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Le frecce volarono alte, come falchi che si levavano dai loro nidi. Elayne aveva sentito Rand vantarsi del suo arco, e aveva visto usare un arco dei Fiumi Gemelli in certe occasioni. Ma questo... così tante frecce che si levavano in aria con precisione incredibile...

Le frecce descrissero un arco e precipitarono, nemmeno una che arrivava troppo corta. Piovvero sulle file dei Trolloc, in particolare sui loro arcieri. Risposero poche frecce trolloc sparse, ma gli uomini dei Fiumi Gemelli avevano opportunamente rotto le loro file.

«Questo sì che si chiama tirare con l’arco» disse Birgitte tornando da lei. «Ottimo davvero...»

Gli uomini dei Fiumi Gemelli scagliarono altre salve in rapida successione mentre i cavalieri di Perrin entravano nella foresta.

«Balestrieri!» ordinò Elayne, sguainando la spada e sollevandola in alto. «Avanti la Legione del Drago!»

Gli uomini dei Fiumi Gemelli ripiegarono tra gli alberi e i balestrieri vennero fuori. Ne aveva due intere compagnie dalla Legione del Drago, e Bashere li aveva addestrati bene. Formarono tre file, con ciascuna che si alzava a turno per sparare mentre le altre ricaricavano in ginocchio. La morte che scagliarono contro i Trolloc li colpì come un’onda impetuosa, diffondendo un tremito per l’esercito che avanzava quando a migliaia caddero morti.

Elayne puntò la spada verso i Trolloc. Gli uomini dei Fiumi Gemelli si erano arrampicati sui rami della prima fila di alberi e stavano scagliando frecce da lassù. Non erano altrettanto precisi da quei trespoli precari, ma non era necessario. I Trolloc si trovarono di fronte la morte da davanti e dall’alto, e le creature iniziarono a barcollare sopra i loro caduti.

Andiamo... pensò Elayne.

I Trolloc avanzarono, cercando di farsi strada verso gli arcieri. Un grosso contingente di creature si staccò da quell’avanzata e si diresse a est. La strada che costeggiava il Bosco di Braem era da quella parte, e avrebbe avuto senso che i Trolloc se ne impadronissero, poi si spingessero lungo di essa per circondare le forze di Elayne. O così pensavano i Fade.

«Ripiegate nella foresta!» disse Elayne agitando la spada. «Presto!»

Ciascun balestriere lanciò un ultimo quadrello, poi se la squagliò nella foresta, spingendosi attraverso il sottobosco. Gli uomini dei Fiumi Gemelli si gettarono a terra, poi si mossero con attenzione fra gli alberi. Elayne si voltò e procedette a un cauto trotto. A poca distanza nella foresta, raggiunse uno stendardo dei Ghealdani di Alliandre, disposti su file con picche e alabarde.

«Accertatevi di ripiegare non appena attaccano» urlò Lord Elayne. «Vogliamo attirarli più in profondità!» Più in profondità nella foresta, dove i siswai’aman aspettavano il loro arrivo.

I soldati annuirono. Elayne superò Alliandre stessa, seduta sul suo cavallo con una piccola scorta che la circondava. La Regina dai capelli scuri rivolse a Elayne una riverenza dalla sella. I suoi uomini avevano voluto che si unisse a Berelain all’ospedale di Mayene, ma Alliandre aveva rifiutato. Forse vedere Elayne guidare le sue truppe di persona aveva spronato quella decisione.

Elayne se li lasciò indietro mentre i primi Trolloc entravano nel bosco, grugnendo e strepitando. Per loro sarebbe stato difficile combattere nella foresta. Gli umani potevano usare la copertura con molta più efficacia, tendendo imboscate agli enormi Trolloc che avanzavano goffi in mezzo agli alberi, trapassandoli e recidendo loro i tendini da dietro. Truppe mobili di arcieri e balestrieri potevano sparare restando nascoste: se l’avessero fatto nel modo giusto, i Trolloc non si sarebbero nemmeno accorti della direzione da cui stavano arrivando le frecce.

Mentre Elayne conduceva la sua Guardia della Regina verso la strada, udì esplosioni distanti e urla dai Trolloc. I frombolieri stavano scagliando bastoncini esplosivi di Aludra contro i Trolloc tra gli alberi. Lampi di luce si riflettevano dai tronchi foschi.

