«Hai visto quell’appunto in fondo?» chiese Gawyn.
Egwene non l’aveva notato. Si accigliò, poi esaminò una frase aggiunta sul fondo con la calligrafia di Silviana. Rand al’Thor aveva richiesto che tutti si incontrassero con lui per...
Alzò lo sguardo verso la vecchia pendola in legno della stanza. L’incontro sarebbe stato tra mezz’ora. Mugugnò, poi iniziò a ficcarsi in bocca il resto della colazione. Non era dignitoso, ma che la Luce la folgorasse se sarebbe andata all’incontro con Rand a stomaco vuoto.
«Ho intenzione di strozzare quel ragazzo» disse, pulendosi la faccia. «Su, muoviamoci.»
«Possiamo sempre arrivare per ultimi» disse Gawyn alzandosi. «Mostrargli che non può darci ordini.»
«E concedergli l’opportunità di incontrarsi con tutti gli altri mentre io non sono lì a controbattere a quello che ha da dire? Non mi piace, ma è Rand ad avere le redini ora. Tutti sono troppo curiosi di vedere cos’ha intenzione di fare.»
Creò un passaggio per la sua tenda, nell’angolo che aveva riservato per Viaggiare. Lei e Gawyn lo attraversarono, poi lasciarono la tenda, uscendo nel clamore del Campo di Merrilor. Fuori la gente urlava; con un rombo distante di zoccoli, le truppe trottavano e galoppavano nel prendere posizione per l’incontro. Rand si rendeva conto di cosa aveva fatto qui? Mettere assieme soldati a questo modo, lasciandoli tesi e incerti, era come gettare una mandata di fuochi artificiali in un pentolone e poi metterlo sul fuoco. Prima o poi, le cose avrebbero cominciato a esplodere.
Egwene doveva gestire il caos. Uscì a grandi passi dalla tenda, con Gawyn appena dietro di lei sulla sinistra, e ricompose la sua espressione. Il mondo aveva bisogno di una Amyrlin.
Fuori attendeva Silviana, vestita in modo formale con stola e staffa, come se stesse andando a una seduta del Consiglio della Torre.
«Provvedi a questo, una volta iniziato l’incontro» disse Egwene, passandole il messaggio.
«Sì, Madre» disse la donna, poi si mise al passo appena dietro di lei, alla sua destra. Egwene non aveva bisogno di guardare per sapere che Silviana e Gawyn si stavano ignorando di proposito.
Sul lato occidentale del suo accampamento, Egwene trovò un capannello di Aes Sedai che discutevano tra loro. Passò in mezzo a loro e lasciò silenzio nella sua scia. Uno stalliere le portò il suo cavallo Sifter, uno scontroso castrone pezzato, e mentre montava in sella guardò le Aes Sedai. «Solo Adunanti.»
Quello provocò un mare di lamentele calme e ordinate, ciascuna esposta con un senso di autorità da Aes Sedai. Ogni donna pensava di avere il diritto di essere presente all’incontro. Egwene le fissò e le donne si placarono. Erano Aes Sedai; sapevano che bisticciare non era un comportamento consono per loro.
Le Adunanti si radunarono ed Egwene fece spaziare lo sguardo sul Campo di Merrilor mentre aspettava. Era una vasta area triangolare di prateria shienarese, costeggiata su due lati da fiumi convergenti — il Mora e l’Erinin — e sull’altro da boschi. L’erba era interrotta dal Bozzo di Dashar, un affioramento roccioso alto un centinaio di piedi, con pareti a strapiombo, e sulla sponda arafelliana del Mora dalle Alture Polov, una collina dalla cima piatta alta circa quaranta piedi, con declivi graduali su tre lati e un pendio più ripido da quello del fiume. A sudovest delle Alture Polov c’era una zona di acquitrini, e lì vicino le secche del fiume Mora, note come
Guado Hawal, un comodo punto dove attraversare il confine tra Arafel e Shienar.
C’era uno stedding ogier nelle vicinanze, di fronte ad alcune antiche rovine di pietra a nord. Egwene aveva presentato i suoi rispetti poco dopo essere arrivata, ma Rand non aveva invitato gli Ogier al suo incontro.
Gli eserciti stavano convergendo. Le bandiere degli uomini delle Marche di Confine giungevano da ovest, dove Rand aveva montato il suo accampamento. Tra quelle sventolava anche lo stendardo di Perrin. Strano che Perrin avesse uno stendardo.
