Boss prese un appunto. — Ne discuteremo in seguito. Quali sono i tratti distintivi di una cultura malata?
— Boss’, santo cielo! Sto ancora imparando le reali dimensioni del complesso Shipstone.
— Non ne imparerai mai le reali dimensioni. Ti ho affidato due incarichi in un colpo solo perché potessi riposarti la mente cambiando argomento. Non dirmi che non hai nemmeno pensato al secondo incarico.
— Ci ho pensato, ma poco di più. Ho letto Gibbon e studiato la rivoluzione francese. E poi Dallo Yalu al precipizio di Smith.
— Un saggio molto erudito. Leggiti anche Gli ultimi giorni della dolce terra della libertà di Penn.
— Sì, signore. Ho cominciato a prendere note. È un brutto segno quando gli abitanti di una nazione smettono di identificarsi con la nazione e iniziano a identificarsi con un gruppo. Un gruppo razziale. O una religione. O una lingua. Qualunque cosa, se non tocca l’intera popolazione.
— Un pessimo segno. Particolarismo. Un tempo era considerato un vizio spagnolo, ma qualunque paese se ne può ammalare.
— Non conosco la Spagna. La predominanza dei maschi sulle femmine dovrebbe essere uno dei sintomi. Immagino che sarebbe vero anche il contrario, ma in tutta la storia che ho consultato non mi sono mai imbattuta nel caso opposto. Perché, Boss?
— Dimmelo tu. Continua.
— Da quanto ho sentito finora, prima che una rivoluzione possa verificarsi, la popolazione deve perdere fiducia sia nella polizia sia nei tribunali.
— Elementare. Procedi.
— Be’… L’alto livello di tassazione è importante, come l’inflazione monetaria e il rapporto numerico fra individui produttivi e dipendenti pubblici. Ma questa è aria fritta. Lo sanno tutti che un paese è conciato male quando entrate e uscite non sono in pareggio e non ti tornano più, anche se si compie sempre un’infinità di tentativi per pareggiare i conti a furia di leggi. Però ho cominciato a cercare piccoli segni, segni insignificanti. Per esempio, lo sapevi che qui è contro la legge starsene nudi al di fuori di casa propria? Anche in casa, se c’è qualcuno che può vederti.
— Una norma piuttosto difficile da far rispettare, suppongo. Che significato ci vedi?
— Oh, non viene fatta rispettare. Ma non si può nemmeno abrogare. La Confederazione è piena di leggi simili. Secondo me, ogni norma legale che non venga fatta rispettare e non si possa far rispettare indebolisce tutte le altre. Boss, lo sapevi che la Confederazione Californiana sovvenziona le prostitute?
— Non me n’ero accorto. A che pro? Per le forze armate? Per la popolazione di carcerati? O come servizio pubblico? Confesso una certa sorpresa.
— Oh, no, non è affatto così! Il governo le paga perché tengano le gambe chiuse. Per toglierle dalla piazza. Vengono addestrate, diplomate, esaminate, e immagazzinate. Solo che non funziona. Le artiste dell’arte amatoria che hanno diritto al sussidio incassano l’assegno, e poi tornano a battere. Invece non dovrebbero farlo nemmeno per proprio piacere, perché danneggiano il mercato delle prostitute non sovvenzionate. Così il sindacato delle prostitute, che inizialmente aveva portato avanti la legge per acquistare peso, adesso sta cercando di creare un sistema di controlli per tappare i buchi della legislazione. E non funzionerà nemmeno questo.
— Perché non funzionerà, Friday?
— Boss, le leggi che vogliono far tornare indietro la marea che sale non funzionano mai. È quello che diceva re Canuto. Lo saprai, no?
— Volevo accertarmi che lo sapessi tu.
— Penso di essere stata insultata. Ho trovato una ciliegina. Nella Confederazione Californiana è contro la legge rifiutare credito a una persona solo perché la persona ha subito una bancarotta. Il credito è un diritto civile.
— Immagino che nemmeno questo funzioni, ma cosa succede se qualcuno non osserva la legge?
