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Elayne sbuffò, sollevando la spada verso Talmanes, che estrasse la sua e la sollevò a sua volta. Il primo passo per distruggere questo esercito di Trolloc era stato fatto.

11

Un mercenario qualunque

«Mi rendo conto che ci sono stati... disaccordi tra noi in passato» disse Adelorna Bastine, cavalcando accanto a Egwene mentre passavano attraverso l’accampamento. Adelorna era una donna magra e regale; gli occhi a mandorla e i capelli scuri tradivano il suo retaggio saldaeano. «Non vorrei che tu ci considerassi nemiche.»

«Non l’ho fatto» disse Egwene con cautela «e non lo faccio.» Non chiese chi intendeva Adelorna con quel ‘ci’. Era una Verde, e per qualche tempo Egwene aveva sospettato che fosse lei il Capitano Generale, il nome che le Verdi davano al capo della loro Ajah.

«Questo è un bene» disse Adelorna. «Alcune della nostra Ajah si sono comportate con stupidità. Sono state... informate dei loro errori. Non incontrerai ulteriori resistenze da coloro che avrebbero dovuto amarti quanto e più delle altre, Madre. Qualunque cosa sia successa, lasciamo che sia morta e sepolta.»

«Lasciamola morta e sepolta» concordò Egwene, divertita. Ora, pensò. Dopo tutto questo, le Verdi cercano di rivendicarmi?

Be’, lei le avrebbe usate. Era stata preoccupata che il suo rapporto con loro fosse ormai irreparabile. Scegliere Silviana come sua Custode degli Annali aveva fatto deridere a molte di trattarla come una nemica. Egwene aveva udito voci secondo cui molte pensavano che lei avrebbe scelto la Rossa come sua Ajah, malgrado il fatto che non solo aveva un Custode ma l’aveva anche sposato.

«Se posso chiedere» disse Egwene. «C’è qualche accadimento particolare che ha creato questo... ponte tra le nostre difficoltà?»

«Alcune ignorano testardamente quello che hai fatto durante l’invasione dei Seanchan, Madre» disse Adelorna. «Hai dimostrato di avere lo spirito di un guerriero. Di un generale. Si tratta di qualcosa che l’Ajah Verde non deve ignorare. In effetti, dobbiamo considerarlo un esempio. Perciò è stato deciso, e così hanno parlato coloro che guidano l’Ajah.» Adelorna incontrò gli occhi di Egwene, poi chinò il capo.

L’implicazione era ovvia. Adelorna era il capo dell’Ajah Verde. Dirlo a chiare lettere non sarebbe stato appropriato, ma confidare a Egwene questa informazione era un segno di fiducia e rispetto.

Se fossi stata veramente innalzata da noi, diceva quell’azione, avresti saputo chi ci guidava. Avresti conosciuto i nostri segreti. Io te li affido. C’era anche gratitudine in quella mossa. Egwene aveva salvato la vita di Adelorna durante l’attacco dei Seanchan alla Torre Bianca.

L’Amyrlin non era di nessuna Ajah, ed Egwene esprimeva davvero questa virtù più di chiunque altra prima di lei, poiché non era mai appartenuta a una Ajah. Tuttavia, quel gesto era toccante. Posò la mano sul braccio di Adelorna come ringraziamento, poi le diede il permesso di allontanarsi.

Gawyn, Silviana e Leilwin cavalcavano da una parte, dove Egwene li aveva mandati dopo che Adelorna aveva chiesto di scambiare due parole in privato. Quella Seanchan... Egwene oscillava tra il tenerla vicino per sorvegliarla e mandarla lontano, molto lontano.

Le informazioni di Leilwin sui Seanchan erano state utili. A quello che era riuscita a stabilire, Leilwin le aveva detto la precisa verità. Per ora, Egwene la teneva vicino, anche solo per il fatto che spesso le venivano in mente altre domande sui Seanchan. Leilwin si comportava più come una guardia del corpo che come una prigioniera. Come se Egwene avrebbe mai affidato la sua sicurezza a una Seanchan. Scosse il capo, cavalcando tra le tende e i fuochi da campo radunati dell’esercito. Per la maggior parte erano vuoti, dal momento che Bryne aveva fatto mettere gli uomini in formazione da battaglia. Si aspettava che i Trolloc si avvicinassero entro un’ora.

