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La gente stava camminando tra gli enormi tronchi: soldati dei vari accampamenti, gli sguardi fissi verso l’alto. Elayne udì uno shienarese parlare con Lord Agelmar lì vicino. «Li abbiamo osservati crescere, mio signore. Sono spuntati dal terreno; ci hanno messo meno di cinque minuti a diventare così alti. Lo giuro, mio signore; che non possa sguainare una lama mai più se non è vero.»

«D’accordo» disse Elayne, lasciando andare la Fonte. «Cominciamo. Delle nazioni stanno bruciando. Mappe! Ci servono mappe!»

Gli altri governanti si voltarono verso di lei. All’incontro, con Rand lì presente, pochi di loro avevano obiettato al fatto che lei fosse stata scelta come loro condottiera. Stare attorno a lui poteva avere quell’effetto: una persona veniva spazzata dalle maree della volontà di Rand. Le cose sembravano così logiche quando le diceva lui.

Molti ora sembravano contrariati di averla come loro condottiero. Meglio non dar loro tempo per rimuginarci sopra. «Dov’è Mastro Norry?» disse a Dyelin. «Forse ha...»

«Io ho delle mappe, Maestà» disse Gareth Bryne nel lasciare il padiglione, con Siuan al suo fianco.

Sembrava più grigio di come lei se lo ricordava; indossava una rigida giacca e pantaloni bianchi, il petto con il simbolo della Fiamma di Tar Valon. Si inchinò in segno di rispetto, ma non venne troppo vicino. La sua uniforme metteva in chiaro a chi andava la sua fedeltà, così come la mano protettiva di Siuan sul suo braccio.

Elayne lo ricordò stare in piedi con quella stessa espressione placida dietro sua madre. Mai supponente, sempre dedito a proteggere la Regina. Quella Regina gli aveva dato il benservito. Quell’avvenimento non era stato colpa di Elayne, ma lei poteva leggere quella fiducia tradita sul volto di Bryne.

Elayne non poteva cambiare l’accaduto. Poteva solo guardare al futuro. «Se hai mappe di questa zona e dei potenziali campi di battaglia che ci vengono offerti, Lord Bryne, saremmo lieti di vederle. Vorrei mappe per la zona tra qui e Caemlyn, una mappa dettagliata del Kandor e le tue mappe migliori per le altre zone delle Marche di Confine.» Rivolta ai governanti, continuò: «Radunate i vostri comandanti e consiglieri! Dobbiamo incontrarci immediatamente con gli altri gran capitani per discutere la nostra prossima linea d’azione.»

Non ci volle molto, anche se la confusione era diffusa, con due dozzine di fazioni diverse che si mettevano al lavoro. Dei servitori aprirono i lati del padiglione ed Elayne ordinò a Sumeko di radunare donne della Famiglia e guardie per andare a prendere tavoli e alcune sedie dal suo accampamento attraverso un passaggio. Elayne richiese anche rapporti specifici di cosa stesse accadendo al Passo, dove Rand aveva chiesto al grosso degli eserciti delle Marche di Confine di andare a salvare Lan. I governanti e i gran capitani erano rimasti indietro per elaborare piani.

In breve tempo, Elayne ed Egwene si ritrovarono a esaminare le mappe dettagliate che erano state stese su quattro tavoli.

I regnanti si tennero indietro e consentirono ai comandanti di deliberare.

«Questo è un buon lavoro, Bryne» disse Lord Agelmar. Lo Shienarese era uno dei quattro gran capitani ancora in vita. Bryne era un altro. Gli ultimi due gran capitani — Davram Bashere e Rodel Ituralde — stavano fianco a fianco all’estremità di un altro tavolo, facendo correzioni su una mappa delle Marche di Confine occidentali. Ituralde aveva borse sotto gli occhi e a volte gli tremavano le mani. Da quello che Elayne aveva sentito, se l’era vista davvero brutta a Maradon ed era stato salvato solo molto di recente. Era sorpresa che fosse qui, in effetti.

«D’accordo» disse Elayne alle persone lì radunate. «Dobbiamo combattere. Ma come? Dove?»

