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«Venite» disse l’uomo con un accento molto marcato, tanto che Pevara riusciva a stento a capirlo. «Il Wyld vorrà vedervi.»

Chi è il Wyld? trasmise Pevara ad Androl.

Lui scosse il capo, perplesso quanto lei.

Questo potrebbe finire molto male.

L’anziano si fermò davanti a loro con espressione irritata. Cosa avrebbe fatto se avessero rifiutato? Pevara era tentata di creare un passaggio e farli fuggire.

Seguiamolo, pensò Androl, andando avanti. Non troveremo mai Taim in questo posto a meno che non parliamo con qualcuno.

Pevara si accigliò mentre Androl iniziava a seguire l’uomo e gli altri Asha’man si univano a lui. Si affrettò a raggiungerli. Pensavo avessimo deciso che ero io al comando, pensò rivolta a lui.

No, replicò Androl. Pensavo che avessimo deciso che ti saresti comportata come se tu fossi al comando.

Lei gli inviò un miscuglio calcolato di disappunto e un’implicazione che quella conversazione non era ancora finita.

Androl rispose con divertimento. Mi hai appenalanciato un’occhiataccia mentale? Davvero notevole.

Stiamo correndo un rischio, trasmise Pevara. Quest’uomo potrebbe portarci ovunque.

Sì, replicò lui.

Qualcosa fumava dentro Androl, qualcosa di solo accennato finora. Hai così voglia di affrontare Taim?

Sì. Ce l’ho.

Lei annuì.

Tu capisci? trasmise lui.

Anch’io ho perso delle amiche a causa sua, Androl, ribatté Pevara. Le ho viste prendere proprio davanti ai miei occhi. Dobbiamo essere cauti, però. Non possiamo correre troppi rischi. Non ancora.

È la fine del mondo, Pevara, le trasmise Androl di rimando. Se non possiamo correre rischi ora, quando?

Lei seguì senza ulteriori obiezioni, interrogandosi sul proposito determinato che percepiva in Androl. Taim aveva risvegliato qualcosa dentro di lui prendendo i suoi amici e Convertendoli all’Ombra.

Mentre seguivano il vecchio Sharano, Pevara si rese conto che non comprendeva quello che Androl stava provando, non del tutto. Le sue amiche Aes Sedai erano state prese, ma non era la stessa cosa di Androl che aveva perso Evin. Evin si era fidato di Androl, era stato certo che l’avrebbe protetto. Le Aes Sedai per Pevara erano state conoscenti, amiche, ma era diverso.

Il vecchio Sharano li condusse da un gruppo più numeroso di persone, molte delle quali indossavano abiti eleganti. I nobili di più alto rango tra gli Sharani non parevano combattere, dato che nessuno di loro portava un’arma. Fecero spazio all’uomo più anziano, anche se molti guardarono le sue spade e sogghignarono.

Jonneth ed Emarin si misero accanto a Pevara e Theodrin, uno da ciascun lato, come guardie del corpo. Fissarono gli Sharani, le mani sulle armi, e lei sospettò che entrambi stessero trattenendo l’Unico Potere. Be’, probabilmente sarebbe stato atteso da parte di Signori del Terrore con alleati di cui non si fidavano del tutto. Non avevano bisogno di proteggere Pevara a quel modo, ma era un bel gesto. Lei aveva sempre pensato che sarebbe stato utile avere un Custode. Era andata alla Torre Nera con l’intenzione di prendere più Asha’man come Custodi. Forse…

Androl provò immediatamente gelosia. Cosa sei? Una Verde con uno stuolo di uomini che la guardano rapiti?

Lei gli inviò divertimento. Perché no?

Sono troppo giovani per te, replicò lui. Jonneth, perlomeno. E Theodrin si batterebbe con te per lui.

Sto meditando se vincolarli, trasmise lei, non se portarli a letto, Androl. Suvvia. Inoltre, Emarin preferisce gli uomini.

Androl esitò. Ah sì?

