Pitt ne aveva discusso rabbiosamente con Tambor Brossen, l’ex Commissario a cui era subentrato. Brossen, piuttosto stanco, apprezzava il suo nuovo ruolo di anziano statista, molto più di quanto non avesse apprezzato la carica di Commissario. (Era risaputo che aveva affermato di non provare un grande piacere nel prendere le decisioni, a differenza di Pitt.)
Brossen aveva riso di fronte alla preoccupazione di Pitt circa la posizione di Rotor… non apertamente, certo, ma garbatamente, con gli occhi. «Non devi sentirti obbligato ad ammaestrare Rotor perché sia sempre d’accordo con te, Janus» aveva detto. «Lascia che i rotoriani facciano a modo loro di tanto in tanto… così le altre volte saranno ancor più pronti ad accettare le tue decisioni. Se vogliono orbitare attorno a Eritro, accontentali.»
«Ma è assurdo, Tambor. Non capisci?»
«Certo che capisco. Capisco anche che Rotor è sempre stato in orbita attorno a un mondo di dimensioni considerevoli. Ecco cosa sembra giusto ai rotoriani, ecco cosa vogliono ancora.»
«Eravamo in orbita attorno alla Terra. Eritro è diversissimo dalla Terra.»
«È un mondo, e ha grosso modo le stesse dimensioni della Terra. Ha terre emerse e mari. E un’atmosfera che contiene ossigeno. Potremmo viaggiare per migliaia di anni luce prima di trovare un mondo così simile alla Terra. Te lo ripeto. Lascia che la gente faccia a modo suo.»
Pitt aveva seguito il consiglio di Brossen, anche se nel suo intimo una voce non aveva smesso un solo istante di dissentire. Anche Nuova Rotor era in orbita attorno a Eritro, e pure le altre due Colonie in via di costruzione. Naturalmente, si stavano progettando degli insediamenti nella fascia degli asteroidi, però al pubblico mancava chiaramente l’entusiasmo per realizzarli.
Tra tutte le cose accadute dalla scoperta di Nemesis, la scelta dell’orbita attorno a Eritro rappresentava secondo Pitt l’errore più grande di Rotor. Non avrebbero dovuto commetterlo. Eppure… Pitt stesso avrebbe potuto imporre la propria volontà? Avrebbe potuto insistere? E in tal caso, avrebbe ottenuto qualcosa, o lo avrebbero semplicemente destituito dopo nuove elezioni?
La nostalgia… ecco qual era il problema di base. La gente tendeva a guardare indietro, e a volte Pitt non riusciva a farle voltare la testa perché guardasse avanti. Brossen, per esempio…
Era morto sette anni prima, e Pitt era stato al suo capezzale. Solo Pitt aveva colto le ultime parole del vecchio in punto di morte. Brossen lo aveva chiamato con un cenno, invitandolo a chinarsi, poi tendendo una mano incartapecorita aveva stretto debolmente Pitt. «Com’era luminoso il Sole della Terra» aveva mormorato. Ed era morto.
Così, dato che non riuscivano a dimenticare la luminosità del Sole e il verde della Terra, i rotoriani avevano protestato esasperati contro la logica di Pitt, e avevano preteso che Rotor orbitasse attorno a un mondo che non era verde e a un sole che non era luminoso.
E il ritmo di sviluppo aveva subito un arresto di dieci anni. Avrebbero guadagnato dieci anni se si fossero stabiliti subito nella fascia degli asteroidi. Pitt ne era convinto.
Già di per sé, questo fatto bastava a condizionare negativamente l’atteggiamento di Pitt nei confronti di Eritro… ma Eritro aveva delle particolarità peggiori… molto peggiori.
12 Rabbia
Combinazione, dopo avere fornito alla Terra il primo indizio circa la destinazione misteriosa di Rotor, Crile Fisher fornì anche il secondo.
Era tornato sulla Terra da due anni, ormai, e Rotor era sempre più un luogo vago e lontano nella sua mente. Eugenia Insigna era un ricordo che suscitava più che altro perplessità (cosa aveva provato per lei?), ma il pensiero di Marlene continuava ad essere fonte di amarezza. Nel proprio intimo, Crile non riusciva a separarla da Roseanne. La figlia di un anno che ricordava e la sorella diciassettenne che pure gli tornava alla mente si fondevano in un’unica personalità.
