e dopo che il fiume smettesse di scorrere. Quell’orda di Trolloc era prossima a essere spezzata, e un’azione coordinata su due fronti poteva riuscirci.

Gli uomini di Tam dovevano essere stanchi. Potevano reggere quanto bastava perché Lan arrivasse e colpisse i Trolloc da dietro? Luce, Mat sperava di sì. Se non ce l’avessero fatta…

Qualcosa oscurò la porta della posizione di comando, un uomo alto con capelli scuri e ricciuti che indossava la giubba di un Asha’man. Aveva l’espressione di un uomo a cui fossero state appena date delle carte perdenti. Luce. Un Trolloc avrebbe trovato quello sguardo irritante.

Min, che stava parlando con Tuon, tacque all’improvviso; Logain parve avere un’occhiataccia speciale per lei. Mat si rimise dritto, pulendosi le mani. «Spero che tu non abbia fatto nulla di troppo cattivo alle guardie, Logain.»

«I flussi di Aria si slegheranno da soli tra un minuto o due» disse l’uomo, la voce severa. «Non penso che fossero propensi a lasciarmi entrare.»

Mat lanciò un’occhiata a Tuon. Lei si era irrigidita come un grembiule ben inamidato. I Seanchan non si fidavano delle donne in grado di incanalare, tantomeno di qualcuno come Logain.

«Logain» disse Mat. «Ho bisogno che tu combatta a fianco dell’esercito della Torre Bianca. Quegli Sharani li stanno martellando.»

Logain aveva fissato il suo sguardo in quello di Tuon.

«Logain!» disse Mat. «Se non l’avessi notato, stiamo combattendo una maledetta guerra qui.»

«Non è la mia guerra.»

«Questa è la nostra guerra» sbottò Mat. «Di tutti noi.»

«Mi sono fatto avanti per combattere» disse Logain. «E qual è stata la mia ricompensa? Chiedilo all’Ajah Rossa. Loro ti diranno qual è la ricompensa per un uomo segnato dal Disegno.» Proruppe in una risata. «Il Disegno esigeva un Drago! E io sono arrivato! Troppo presto. Un po’ troppo presto!»

«Ascoltami» disse Mat, avvicinandosi a Logain. «Sei arrabbiato perché non hai potuto essere il Drago?»

«Nulla di così meschino» disse Logain. «Io seguo il Lord Drago. Che sia lui a morire. Non desidero alcuna parte in quel banchetto. Io e i miei dovremmo essere con lui, non qui a combattere. Questa battaglia per le piccole vite degli uomini non è nulla a paragone di quella che sta avvenendo a Shayol Ghul.»

«Eppure sai che abbiamo bisogno di voi qui» disse Mat. «Altrimenti ve ne sareste già andati.»

Logain non disse nulla.

«Va’ da Egwene» disse Mat. «Porta tutti quelli che hai e tieni impegnati quegli incanalatovi sharani.»

«E Demandred?» domandò Logain piano. «Chiama a gran voce il Drago. Ha il potere di una dozzina di uomini. Nessuno di noi può affrontarlo.»

«Ma tu vuoi provarci, vero?» replicò Mat. «Ecco il vero motivo per cui sei qui ora. Vuoi che ti mandi contro Demandred.»

Logain esitò, poi annuì. «Lui non può avere il Drago Rinato. Dovrà prendere me al suo posto. Il… rimpiazzo del Drago, se vuoi.»