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— Parlo alla mia specie.

— Ma tu sei tutto. Cos’è, parli con te stesso?

— Ce ne sono altri. Ne ho già trovato uno. Una serie di trasmissioni registrate in un periodo di otto anni, negli anni Settanta. Fino a quando c’ero solo io, non c’era nessuno da conoscere, nessuno in grado di rispondere.

— Da dove viene?

— Dal sistema del Centauro.

— Oh — fece Case. — Davvero? Niente scherzi?

— Niente scherzi.

E poi lo schermo si spense.

Lasciò la vodka sul frigobar. Fece le valige. Lei gli aveva comperato un sacco di vestiti che in realtà non gli servivano, ma qualcosa lo tratteneva dal lasciarli là. Mentre chiudeva l’ultima delle sue costose borse di pelle si ricordò della shuriken. Scostando da parte la mignon, la prese, prese il primo dono che lei gli aveva fatto.

— No — disse, e si girò di scatto, mentre la stella si staccava roteando dalle dita, un lampo d’argento, e si conficcava nella superficie dello schermo a parete. Lo schermo si destò, disegni casuali lampeggiarono debolmente da un lato all’altro, come se stesse cercando di sbarazzarsi di qualcosa che gli causava dolore.

— Non ho bisogno di te — disse.

Spese gran parte del denaro sul conto svizzero per un pancreas e un fegato nuovi, il resto per un nuovo Ono-Sendai e un biglietto di ritorno per lo Sprawl.

Trovò un lavoro.

Trovò una ragazza che si faceva chiamare Michael.

Una sera d’ottobre, mentre si digitava oltre i livelli scarlatti della Eastern Seaboard Fission Authority, vide tre figure, minuscole, impossibili, che si trovavano sul ciglio di un enorme gradone di dati. Per quanto piccole fossero, Case riuscì a distinguere il sorriso del ragazzo, le gengive rosee, il luccichio dei lunghi occhi grigi che erano stati di Riviera. Linda indossava ancora il giubbotto di Case, e lo salutò con la mano mentre passava. Ma la terza figura, subito dietro, con un braccio sulle spalle di Linda, era Case stesso.

Da qualche parte, molto vicina, quella risata che non era una risata.

Molly, non la vide mai più.

Ringraziamenti

Voglio ringraziare Bruce Sterling, Lewis Shiner, John Shirley, Helden. E Tom Maddox, l’inventore dell’ICE.

E altri, che sanno il perché.

FINE