La vita non era dura. Crile Fisher aveva una pensione ragguardevole. Gli avevano perfino trovato un lavoro, una comoda occupazione amministrativa in cui ogni tanto doveva prendere decisioni prive di qualsiasi importanza. Lo avevano perdonato, almeno in parte, perché aveva ricordato quell’osservazione di Eugenia: "Se sapessi dove siamo diretti…".
Eppure aveva l’impressione di essere sorvegliato, e la cosa lo irritava.
Garand Wyler si faceva vivo di tanto in tanto, sempre cordiale, sempre curioso, sempre pronto a tirare in ballo Rotor in un modo o nell’altro. Era appena arrivato, adesso… e, come previsto da Crile, stava già parlando di Rotor.
Crile Fisher corrugò la fronte. «Sono passati quasi due anni. Cosa volete da me, insomma?»
Wyler scosse la testa. «Non saprei, Crile. Abbiamo solo quella frase di tua moglie. È evidente che non basta. Deve aver detto qualcos’altro negli anni che hai trascorso con lei. Pensa alle vostre conversazioni, a tutte le parole che vi siete scambiati. Non ti viene in mente nulla?»
«È la quinta volta che me lo domandi, Garand. Mi hanno interrogato. Mi hanno ipnotizzato. Mi hanno sondato la mente. Mi hanno strizzato e spremuto, e non c’è nulla nella mia testa. Lasciatemi in pace e dedicatevi a qualcos’altro. O rimettetemi al lavoro. Ci sono cento Colonie là fuori, con amici che si confidano tra loro e nemici che si spiano a vicenda. Chissà cosa potrebbe sapere una di quelle persone… magari senza rendersene conto, eh?»
«Se devo essere sincero, vecchio mio, ci siamo mossi in quella direzione, e ci siamo anche concentrati sulla Sonda Remota» disse Wyler. «È ovvio che Rotor deve avere scoperto qualcosa che il resto di noi ignora. Non abbiamo mai lanciato una Sonda Remota. E nemmeno nessun’altra Colonia l’ha lanciata. Solo Rotor è stato in grado di farlo. Quello che ha scoperto Rotor, qualunque cosa sia, dev’essere nei dati della Sonda Remota.»
«Bene. Esaminate i dati. Ce ne saranno abbastanza da tenervi occupati per anni. In quanto a me, lasciatemi in pace. Tutti quanti.»
«In effetti, ce ne sono abbastanza da tenerci occupati per anni» disse Wyler. «Rotor ha fornito una mole enorme di dati, secondo l’Accordo sulla Scienza Aperta. In particolare, abbiamo le loro fotografie stellari su qualsiasi lunghezza d’onda. Gli obiettivi della Sonda Remota sono riusciti a esplorare quasi ogni parte del cielo, e noi abbiamo studiato attentamente il materiale e non abbiamo trovato nulla di interessante.»
«Nulla?»
«Finora, nulla… ma, come hai detto tu, possiamo continuare a studiare quel materiale per anni. Naturalmente, abbiamo già moltissimi dati di cui gli astronomi sono entusiasti. Sono indaffarati e felici, gli astronomi… però non c’è nulla per noi, nemmeno una piccolissima traccia che ci aiuti a stabilire la destinazione di Rotor. Zero, finora. Per esempio, pare sia da escludere completamente l’esistenza di pianeti attorno alle due stelle del sistema di Alfa Centauri. E nel nostro settore non c’è nessuna stella sconosciuta di tipo G, come il Sole. Personalmente, non credo che scopriremo granché. La Sonda Remota avrà visto né più né meno quello che si vede dal Sistema Solare, no? Si è spinta solo a un paio di mesi luce, quindi non dovrebbe esserci nessuna differenza. Eppure alcuni di noi pensano che Rotor debba aver visto qualcosa, e presto, anche. Il che ci riporta a te.»
«Perché a me?»
«Perché la tua ex moglie era a capo del progetto Sonda Remota.»
«Non proprio. È diventata Primo Astronomo dopo la raccolta dei dati.»
«D’accordo, è diventata capo in seguito, e sicuramente ha svolto un ruolo importante in precedenza. Non ti ha mai parlato di quello che avevano scoperto grazie alla Sonda Remota?»
«Mai. Aspetta… hai detto che gli obiettivi della Sonda Remota sono riusciti a esplorare quasi ogni parte del cielo?»