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La Conversione di un uomo all’Ombra non era perfetta. Pur cambiando la sua lealtà, non mutava tutto quanto nella persona. La cosa nella testa di Evin aveva i suoi ricordi, la sua personalità e — volesse la Luce — i suoi difetti.

«Li hai convinti?» sussurrò Androl. «A non uccidermi?»

«Proprio così» disse Evin, abbassandosi, gli occhi spiritati. «Continuano a dire che sei inutile dato che non riesci a incanalare molto bene, ma a nessuno di loro piace creare passaggi per mandare in giro la gente. Ho detto che li avresti fatti tu per loro. Lo farai, vero?»

«Ma certo» disse Androl. «È meglio di morire.»

Evin annuì. «Hanno interrotto la tua dose di radice biforcuta. Il prossimo sarai tu, dopo Logain. Il Sommo Signore finalmente ha inviato nuove donne a M’Hael, donne che non si stancano ogni volta che incanalano. Con loro, Toveine e le Rosse, tutto dovrebbe andare più spedito ora. M’Hael dovrebbe avere Logain entro la fine della giornata.»

«Li servirò» disse Androl. «Lo giurerò al Sommo Signore.»

«Questo è un bene, Androl» disse Evin. «Ma non possiamo lasciarti andare finché non sarai stato Convertito. M’Hael non accetterà solo un giuramento. Andrà tutto bene. Ho detto loro che ti saresti Convertito facilmente. Lo farai, vero? Non resisterai?»

«Non resisterò.»

«Grazie al Sommo Signore» disse Evin rilassandosi.

Oh, Evin. Non sei mai stato esageratamente sveglio.

«Evin,» disse Androl piano «devi stare attento ad Abors. Lo sai, vero?»

«Ora sono uno di loro, Androl» disse Evin. «Non devo preoccuparmi di loro.»

«Questo è un bene» sussurrò Androl. «Quello che gli ho sentito dire su di te non dev’essere stato nulla.»

Evin si mosse agitato. Quello sguardo nei suoi occhi... era paura. La corruzione era stata ripulita. Jonneth, Emarin e gli altri nuovi Asha’man non avrebbero mai dovuto patire la pazzia.

Questa si manifestava in modo diverso in Asha’man diversi, e a gradi diversi. Comunque, la paura era la più comune. Giungeva a ondate; aveva consumato Evin quando era avvenuta la purificazione. Androl aveva visto degli Asha’man che era stato necessario uccidere quando la corruzione li aveva sopraffatti. Lui conosceva bene quello sguardo negli occhi di Evin. Anche se il ragazzo era stato Convertito, portava ancora la pazzia con sé. L’avrebbe fatto per sempre.

«Cos’ha detto?» chiese Evin.

«Non gli piaceva che tu fossi stato Convertito» disse Androl. «Pensa che prenderai il suo posto.»

«Oh.»

«Evin... forse sta progettando di ucciderti. Fa’ attenzione.»

Evin si alzò in piedi. «Grazie, Androl.»

Si allontanò, lasciando Androl senza bavaglio.

Questo... non può funzionare, trasmise Pevara intorpidita.

Non aveva vissuto abbastanza a lungo fra loro. Non aveva visto cosa poteva fare la follia e non sapeva riconoscerla negli occhi degli Asha’man. Di solito, quando uno di loro diventava così, lo prendevano e lo isolavano finché non gli passava. Se quello non funzionava, Taim aggiungeva qualcosa al suo vino e lui non si svegliava più.

Se non fossero stati fermati, avrebbero portato distruzione. Avrebbero ucciso quelli più vicini a loro, scagliandosi innanzitutto contro le persone che avrebbero dovuto amare.

Androl conosceva quella pazzia. Sapeva che era anche dentro di lui. Questo è un errore, Taim, pensò. Usi i nostri stessi amici contro di noi, ma noi li conosciamo meglio di te.

Evin colpì Abors con una scarica dell’Unico Potere. Un secondo più tardi, lo schermo di Androl scomparve.

Androl abbracciò la Fonte. Non era molto forte, ma aveva Potere sufficiente per bruciar via qualche corda. Rotolò via dai suoi legacci, le mani insanguinate, ed esaminò la stanza. Non era riuscito a vederla prima, non del tutto.

La stanza era più grande di quanto aveva ritenuto, delle dimensioni di una piccola sala del trono. Un’ampia predella circolare dominava il lato opposto, sormontata da un doppio anello di Myrddraal e donne. Rabbrividì quando vide i Fade. Luce, quanto era orrendo quello sguardo senza occhi.

