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Alicia sospirò. «Be', no. In realtà, no. Alla fine dissero che avrei potuto tenere la bambina se fossimo rimaste entrambe fuori dalle loro vite. Avevo screditato la nostra famiglia e, ovviamente, il padre di Jamie non voleva che sua moglie lo scoprisse.» Non c'era rabbia nella sua voce, solo sconcerto, un triste sconcerto. «I miei genitori mi comprarono questa casa, carina e lontana. Io sono originaria di Dublino, di Howth, e mi davano un po' di soldi ogni tanto. E ogni tanto mandavo una lettera al padre di Jamie per dirgli come stava e anche delle fotografie. Ero sicura che prima o poi sarebbe venuto e avrebbe voluto cominciare a vederla. E, chissà, forse sarebbe anche successo. Non lo so.»

«E quando ha deciso che doveva andare in collegio?»

Alicia si affondò le dita fra i capelli. «Io…oh, mamma mia. Mi fa stare così male pensarci.»

Aspettammo.

«Avevo appena compiuto trent'anni» riprese. «E avevo capito che non mi piaceva come ero diventata. Facevo la cameriera in un caffè in città mentre Jamie era a scuola, ma non ne valeva la pena, non ci stavo nemmeno con la spesa per i biglietti dell'autobus, e non avevo nessun titolo di studio per potermi trovare un altro lavoro. Non volevo trascorrere il resto della mia vita così. Volevo qualcosa di meglio, per me e per Jamie. Io… oh, in un certo senso ero ancora una bambina anch'io. Non avevo mai avuto la possibilità di crescere. E lo volevo.»

«E per crescere» le suggerì Cassie, «aveva bisogno di un po' di tempo per sé?»

«Sì, proprio così. Ha capito perfettamente.» Alicia strinse il braccio di Cassie con gratitudine. «Volevo trovarmi un lavoro vero, così che non fossi più costretta ad appoggiarmi ai miei genitori, ma non sapevo quale. Avevo bisogno di poterlo scoprire. E una volta che lo avessi individuato, sapevo che avrei dovuto probabilmente fare un corso, e non potevo lasciare Jamie sola tutto il tempo: sarebbe stato diverso se avessi avuto un marito, o una famiglia. Avevo qualche amica, ma non potevo pretendere che…»

Si stava attorcigliando i capelli sempre più stretti intorno alle dita. «Ma certo» disse Cassie, pratica. «Così aveva appena comunicato a Jamie la sua decisione…»

«Be', glielo avevo detto la prima volta a maggio, quando finalmente mi ero decisa. Ma aveva reagito malissimo. Avevo provato a spiegarglielo, l'avevo portata a Dublino per farle vedere la scuola, ma era servito solo a peggiorare le cose. La odiava. Diceva che le ragazze là erano tutte stupide e parlavano solo di ragazzi e di vestiti. Jamie era un po' un maschiaccio, sapete, le piaceva stare fuori nel bosco tutto il giorno. Odiava il pensiero di stare rinchiusa in una scuola di città e di dover fare esattamente quello che facevano tutti gli altri. E non voleva lasciare i suoi amici. Era molto unita ad Adam e Peter, il bambino che è sparito con lei.» Lottai contro l'impulso di nascondere il viso dietro il taccuino.

«Così avete litigato.»

«Cielo, sì. Be', in realtà fu più un assedio che una battaglia. Jamie, Peter e Adam misero in atto un vero e proprio ammutinamento. Bandirono tutti gli adulti per settimane: non parlavano con noi genitori, non ci guardavano neanche, non parlavano in classe, ogni compito di Jamie recava in alto la scritta: NON MANDATEMI VIA…»

Aveva ragione: era stato un ammutinamento. FATE RIMANERE JAMIE, scritto a lettere maiuscole in rosso e di traverso su un foglio a quadretti. Mia madre che cercava inutilmente di farmi ragionare, io che sedevo sul divano, a gambe incrociate, muto, intento a mangiucchiarmi la pelle intorno alle unghie, lo stomaco in subbuglio per l'eccitazione e la paura per l'audacia che mostravo. "Ma vincemmo noi" pensai confusamente. "Di certo vincemmo noi." Urrà e dammi-un-cinque sul muro del castello, lattine di Coca alzate in un brindisi di festa. «Ma lei rimase ferma sulla sua decisione» disse Cassie.

