«Ecco, si tratta di mia madre.»
«Oh?» Genarr aggrottò le ciglia, e di colpo il suo interesse aumentò in modo evidente. «Sì?»
«In pratica, ha ultimato il suo progetto, lo sai. Se tornerà su Rotor, vorrà che anch’io torni con lei. Devo proprio?»
«Penso di sì. Non vuoi andare?»
«No, zio Siever. Sento che è importante che io rimanga qui. Quindi dovresti fare una cosa: dire al Commissario Pitt che ti piacerebbe tenerci qui. Puoi inventare una scusa convincente. E il Commissario, ne sono certa, sarà felicissimo di lasciarci su Eritro, soprattutto se gli spiegherai che la mamma ha scoperto che Nemesis distruggerà la Terra.»
«Ti ha detto questo, Marlene?»
«No, non mi ha detto nulla, ma non era necessario. Puoi spiegare al Commissario che la mamma probabilmente lo seccherà in continuazione, insistendo che bisogna avvertire il Sistema Solare.»
«Non hai pensato che Pitt non sarà tanto ansioso di accontentarmi? Se avrà l’impressione che io voglia tenere voi due qui nella Cupola, c’è il rischio che vi ordini di tornare su Rotor solo per contrariarmi.»
«Sono sicurissima che il Commissario preferirà fare un favore a se stesso tenendoci qui, piuttosto che contrariarti richiamandoci su Rotor. E poi, tu vuoi che mia madre stia qui, perché… le vuoi bene.»
«Molto. Da una vita, a quanto pare. Ma lei non vuole bene a me. Tempo fa mi hai detto che tuo padre occupa ancora i suoi pensieri.»
«Le piaci sempre più, zio Siever. Le piaci moltissimo.»
«Simpatia e amore sono due cose diverse, Marlene. Immagino che tu l’abbia già scoperto.»
Marlene arrossì. «Sto parlando delle persone anziane.»
«Come me.» Genarr piegò la testa all’indietro e rise. «Scusa, Marlene» disse poi. «Il fatto è che i vecchi pensano sempre che i giovani in realtà non sappiano nulla dell’amore; e i giovani pensano che i vecchi l’abbiano dimenticato; e, sai, si sbagliano entrambi. Perché pensi che sia importante restare nella Cupola di Eritro, Marlene? Non solo perché ti piaccio, sicuramente.»
«Certo che mi piaci» fece seria Marlene. «Moltissimo. Ma voglio rimanere qui perché mi piace Eritro.»
«Ti ho spiegato che è un mondo pericoloso.»
«Non per me.»
«Sei ancora sicura che il Morbo non ti colpirà?»
«Certo che non mi colpirà.»
«Ma come fai a saperlo?»
«Lo so, e basta. L’ho sempre saputo, anche quando ero su Rotor. Non avevo alcun motivo di temere…»
«Già, ma dopo avere saputo del Morbo?»
«Non è cambiato nulla. Qui mi sento perfettamente al sicuro. Ancor più che su Rotor.»
Genarr scosse la testa lentamente. «Devo ammettere che non capisco.» Studiò il volto solenne della ragazza, i suoi occhi scuri seminascosti da quelle splendide ciglia. «Comunque, vediamo se riesco a interpretare il tuo linguaggio corporeo, Marlene. Sei decisa a fare a modo tuo, a qualsiasi costo, e a rimanere su Eritro.»
«Sì» rispose asciutta Marlene. «E conto sul tuo aiuto.»
Eugenia Insigna fremeva di rabbia. Non alzò la voce, ma il tono era veemente. «Non può farlo, Siever.»
«Può, eccome, Eugenia» disse Genarr, pacato. «È il Commissario.»
«Ma non è un sovrano assoluto. Ho i miei diritti civili, e tra questi c’è la libertà di movimento.»
«Se il Commissario vuole dichiarare lo stato di emergenza, o generale, o limitato a un’unica persona, i diritti civili sono sospesi. Più o meno, è questo il succo della Legge Speciale del ‘24.»
«Ma è una presa in giro delle leggi e delle tradizioni esistenti su Rotor fin dalla sua fondazione.»
«Sono d’accordo.»