Gli uomini esausti di Taim erano in piedi presso la parete opposta, gli Asha’man che non erano riusciti a Convertire Logain. Lui sedeva sulla predella, afflosciato e legato a una sedia al centro del doppio anello. Come un trono. La testa di Logain rotolò da un lato, gli occhi chiusi. Pareva che stesse sussurrando qualcosa.

Taim, furibondo, si era girato verso Evin, che combatteva con Mishraile accanto al cadavere fumante di Abors. Sia Evin che Mishraile trattenevano l’Unico Potere, lottando per terra, un coltello tra le mani di Evin.

Androl si precipitò verso Emarin, ma per poco non cadde a faccia in giù quando le gambe gli cedettero. Luce! Era debole, ma riuscì a bruciar via le corde di Emarin, poi quelle di Pevara. Lei scosse la testa, cercando di schiarirsela. Emarin annuì con gratitudine.

«Riesci a incanalare?» sussurrò Androl. L’attenzione di Taim era sullo scontro di Evin.

Emarin scosse il capo. «La bevanda che ci hanno dato...»

Androl si aggrappò all’Unico Potere. Le ombre iniziarono ad allungarsi attorno a lui.

No!, pensò. No, non ora!

Un passaggio. Aveva bisogno di un passaggio! Androl risucchiò dentro di sé l’Unico Potere, formando il flusso per Viaggiare. Eppure, come prima, colpì una specie di barriera, come un muro che gli impediva di aprire il passaggio. Frustrato, cercò di fame uno per una destinazione più vicina. Forse la distanza contava. Poteva creare un passaggio per la bottega di Canler sopra di loro?

Si mosse a fatica contro quel muro, combattendo con tutto quello che aveva. Si sforzò, sempre più vicino; poteva quasi farcela... Aveva la sensazione che stesse succedendo qualcosa.

«Per favore» sussurrò. «Per favore, apriti. Dobbiamo andarcene da qui...»

Evin fu abbattuto dal flusso di Taim.

«Cos’è stato?» sbraitò Taim.

«Non lo so» disse Mishraile. «Evin ci ha attaccato! Stava parlando con il paggetto e....»

Entrambi si girarono verso Androl. Androl smise di provare a creare il passaggio, scagliando invece un flusso di Fuoco contro Taim dalla disperazione.

Taim sorrise. Quando la lingua di Fuoco di Androl lo raggiunse, scomparve in un flusso di Aria e Acqua che la dissipò.

«Sei davvero un tipo insistente» disse Taim, sbattendo Androl contro il muro con un flusso di Aria.

Androl annaspò dal dolore. Emarin barcollò in piedi frastornato, ma un secondo flusso di Aria lo buttò di nuovo a terra. Stordito, Androl si sentì issato su e trascinato per la stanza.

La donna brutta nerovestita uscì dal circolo di Aes Sedai e si andò a mettere accanto a Taim. «Allora, M’Hael» disse. «Non hai il controllo completo di questo posto come avevi affermato.»

«Ho strumenti scadenti» disse Taim. «Dovevano essermi date più donne prima!»

«Hai fatto lavorare i tuoi Asha’man fino allo sfinimento» replicò la donna. «Hai scialacquato la loro forza. Prenderò io il comando qui.»

Taim era in piedi sulla predella, accanto alla forma afflosciata di Logain, alle donne e ai Fade. Pareva che considerasse questa donna — forse una dei Reietti — una minaccia maggiore di chiunque altro dei presenti.

«Pensi che funzionerà, vero?» chiese Taim.

«Quando il Nae’blis verrà al corrente di questo tuo pasticcio...»

«Il Nae’blis? Non m’importa di Moridin. Ho già offerto un dono al Sommo Signore in persona. Bada, godo del suo favore. Tengo le chiavi nelle mie mani, Hessalam.»

«Vuoi dire... che l’hai fatto davvero? Le hai rubate?»

Taim sorrise. Tornò a voltarsi verso Androl, che era sospeso in aria, dibattendosi invano. Non era schermato. Scagliò un altro flusso verso Taim, ma l’uomo lo bloccò con noncuranza.

Androl non era uno che valesse nemmeno la pena schermare. Taim lo lasciò cadere dai flussi di Aria. Androl colpì forte il suolo. Grugni.

«Per quanto tempo ti sei addestrato qui, Androl?» chiese Taim. «Sei un imbarazzo per me. Quello è il meglio che riesci a fare quando cerchi di uccidere?»