Da sud la processione di Elayne si fece strada zigzagando verso il luogo dell’incontro, proprio al centro del Campo. La Regina cavalcava di fronte al suo esercito. Il suo palazzo era bruciato, ma teneva gli occhi in avanti. Tra Perrin ed Elayne, i Tairenesi e gli Illianesi — Luce, chi aveva lasciato che quegli eserciti si accampassero l’uno vicino all’altro? — marciavano in colonne separate, entrambi che portavano quasi tutte le loro forze.
Meglio fare in fretta. La sua presenza avrebbe calmato i governanti, forse avrebbe perfino prevenuto problemi. A loro non sarebbe piaciuto essere vicino a così tanti Aiel. Erano rappresentati tutti i clan tranne gli Shaido. Egwene non sapeva ancora se avrebbero appoggiato Rand o lei. Alcune delle Sapienti parevano aver dato ascolto alle sue argomentazioni, ma lei non aveva ricevuto alcun impegno.
«Guarda là» disse Saerin, accostandosi a Egwene. «Hai invitato tu il Popolo del Mare?»
Egwene scosse il capo. «No. Pensavo che ci fossero poche possibilità che si schierassero contro Rand.» In realtà, dopo il suo incontro con le Cercavento dentro Tel’aran’rhiod, Egwene non aveva voluto impelagarsi di nuovo in negoziati con loro. Temeva che si sarebbe svegliata per scoprire di aver barattato non solo il suo primogenito, ma la stessa Torre Bianca.
Diedero uno spettacolo notevole, apparendo attraverso passaggi vicino all’accampamento di Rand, indossando i loro abiti colorati, Maestre delle Onde e Maestri della Spada fieri come monarchi.
Luce, pensò Egwene. Mi domando quanto tempo sia passato dall’ultimo raduno di queste dimensioni. Quasi ogni nazione era rappresentata, e altre ancora, considerando il Popolo del Mare e gli Aiel. Mancavano solo il Murandy, l’Arad Doman e le terre dominate dai Seanchan.
Finalmente l’ultima delle Adunanti montò in sella e si accostò a lei. Impaziente di avanzare, ma non osando darlo a vedere, Egwene fece partire il suo cavallo a passo lento verso il luogo dell’incontro. I soldati di Bryne si allinearono e formarono una scorta di stivali che scandivano il passo di marcia e picche tenute alte. I loro tabarri bianchi erano decorati con la Fiamma di Tar Valon, ma non oscuravano le Aes Sedai. Il modo in cui marciavano dava risalto alle donne in mezzo a loro. Altri eserciti si affidavano alla forza delle armi, la Torre Bianca aveva qualcosa di meglio.
Ciascun esercito convergette sul luogo dell’incontro, il centro del campo, dove Rand aveva ordinato che non fosse eretta nessuna tenda. Così tanti eserciti su un terreno perfetto per una carica. Era meglio che tutto questo non andasse storto.
Elayne creò un precedente lasciando il grosso del suo esercito lì a metà strada, proseguendo con una scorta più piccola di circa cento uomini. Egwene fece lo stesso. Altri governanti iniziarono a sfilare in avanti, i loro seguiti che si fermavano ad attendere in un ampio anello attorno al campo centrale.
La luce del sole brillò su Egwene mentre si avvicinava al centro. Non riuscì a fare a meno di notare che le nubi si erano diradate in un vasto cerchio perfetto sopra il campo. Rand influenzava le cose in strani modi. Non aveva bisogno di nessun annuncio, di nessuno stendardo per dire che era presente. Le nuvole si ritiravano e il sole splendeva quando era vicino.
Non sembrava che fosse già arrivato al centro, però. Egwene si incontrò con Elayne. «Elayne, mi dispiace» disse, non per la prima volta.
La donna dai capelli biondi tenne lo sguardo in avanti. «La città è perduta, ma la città non è la nazione. Dobbiamo tenere questo incontro, ma farlo in fretta, cosicché io possa tornare nell’Andor. Dov’è Rand?»
«Se la sta prendendo comoda» disse Egwene. «È sempre stato così.»
«Ho parlato con Aviendha» disse Elayne, il suo baio che si muoveva e sbuffava. «Ha passato la scorsa notte con lui, ma non ha voluto dirle cosa intende fare quest’oggi.»
«Ha menzionato delle richieste» disse Egwene, osservando i governanti radunarsi con i loro seguiti. Darlin Sisnera, Re di Tear, fu il primo. Lui l’avrebbe appoggiata, nonostante il fatto che doveva a Rand la sua corona. La minaccia dei Seanchan lo preoccupava ancora parecchio. Quell’uomo di mezz’età dalla scura barba a punta non era particolarmente bello, ma era composto e sicuro di sé. Rivolse a Egwene un inchino dalla sella e lei protese il suo anello.