— Non ho ancora indagato, Boss. Però penso che uno straccione che voglia corrompere un giudice si trovi in svantaggio. Voglio menzionare uno dei sintomi ovvi: la violenza. Le rapine. I cecchini. Gli incendi dolosi. Le bombe. Il terrorismo di ogni tipo. Le sommosse, ovviamente; ma sospetto che i piccoli episodi di violenza, quelli che colpiscono i cittadini giorno dopo giorno, danneggino una cultura ancora più delle sommosse popolari che divampano all’improvviso e poi si spengono. Per il momento è tutto. Oh, coscrizioni e schiavitù e atti di forza di ogni tipo da parte del governo e incarcerazione senza cauzione e senza processi veloci… Ma queste cose sono ovvie. Tutti i testi di storia ne parlano.
— Friday, credo ti sia sfuggito il sintomo più allarmante in assoluto.
— Davvero? Me lo dici tu? Oppure dovrò brancolare nel buio per cercarlo?
— Mmm. Per questa volta te lo dirò. Però poi devi essere tu a cercarlo. Studialo. Le culture malate mostrano lo stesso complesso di sintomi che tu hai descritto… ma una cultura moribonda mostra sempre la cattiveria a livello personale. Le cattive maniere. La mancanza di rispetto per gli altri persino nelle piccole cose. La scomparsa della cortesia, delle buone maniere, è più significativa di una sommossa.
— Sul serio?
— Puah! Dovevo costringerti a scavarlo fuori da sola, così lo sapresti. Il sintomo è serio soprattutto perché l’individuo che lo sfoggia non lo considera mai un segno di cattiva salute, ma anzi un indice della propria forza. Cercalo. Studialo. Friday, è troppo tardi per salvare questa cultura. La cultura di tutto questo mondo, non solo il carrozzone balordo della California.
«Quindi dobbiamo preparare i monasteri per l’Era Oscura che si avvicina. Le registrazioni elettroniche sono troppo fragili. Dobbiamo avere di nuovo libri, con inchiostri stabili e carta resistente. Ma questo potrebbe non bastare. Forse il serbatoio da cui attingerà il prossimo rinascimento dovrà venire da oltre il cielo.» Boss s’interruppe, respirò affannosamente. — Friday…
— Sì, signore?
— Memorizza questo nome e indirizzo. — Le sue mani si mossero sulla consolle; la risposta apparve su uno schermo in alto. Io memorizzai.
— Fatto?
— Sì, signore.
— Devo ripetere per controllare?
— No, signore.
— Sei sicura?
— Se vuoi, ripeti.
— Mmm. Friday, saresti così gentile da versarmi una tazza di tè prima di andartene? Vedo che oggi le mie mani non sono troppo salde.
— Sarà un piacere, signore.
24
Né Blondie né Anna si fecero vive il giorno dopo a colazione. Mangiai da sola, quindi piuttosto in fretta; mi attardo sul cibo solo quando sono in compagnia. Tanto meglio, comunque, perché avevo appena finito e mi stavo alzando quando dall’impianto di altoparlanti uscì la voce di Anna.
— Attenzione, prego. Ho il triste incarico di annunciarvi che nel corso della notte il nostro Presidente è spirato. Per suo desiderio non vi sarà cerimonia funebre. Il corpo è stato cremato. Alle nove e zero zero, nella sala riunioni principale, si terrà una riunione per chiudere gli affari dell’agenzia. Tutti sono pregati di partecipare e di presentarsi in orario.
Fino alle nove passai il tempo a piangere. Perché? Provavo tristezza per me stessa, suppongo. Sono certa che Boss l’avrebbe pensata così. Lui non provava tristezza per sé, nemmeno per me, e mi ha rimproverata più di una volta per la mia tendenza ad autocommiserarmi. L’autocommiserazione, diceva, è il più demoralizzante di tutti i vizi.
In ogni caso, ero triste per me stessa. Avevo sempre litigato con lui, anche tanto tempo prima quando mi aveva affrancata, rendendomi una Persona Libera dopo che ero scappata. Mi trovai a rimpiangere ogni volta che gli avevo dato una rispostaccia, che ero stata impudente, che lo avevo insultato.
Poi mi tornò in mente che non sarei piaciuta a Boss se fossi stata un verme, una creatura servile senza opinioni mie. Lui doveva essere ciò che era e io dovevo essere ciò che ero ed eravamo vissuti insieme per anni in stretto contatto senza mai, nemmeno una volta, carezzarci la mano. Per Friday è un record. Un record che non m’interessa battere.