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Una donna sfrecciò lungo il corridoio. — Abby, che è successo? Il sottomarino al largo della costa… — Si bloccò di scatto.

Il "sottomarino". Improvvisamente capii come era riuscita la rivoluzione clandestina a eludere per così tanto tempo l’ECGS. Un sottomarino significava aiuto di tipo militare. Erano coinvolti enti all’interno del governo, quanto meno alcune persone all’interno degli enti. PROPRIETÀ DEL GOVERNO STATUNITENSE. SEGRETO. PERICOLO.

Per un interminabile momento pensai di essere morto.

— D’accordo! — disse Abby. — Dammelo e poi chiuditi dentro quel magazzino, tu!

— Non avvicinarti — dissi. Indietreggiai nella camera con gli involucri, portando ancora Joncey. All’ultimo minuto lo lasciai cadere e chiusi sbattendo la porta. Poteva essere serrata dall’interno, ma non avevo dubbi sul fatto che lei fosse in grado di sovrapporsi. Contai sull’urgenza nel tono della seconda donna, sul panico: "Abby, il sottomarino al largo della costa!".

Restai fermo, col cuore che batteva forte. Le forme nella mia mente erano rosse, nere e spinose, dolorose come cactus.

Non successe nulla.

I minuti si trascinarono.

Alla fine una piccola sezione della parete accanto a me si illuminò. Era un olo-schermo e io non me ne ero nemmeno reso conto. Un terminale dalle prestazioni limitate. Il volto di Abby lo riempiva, macchiato di sangue, distorto dall’odio.

— Ascolta, Arlen, tu. Tu morirai lì dentro, sotto terra. Ho sigillato tutto. I terminali sono bloccati, loro, tutti quanti. Nel giro di un’altra ora il supporto vitale si spegnerà automaticamente. Potrei ucciderti adesso, io, ma voglio che prima tu ci puoi pensare. Mi senti? Sei morto, MORTO. — A ogni parola la sua voce si alzò fino a trasformarsi in un grido. Si passò una mano sulla fronte da una parte all’altra, i capelli scompigliati e stopposi, macchiati di sangue. Capii che Joncey era morto.

Qualcuno la trascinò via dallo schermo ed esso si spense.

Aprii di uno spiraglio la porta del magazzino. La mia sedia a rotelle era così malconcia che riuscivo a malapena a farla procedere lungo i corridoi. La vista continuava ad andare e venire finché non fui più certo di quali fossero le forme che mi trovavo di fronte e quali fossero nel mio cervello, se si eccettuava la grata scura. Quella era saldamente nella mia testa. Fremeva e per la prima volta cominciò ad aprirsi e ogni centimetro della sua apertura premeva contro la mia mente provocandomi dolore.

Trovai Jimmy Hubbley. Lo avevano ammazzato in modo pulito, per quel che ne potevo dire io. Una pallottola in testa. Francis Marion, ricordai, era morto tranquillamente nel proprio letto, per un’infezione.

Campbell doveva avere lottato. Il suo immenso corpo bloccava un corridoio, era tutto insanguinato e lacero, come colpito da una raffica. Giaceva scomposto sopra il dottore prigioniero. Il volto del dottore appariva sia terrorizzato sia indignato: non doveva essere la sua guerra. Il suo sangue scivolava lungo le pareti nano-tecnologicamente lisce, che erano state progettate in modo da disfarsi delle macchie.

Due corpi giacevano sul pavimento della stanza con i terminali, quando ebbi finalmente aperto abbastanza porte da riuscire a trovarla. Una donna di nome Junie e un uomo che non avevo mai sentito chiamare altrimenti se non "Alligatore". Anche loro erano morti in maniera pulita: pallottole in fronte. Il tentativo di Abigail di conquistare il potere non era stato sadico. Voleva semplicemente controllare le cose. Essere al comando. Sapere che cosa fosse meglio per 175 milioni di americani, preso o tolto qualche milione di Muli.

Seduto davanti al terminale principale dissi: — Terminale acceso. — Rispose: — SÌ, SIGNORE!

Francis Marion aveva creduto nella disciplina militare.

Mi occorsero quindici minuti per tentare tutto quello che Jonathan Markowitz mi aveva insegnato. Pronunciai ogni passo, o lo inserii manualmente in codice, senza capire nulla di ciò che ognuno di essi potesse significare. Anche se Jonathan me lo avesse spiegato, non avrei capito. Lui, poi, non me lo aveva spiegato. Le forme nella mia mente sfrecciavano rapidamente, palpitanti, affilate come artigli.