Egwene trovò Bryne che organizzava tranquillamente le sue mappe e carte in una tenda vicino al centro dell’accampamento. Lì c’era Yukiri, le braccia conserte. Egwene smontò di sella ed entrò.

Bryne alzò bruscamente lo sguardo. «Madre!» esclamò, cosa che la fece immobilizzare.

Egwene abbassò lo sguardo. C’era un buco nel pavimento della tenda, e lei c’era quasi finita dentro.

Era un passaggio. L’altro lato pareva aprirsi sull’aria stessa, guardava giù verso l’esercito dei Trolloc, che stava attraversando le colline. Durante quella settimana c’erano state molte schermaglie, gli arcieri e i cavalieri di Egwene avevano trucidato Trolloc che marciavano in forze verso le colline e il confine con l’Arafel.

Egwene scrutò in quel passaggio nel pavimento. Era molto in alto, ben oltre la gittata degli archi, ma guardarvi attraverso per osservare i Trolloc le diede le vertigini.

«Non so decidere se questa sia un’idea geniale» disse a Bryne «o incredibilmente avventata.»

Bryne sorrise, tornando alle sue mappe. «Le guerre si vincono con le informazioni, Madre. Se posso vedere esattamente cosa stanno facendo — dove stanno cercando di accerchiarti e come stanno portando le riserve — posso prepararmi. Questo è meglio di una torre da battaglia. Avrei dovuto pensarci molto tempo fa.»

«L’Ombra ha Signori del Terrore in grado di incanalare, generale» disse Egwene. «Scrutare attraverso questo passaggio potrebbe farti finire incenerito. Per non parlare dei Draghkar. Se uno stormo di quegli esseri cercasse di volare attraverso questo...»

«I Draghkar sono Progenie dell’Ombra» disse Bryne. «Mi è stato detto che morirebbero, se cercassero di attraversare il passaggio.»

«Suppongo sia vero,» disse Egwene «ma avresti uno stormo di Draghkar morti qui dentro. A ogni modo, degli incanalatori possono comunque attaccarvi.»

«Correrò quel rischio. Il vantaggio offerto è incredibile.»

«Preferirei comunque che usassi degli esploratori per guardare attraverso il passaggio,» disse Egwene «non i tuoi stessi occhi. Tu sei una risorsa. Une delle nostre risorse più preziose. I rischi sono inevitabili, ma ti prego di prendere precauzioni per minimizzarli.»

«Sì, Madre» disse lui.

Egwene ispezionò i flussi, poi fissò Yukiri.

«Mi sono offerta volontaria, Madre» disse Yukiri prima che Egwene potesse chiedere come aveva fatto un’Adunante a finire a controllare un semplice passaggio. «Ci ha mandato a chiamare, chiedendo se formare un passaggio come questo — orizzontale invece che verticale — era possibile. L’ho ritenuto un enigma interessante.»

Egwene non era sorpresa che Bryne avesse mandato a chiamare le Grigie. Tra loro si stava diffondendo l’opinione che, proprio come le Gialle si specializzavano in flussi di Guarigione e le Verdi in quelli da battaglia, le Grigie dovessero interessarsi particolarmente ai flussi per Viaggiare. Pareva che considerassero il fatto di viaggiare come parte della loro vocazione in qualità di mediatrici e ambasciatrici.

«Puoi mostrarmi le nostre linee?» chiese Egwene.

«Ma certo, Madre» disse Yukiri, chiudendo il passaggio. Ne aprì un altro, permettendo a Egwene di guardar giù verso il suo esercito che si stava schierando in posizioni difensive sulle colline.

Questo era più efficiente delle mappe. Nessuna mappa poteva trasmettere del tutto la configurazione del terreno, il modo in cui le truppe si muovevano. Egwene si sentiva come se stesse guardando una replica esatta del paesaggio in miniatura.

All’improvviso provò un senso di vertigini. Si trovava sul bordo di una caduta di centinaia di piedi. Ebbe un capogiro e fece un passo indietro, prendendo un respiro profondo.

«Devi mettere una corda attorno a questa cosa» disse Egwene. «Qualcuno potrebbe caderci facendo un passo falso.» Oppure, pensò, precipitarci dentro a testa avanti mentre guarda giù...

Bryne bofonchiò. «Ho mandato a chiamare Siuan per farlo.» Esitò. «Ma non le piace molto essere inviata in giro per commissioni, perciò potrebbe tornare con qualcosa di completamente inutile.»