«Grossi eserciti di Progenie dell’Ombra hanno invaso tre luoghi» disse Bryne. «Caemlyn, Kandor e il Passo di Tarwin. Il Passo non dovrebbe essere abbandonato, supponendo che i nostri eserciti siano sufficienti ad aiutare Lord Mandragoran a stabilizzare la situazione. Il risultato probabile della nostra offensiva di oggi lì sarà che la Progenie dell’Ombra ripiegherà nel passo. Tenere il nemico imbottigliato lì è un compito inadatto per la sola cavalleria pesante malkieri. Forse faremmo meglio a mandargli delle compagnie di picchieri? Se lui continua a tenere ostruita quel Passo, noi possiamo dedicare la maggioranza delle nostre forze a combattere nell’Andor e a Kandor.»

Agelmar annuì. «Sì. Sarebbe fattibile se fornissimo a Dai Shan l’adeguato supporto. Ma non possiamo rischiare di lasciare che lo Shienar venga invaso come Kandor. Se si spingono fuori dal Passo...»

«Siamo preparati per una battaglia prolungata» disse Re Easar. «La resistenza di Kandor e lo scontro di Lan al Passo ci hanno dato il tempo di cui avevamo bisogno. La nostra gente si sta radunando all’interno delle fortezze. Possiamo reggere, perfino se perdiamo il Passo.»

«Parole valorose, maestà,» disse Gareth Bryne «ma sarebbe meglio se non dovessimo mettere alla prova gli Shienaresi a quel modo. Pianifichiamo di tenere il Passo con tutte le unità necessarie per farlo.»

«E Caemlyn?» chiese Elayne.

Ituralde annuì. «Un esercito nemico molto dietro i nostri fronti, con una Porta delle Vie da usare per ottenere rinforzi... quello sì che è un problema.»

«I primi rapporti di stamane» disse Elayne «indicano che per il momento sono lì fermi. Hanno bruciato grosse parti della città, ma ne hanno lasciate stare altre... e ora che hanno occupato la città, i Trolloc si sono messi al lavoro per estinguere gli incendi.»

«Dovranno andarsene prima o poi» disse Bryne. «Ma sarà meglio se riusciamo a cacciarli via prima, piuttosto che poi.»

«Perché non considerare un assedio?» chiese Agelmar. «Penso che il grosso delle nostre truppe dovrebbe andare a Kandor. Non lascerò che il Trono delle Nubi e le Tre Sale del Commercio cadano come le Sette Torri.»

«Kandor è già caduto» disse piano il principe Antol.

I gran capitani guardarono il figlio maggiore della Regina di Kandor. Era un uomo alto dall’atteggiamento silenzioso. Ora parlava con audacia. «Mia madre combatte per il nostro Paese,» disse «ma è una lotta di vendetta e redenzione. Kandor brucia, e saperlo mi squarcia il cuore, ma non possiamo fermarlo. Date all’Andor la vostra maggior attenzione; tatticamente è troppo importante per ignorarlo, e non voglio vedere un’altra terra cadere come la mia.»

Gli altri annuirono. «Saggio consiglio, Altezza» disse Bashere. «Grazie.»

«Inoltre non dimenticate Shayol Ghul» disse Rhuarc dal margine esterno, dove si trovava accanto a Perrin, alcune Aes Sedai e diversi altri capiclan aiel. I gran capitani si voltarono verso Rhuarc, come se si fossero dimenticati che si trovava lì.

«Presto il Car’a’carn attaccherà Shayol Ghul» disse Rhuarc. «Avrà bisogno di lance a spalleggiarlo quando lo farà.»

«Le avrà» disse Elayne. «Anche se questo significa quattro fronti. Shayol Ghul, il Passo di Tarwin, Kandor e Caemlyn.»

«Concentriamoci per prima cosa su Caemlyn» disse Ituralde. «Non mi piace l’idea di un assedio lì. Abbiamo bisogno di far uscire i Trolloc. Se ci limitiamo ad assediarli, questo darà loro tempo per rinforzare i loro numeri attraverso quella Porta delle Vie. Dobbiamo eliminarli ora, alle nostre condizioni.»

Agelmar annuì con un grugnito, guardando la mappa di Caemlyn che un aiutante aveva messo sul tavolo. «Possiamo arrestare quel flusso? Riprendere la Porta delle Vie?»

«Ho tentato» disse Elayne. «Stamane abbiamo inviato tre unità separate attraverso un passaggio nel sotterraneo con la Porta delle Vie, ma l’Ombra è preparata e asserragliata. Nessuna delle unità ha fatto ritorno. Non so se possiamo riprendere la Porta delle Vie o perfino distruggerla.»

«E se provassimo dall’altro lato?» chiese Agelmar.

«L’altro lato?» domandò Elayne. «Intendi da dentro le Vie?»

Agelmar annuì.