Elayne raggiunse la strada appena in tempo per vedere i Trolloc, guidati da diversi Myrddraal in mantelli nero intenso, riversarsi su di essa. Potevano rapidamente attaccare ai fianchi l’esercito di Elayne... ma la Banda della Mano Rossa aveva già piazzato i Draghi sulla strada. Talmanes se ne stava con le mani serrate dietro la schiena in cima a una pila di casse, lo sguardo che dominava le sue truppe. Lo stendardo della Mano Rossa sventolava alle sue spalle, un palmo insanguinato posto su un campo bianco frangiato di rosso, con Aludra che urlava misure, indirizzando istruzioni e l’occasionale imprecazione ai dragonieri che facevano errori o si muovevano troppo lenti.

Schierati davanti a Talmanes c’erano i Draghi, quasi un centinaio, messi su quattro file per l’ampia strada e oltre, sui campi che la circondavano. Elayne era troppo distante per sentirgli dare l’ordine di sparare. Forse quello era un bene, poiché il boato che seguì la scosse come se Montedrago stesso avesse deciso di eruttare. Ombra di Luna sgroppò e nitrì, ed Elayne dovette sforzarsi per impedire che l’animale la gettasse giù di sella. Alla fine turò le orecchie del cavallo con un flusso di Aria mentre i dragonieri spostavano di lato le loro armi e lasciavano che fosse la seconda fila ad aprire il fuoco.

Elayne turò anche le proprie orecchie mentre calmava Ombra di Luna. Birgitte continuava a combattere con la sua cavalcatura terrorizzata, che alla fine riuscì a balzar via, ma Elayne vi prestò poca attenzione. Scrutò attraverso il fumo che riempiva la strada. La terza fila di Draghi si stava apprestando a sparare.

Pur avendo le orecchie turate, riuscì a percepire l’esplosione far sussultare il terreno, agitare gli alberi. Seguì la quarta salva, che la scosse fino alle ossa. Elayne inspirò ed espirò, calmando il suo cuore e aspettando che il fumo si diradasse.

Per primo distinse Talmanes, che si ergeva alto. La prima fila di Draghi si era rimessa in posizione, avendo ricaricato. Le altre tre si stavano affrettando a fare lo stesso, facendo scivolare al loro posto la polvere e le grosse sfere di metallo.

Una forte brezza da ovest scacciò il fumo quanto bastava perché lei potesse vedere... Elayne si lasciò sfuggire un rantolo.

Migliaia di Trolloc giacevano in pezzi fumanti, molti scagliati completamente via dalla strada. Braccia, gambe, ciuffi di peli ruvidi, pezzi giacevano sparpagliati tra buchi nel terreno larghi due interi passi. Dove poco prima c’erano state molte migliaia di Trolloc, ora restavano solo sangue, ossa spezzate e fumo. Molti degli alberi erano stati ridotti a tronchi frantumati. Dei Myrddraal che erano stati davanti non c’era alcun segno.

I dragonieri abbassarono i loro bastoni di fiamma, non sparando i colpi che avevano ricaricato. Pochi Trolloc sopravvissuti sul fondo si precipitarono via nella foresta.

Elayne guardò Birgitte e sorrise. La Custode tenne lo sguardo avanti, solenne, mentre diverse donne della Guardia correvano a inseguire il suo cavallo.

«Ebbene?» chiese Elayne, sturandosi le orecchie.

«Penso...» disse Birgitte «che quelle cose siano confusionarie. E imprecise. E dannatamente efficaci

«Sì» disse Elayne con orgoglio.

Birgitte scosse il capo. Le venne restituito il suo cavallo e lei rimontò in sella. «Ero solita pensare che un uomo e il suo arco fossero la combinazione più pericolosa che questa terra avrebbe mai conosciuto, Elayne. Ora — come se non fosse già tenibile che gli uomini possano incanalare apertamente e che i Seanchan usino incanalatrici in combattimento — abbiamo quelle cose. Non mi piace come sta andando tutto questo. Se qualunque ragazzo con un tubo di metallo può distruggere un intero esercito...»

«Non capisci?» disse Elayne. «Non ci sarà più guerra. Vinceremo questa e ci sarà pace, come vuole Rand. Nessuno tranne i Trolloc andrebbe in battaglia, sapendo di trovarsi di fronte armi come queste!»

«Forse» disse Birgitte. Scosse il capo. «Forse ho meno fiducia di te nella saggezza della gente.»