— PRONTI PER TRASMISSIONE ESTERNA. SIGNORE!

Non mi mossi.

Se Abigail mi aveva detto la verità, nel bunker rimanevano soltanto trentasette minuti di supporto vitale.

Quelli di Huevos Verdes, al largo della costa Messicana, potevano arrivare in quindici. Ma lo avrebbero fatto? Miranda non era venuta a prendermi finora.

— SIGNORE? PRONTI PER TRASMISSIONE ESTERNA. SIGNORE!

La grata scura nella mia mente si stava finalmente aprendo.

Cominciò a schiudersi come un ombrello o un bocciolo di rosa. Adesso esistono boccioli di rosa modificati geneticamente che si schiudono interamente in cinque minuti, dati gli esatti stimoli, per essere utilizzati in svariate cerimonie. Sono belli da vedere. Gli opachi pannelli a forma di rombo sulla grata si illuminarono e allargarono, contemporaneamente. La stessa grata si estese, facendosi sempre più grande, finché non si fu completamente aperta.

All’interno c’era un ragazzetto di dieci anni, sudicio e sicuro di sé, con occhi sfavillanti.

Non lo avevo più visto, io, da decenni: non la sua sicurezza rispetto a quello che voleva, il suo modo diretto di arrivarci. Quel ragazzo era stato uomo con se stesso. Aveva preso le proprie decisioni, infischiandosene di ciò che il resto del mondo gli diceva che dovesse fare. Non lo avevo più visto dal giorno in cui era arrivato nella tenuta di Leisha Camden nel Nuovo Messico, aveva incontrato i suoi primi Insonni e aveva sottomesso la sua alle loro menti superiori. Non da quando ero diventato il Sognatore Lucido. Non da quando avevo incontrato Miranda.

Ed eccolo di nuovo lì, quel ragazzetto solitario, sogghignante, liberato dalla grata di pietra che lo aveva racchiuso. Una forma che scintillava lucente nella mia mente.

— SIGNORE? VUOLE CANCELLARE LA TRASMISSIONE. SIGNORE?

Erano rimasti trentun minuti.

— No — dissi e pronunciai il codice di sovrapposizione di emergenza, quello che ero stato spinto a memorizzare attentamente e a non scordare, visto che Drew Arlen Vivo comune poteva facilmente dimenticare, in caso di emergenza.

Rispose lei personalmente. — Drew? Dove ti trovi?

Le fornii l’esatta latitudine e longitudine, ottenuta dal terminale, e le dissi come far passare la squadra di soccorso attraverso la pozza melmosa. La mia voce era completamente stabile. — È un laboratorio illegale sotterraneo. Una parte della rivoluzione che ha già liberato i disgregatori di duragem. Ma tu sai già tutto al proposito, vero?

Il suo sguardo non vacillò. — Sì. Ma non potevamo dirtelo.

— Capisco. — Era vero. Non avevo capito prima, ma adesso sì. Dopo Jimmy Hubbley. Dopo Abigail. Dopo Joncey. Dissi: — Ci sono moltissime cose che devo dire io a te.

Lei rispose: — Saremo lì in venti minuti. Ci sono delle persone già nelle vicinanze… aspetta soltanto venti minuti, Drew.

Annuii, guardando il suo volto sullo schermo. Non mi sorrideva: questa era una cosa troppo importante. Mi andava bene così. Le forme nella mia mente non lasciavano spazio ai sorrisi.

14

Billy Washington — East Oleanta

La mattina che il presidente ha dichiarato la legge marziale, lui, è stata la stessa mattina che io ho trovato vicino al fiume il corpo morto del coniglio modificato geneticamente. È stato una settimana dopo che eravamo andati a piedi a Coganville ed era poi arrivata la gente del governo a East Oleanta per far saltare in aria l’Eden. Solo quando Annie mi ha fatto finalmente uscire dal letto, io sono stato a sentire attentamente quello che diceva la gente nel caffè sul posto che era stato fatto saltare in aria. Alcune persone ci erano anche andate per dare un’occhiata. Mentre quelli lo descrivevano, io ho capito subito che il governo non aveva fatto esplodere il posto dove la ragazzina dalla testa grossa si nascondeva. Non il mio Eden.