Ma certo. Non te n’eri accorto?

Androl parve confuso. A volte gli uomini potevano essere sorprendentemente ottusi, perfino quelli perspicaci come Androl.

Pevara abbracciò l’Unico Potere mentre raggiungevano il centro del gruppo. Avrebbe avuto tempo per creare un passaggio se qualcosa fosse andato storto? Non conosceva la zona, ma fintantoché avesse Viaggiato in qualche posto vicino, non avrebbe avuto importanza. Si sentiva come se si stesse avvicinando a un cappio per esaminarlo e decidere quanto si adattava al suo collo.

Un uomo alto in un’armatura di dischi argentei con buchi nel mezzo si trovava al centro del gruppo, dispensando ordini. Mentre osservavano, una tazza si mosse verso di lui volando. Androl si irrigidì. Sta incanalando, Pevara? Demandred, dunque? Doveva esserlo. Pevara si lasciò inondare da saidar con il suo bagliore caldo, lasciando che portasse via le sue emozioni. L’anziano che li aveva guidati avanzò e bisbigliò qualcosa a Demandred. Malgrado i sensi accresciuti da saidar, Pevara non riuscì a sentire quello che aveva detto.

Demandred si voltò verso il gruppo. «Cosa c’è? M’Hael ha dimenticato così presto i suoi ordini?»

Androl si mise in ginocchio, così come gli altri. Anche se la infastidiva, anche Pevara lo fece.

«O Sommo,» disse Androl «stavamo semplicemente…»

«Niente scuse!» sbraitò Demandred. «Niente giochetti! M’Hael deve prendere tutti i Signori del Terrore e distruggere le forze della Torre Bianca. Se vedo chiunque di voi lontano da quella battaglia, vi farò desiderare di avervi dato ai Trolloc!»

Androl annuì con vigore, poi iniziò a indietreggiare. Una sferzata di Aria che Pevara non poté vedere — anche se poté avvertire il dolore di Androl attraverso il legame — lo colpì al volto. Gli altri lo seguirono, precipitandosi via con la testa bassa.

È stato sciocco e pericoloso, pensò Pevara rivolta ad Androl.

Ed efficace, replicò lui, gli occhi fissi in avanti, la mano alla guancia e il sangue che gli filtrava tra le dita. Sappiamo per certo che Taim è sul campo di battaglia e sappiamo dove trovarlo. Muoviamoci.

Galad scattò attraverso un incubo. Aveva saputo che l’Ultima Battaglia poteva essere la fine del mondo, ma ora… ora lo sentiva.

Incanalatori da entrambi i lati si flagellavano a vicenda, scuotendo le Alture Polov. Il fulmine aveva colpito così spesso che ormai Galad riusciva a malapena a sentire e gli occhi gli lacrimavano dal dolore alle esplosioni nei paraggi.

Si gettò contro il lato della collina, conficcando la spalla nel terreno e abbassandosi in cerca di copertura mentre una serie di esplosioni squarciavano la terra di fronte a lui. La sua squadra — dodici uomini con mantelli bianchi sbrindellati — si tuffò al riparo assieme a lui.

Le forze della Torre Bianca erano messe a dura prova dagli attacchi, ma lo stesso valeva per le forze sharane. Il potere di così tanti incanalatori era incredibile.

Il grosso della fanteria della Torre Bianca e un vasto numero di truppe sharane combattevano sulle Alture occidentali. Galad si trovava sul perimetro di quella battaglia, cercando incanalatrici sharane sole o in piccoli gruppi. In molti punti i fronti da entrambi i lati erano andati in pezzi. Non c’era da sorprendersi: era quasi impossibile mantenere file salde con tutto quel Potere che veniva scagliato avanti e indietro.

Bande di soldati si precipitavano in giro, cercando copertura in buchi nella roccia creati dagli scoppi. Altri proteggevano drappelli di incanalatrici. Lì vicino, uomini e donne vagavano a gruppetti, distruggendo soldati con fuoco e fulmine.