«Insomma… non precisamente. Mi avevano esaurita. Era così difficile… Sa, tutta la gente che ne parlava, Jamie che l'aveva messa come se la stessi mandando in un orfanotrofio, come in Annie o roba del genere, io che non sapevo cosa fare… Alla fine mi lasciai sfuggire un: "Va bene, ci penserò". Dissi loro di non preoccuparsi, che avremmo trovato una soluzione, e interruppero la protesta. Pensai davvero di aspettare un altro anno. Ma i miei genitori si erano offerti di pagare le tasse scolastiche di Jamie e non ero certa che avrebbero fatto la stessa cosa l'anno dopo. So che dicendo questo potrò sembrare una madre terribile, ma pensavo veramente…»

«Per niente» la rassicurò Cassie. Scossi la testa anch'io, automaticamente. «Così quando disse a Jamie che alla fine ci sarebbe andata…»

«Oh, accidenti…» Alicia si torceva le mani. «Era distrutta. Disse che le avevo mentito. Cosa che non avevo fatto, sa, io… e poi scappò fuori a cercare gli altri, e io pensai: "Oh, Signore, ora ricominceranno a non parlare, ma per lo meno sarà solo per una settimana o due…". Avevo aspettato fino all'ultimo momento per dirglielo, capite, perché potesse godersi l'estate… e così, quando non tornò a casa, immaginai che…»

«Immaginò che fosse scappata» finì per lei Cassie. Alicia annuì. «Pensa ancora che possa essere stata un'eventualità?»

«No. Non lo so. Oh, detective, un giorno penso una cosa, il giorno dopo ne penso un'altra… Ma c'era il suo salvadanaio. Lo avrebbe preso con sé, no? E Adam era ancora nel bosco. Se fossero scappati, di certo ora sarebbe… sarebbe…»

Voltò bruscamente la testa, portandosi una mano al viso. «Quando capì che forse poteva non essere fuggita» domandò Cassie, «quale fu il suo primo pensiero?»

Di nuovo, Alicia inspirò ed espirò a fondo, le mani strette in grembo. «Pensai… avevo torto, ma sperai che magari suo padre… sperai che l'avesse presa lui. Lui e sua moglie non potevano avere figli, sapete, così pensai che magari… ma la polizia controllò e mi assicurarono che non era andata così.»

«In altre parole» disse Cassie, «non c'era niente che le facesse pensare che qualcuno potesse averle fatto del male. Nessuno che le avesse fatto paura, o nulla che l'avesse turbata, nelle settimane precedenti.»

«No, a dire il vero, no. C'era stato un giorno… un paio di settimane prima, che era rientrata prima del solito da giocare. Era sembrata un po' sconvolta ed era rimasta stranamente silenziosa per tutta la serata. Quando le avevo chiesto se era successo qualcosa, se qualcuno le aveva dato fastidio, mi aveva risposto di no.»

Qualcosa di oscuro guizzò nella mia mente – a casa presto, "no, mamma, tutto a posto" – ma era troppo lontano da raggiungere. «Lo dissi ai detective» proseguì Alicia, «ma non era un granché su cui lavorare, giusto? E potrebbe non essere stato nulla, dopotutto. Magari aveva bisticciato con gli amici. Forse avrei dovuto capire se si trattava di qualcosa di serio o meno… ma Jamie era una bambina piuttosto riservata, chiusa. Difficile da capire.»

Cassie annuì. «Dodici anni sono un'età complicata.»

«Sì, infatti, è proprio così. Era quello il problema. Penso che non avessi capito che era grande abbastanza per… be', per provare delle emozioni così forti rispetto agli eventi. Ma lei, Peter e Adam… avevano fatto tutto insieme fin da piccolissimi. Penso che non potessero immaginare la vita senza gli altri due.»

Fui quasi accecato da un'ondata di pura indignazione. "Non dovrei essere qui" pensai. "È una vera stronzata." Avrei dovuto essere seduto in un giardino in fondo alla strada, a piedi nudi e con qualcosa da bere in mano, a scambiarci le storie della giornata di lavoro con Peter e Jamie. Non ci avevo mai riflettuto prima e il pensiero quasi mi mise fuori combattimento: tutte le cose che avremmo potuto avere. Avremmo potuto restare svegli tutta la notte a studiare e a stressarci prima degli esami di maturità; io e Peter avremmo potuto litigare su chi doveva accompagnare Jamie al ballo delle debuttanti per prenderla poi in giro su come le stava il vestito; saremmo potuti tornare a casa insieme, cantando e ballando come matti, dopo notti di ubriacature al college; avremmo potuto prenderci un appartamento, andare in giro per l'Europa, passando a braccetto per incerte fasi modaiole, lavoretti sottopagati e storie d'amore ad alto tasso di drammaticità. Un paio di noi avrebbero potuto essersi sposati e aver dato al terzo un figlioccio. Mi avevano derubato. Mi piegai sul taccuino perché Alicia Rowan e Cassie non potessero vedermi il volto.