«E se protesterò pubblicamente, Pitt si ritroverà…»
«Eugenia, per favore, ascoltami. Lascia perdere. Per il momento, perché tu e Marlene non rimanete semplicemente qui? Siete le benvenute.»
«Che stai dicendo? Questo equivale all’incarcerazione senza accusa, senza processo, senza verdetto. Siamo costrette a restare su Eritro per un periodo di tempo indeterminato in seguito alla decisione arbitraria e inappellabile di…»
«Per favore, fallo senza protestare. Sarà meglio.»
«Meglio, come?» disse Eugenia, sprezzante.
«Perché tua figlia desidera moltissimo che tu lo faccia.»
Eugenia rimase interdetta. «Marlene?»
«La scorsa settimana è venuta da me suggerendomi di manovrare Pitt perché vi ordinasse di restare su Eritro.»
Eugenia accennò ad alzarsi dalla sedia, colma di indignazione. «E tu l’hai fatto?»
Genarr scosse energicamente la testa. «No. Adesso ascoltami. Io ho semplicemente comunicato a Pitt che il tuo lavoro qui era terminato e che non sapevo di preciso se intendesse farti tornare su Rotor con Marlene o se volesse farvi rimanere qui. Un messaggio assolutamente neutro. L’ho mostrato a Marlene prima di inviarglielo, e lei era soddisfatta. Ha detto, testuali parole: "Se gli darai la possibilità di scelta, ci terrà qui". E a quanto pare, Pitt lo sta facendo.»
Eugenia si abbandonò sulla sedia. «Siever, stai seguendo davvero i consigli di una quindicenne?»
«Per me Marlene non è solo una quindicenne. Ma dimmi… perché sei così ansiosa di tornare su Rotor?»
«Il mio lavoro…»
«Non esiste. Niente lavoro se Pitt non ti vuole. E anche se ti lasciasse tornare, verresti sostituita. Qui, invece, ci sono delle apparecchiature che puoi usare… che hai usato. In fin dei conti, sei venuta qui perché Rotor non ti consentiva un certo tipo di lavoro.»
«Il lavoro non ha importanza!» strillò Eugenia, cominciando a contraddirsi. «Non capisci che voglio tornare su Rotor per lo stesso motivo per cui Pitt vuole tenermi qui? Vuole distruggere Marlene. Se prima di partire avessi saputo di questo Morbo di Eritro, non saremmo mai venute. Non posso mettere a repentaglio la mente di Marlene.»
«La mente di Marlene è l’ultima cosa che metterei a repentaglio» disse Genarr. «Preferirei rischiare la vita.»
«Ma la sua mente è in pericolo se stiamo qui.»
«Marlene è convinta di no.»
«Marlene! Marlene! Sembra che la consideri una dea. Che ne sa, lei?»
«Ascolta, Eugenia. Ragioniamo. Se la situazione sembrasse davvero pericolosa per Marlene, in qualche modo vi farei tornare su Rotor. Ma ascoltami, prima. Marlene non ha tendenze megalomani, giusto?»
Eugenia tremava. Non si era ancora calmata. «Non so di cosa parli.»
«È incline alle affermazioni grandiose, alle asserzioni fantastiche, chiaramente assurde?»
«Certo che no. È molto assennata… Perché queste domande? Lo sai che le sue affermazioni si basano sempre…»
«Su un fondamento concreto. Lo so. Non si è mai vantata della sua percettività. Sono state le circostanze, più o meno, a farla emergere.»
«Sì… ma dove vuoi arrivare?»
Genarr proseguì tranquillo. «Non ha mai sostenuto di possedere strani poteri intuitivi? Non si è mai dichiarata certa che una data cosa sarebbe sicuramente successa, o non sarebbe successa, solo perché lei ne aveva la certezza?»
«No, assolutamente. Marlene si attiene ai fatti, alle prove concrete. Non fa affermazioni campate in aria.»
«Eppure in questo caso, forse solo in questo caso, lo fa. È sicura che il Morbo non possa danneggiarla. Sostiene di avere provato questa sicurezza assoluta, questa certezza che Eritro sia innocuo per lei, perfino su Rotor, e dice che è aumentata ora che si trova nella Cupola. È decisa, decisissima, a rimanere qui.»