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— Alludevo all’idea che abbiate un figlio della mia età. Non si possono avere figli a cinque anni. A quattro.

Lei sorrise. — Voi dite cose meravigliose. Perché non venite qui e sposate mio figlio? Ha sempre desiderato un’ereditiera.

— Sono un’ereditiera?

Lei tornò seria. — Uhm! Non posso rompere i sigilli di quel testamento prima che vostro padre sia ufficialmente morto, e qui a Luna City non lo è. Non ancora. Ma lo sarà presto, e non avrebbe senso farvi richiamare. Ho steso io il testamento. Ho controllato se era stato cambiato qualcosa quando mi è stato rispedito. Poi ho messo i sigilli e l’ho chiuso in cassaforte. Quindi so cosa dice. E voi saprete ufficialmente quello che sto per dirvi solo fra diverse ore. Siete un’ereditiera, ma i cacciatori di dote non vi perseguiteranno. Non avrete un centesimo in contanti. Però la banca, cioè io, ha istruzioni di finanziare la vostra emigrazione dalla Terra. Se scegliete la Luna, vi paghiamo il biglietto. Se scegliete un pianeta da colonizzare vi diamo un coltello da scout e preghiamo per voi. Se scegliete un posto costoso come Kaui o Alcione, il fondo a vostra disposizione vi paga il viaggio e il contributo che dovete versare e vi fornisce il capitale iniziale. Se non emigrerete mai dalla Terra, alla vostra morte la cifra destinata ad aiutarvi sarà devoluta agli altri obiettivi del fondo. Ma la vostra emigrazione avrà precedenza assoluta. Se emigrate a Olympia, pagate di tasca vostra. Da noi non avrete nulla.

— Il dottor Baldwin me ne aveva accennato. Cos’ha di tanto brutto Olympia? Non ricordo una colonia con quel nome.

— Non la ricordate? No, probabilmente siete troppo giovane. È il posto dove si sono trasferiti tutti quei superuomini arroganti. Inutile mettervi in guardia, comunque. Non ci sono navi di linea che arrivino lì. Tesoro, questa conversazione vi costerà una fortuna.

— Probabile. Ma mi costerebbe ancora di più se dovessi richiamare. L’unica cosa che mi dispiace è dover pagare anche gli intervalli di silenzio. Potete cambiare panni un attimo e diventare la Ceres & South Africa? O forse no. Potrei avere bisogno di consigli legali.

— Sparate pure. Indosso entrambi i panni. Chiedete quello che volete; oggi non si paga. Consideriamola promozione pubblicitaria.

— No. Pagherò per quello che avrò.

— Sembrate il vostro povero padre. Secondo me è lui che ha inventato il do ut des.

— Non è veramente mio padre, e io non l’ho mai considerato mio padre.

— Conosco la storia, tesoro. Alcuni dei documenti che vi riguardano li ho stesi io. Lui vi considera una figlia. Era enormemente orgoglioso di voi. La prima volta che mi avete chiamata, ero curiosissima. Ho dovuto tenere la bocca chiusa su cose che sapevo, ma ho potuto vedervi. Cosa avete in mente?

Le spiegai i guai che avevo avuto con la Wainwright per le carte di credito. — Senz’altro la MasterCard della California mi ha concesso un credito molto superiore ai miei bisogni e alle mie possibilità. Ma quella cosa c’entra? Non ho ancora usato tutti i soldi che ho depositato, e rimpinguerò il conto con la liquidazione. Duecentonovantasette grammi e tre decimi di oro a diciotto carati.

— Rhoda Wainwright non vale un fico secco, come avvocato. Quando il signor Esposito è morto, vostro padre avrebbe dovuto cambiare studio legale. È ovvio che il credito che la MasterCard vi concede non la riguarda, e comunque lei non ha alcuna autorità su questa banca. Signorina Baldwin…

— Chiamatevi Friday.

— Friday, vostro padre era un dirigente di questa banca ed è, o era, un azionista di maggioranza. Anche se non riceverete direttamente nulla delle sue ricchezze, dovreste accumulare un passivo enorme e non saldarlo per parecchio tempo e rifiutarvi di dare spiegazioni prima che il vostro conto vada in rosso. Quindi, lasciate perdere. Però adesso che Pajaro Sands chiude, mi occorre un altro vostro indirizzo.

— Al momento siete voi l’unico indirizzo che ho.

— Vedo. Be’, datemene uno appena lo avrete. C’è altra gente con lo stesso problema, un problema inutilmente peggiorato da Rhoda Wainwright. Ci sono altre persone che dovrebbero essere presenti alla lettura del testamento. La Wainwright avrebbe dovuto avvertirle, non lo ha fatto, e ormai hanno lasciato Pajaro Sands. Sapete dove posso trovare Anna Johansen? O Sylvia Havenisle?

— Conosco una donna di nome Anna che era a Pajaro. Era l’addetta ai documenti classificati. L’altro nome mi è sconosciuto.

— Dev’essere l’Anna giusta. A me risulta come «impiegata confidenziale». La Havenisle è infermiera diplomata.

— Oh! Sono tutte e due dietro la porta che ho qui davanti. Dormono. Sono rimaste sveglie tutta notte. La morte del dottor Baldwin.

— È il mio giorno fortunato. Per favore informatele, quando si sveglieranno, che dovrebbero essere rappresentate alla lettura del testamento. Ma non svegliatele adesso; posso sistemare le cose più tardi. Qui non siamo troppo maniaci della burocrazia.

— Potreste rappresentarle voi?

— Se me lo chiedete, sì. Ma fatemi chiamare. Mi serviranno indirizzi nuovi anche per loro. Al momento dove sono?

Glielo dissi, ci salutammo, e interruppi la comunicazione. Poi restai perfettamente immobile, lasciai che la mia testa assorbisse i fatti. Ma Gloria Tomosawa mi aveva reso tutto più facile. Sospetto che esistano solo due tipi di avvocati: quelli che si sforzano di facilitare la vita agli altri, e i parassiti.

Uno scampanellio e una spia rossa mi fecero tornare al terminale. Era Burton McNye. Gli dissi di salire ma non fare rumore. Lo baciai senza fermarmi a pensarci, poi ricordai che non era un amico di bacio. Oppure sì? Non sapevo se avesse dato una mano a salvarmi dal «Maggiore»; dovevo chiederglielo.

— Nessun problema — mi informò. — La Banca d’America ha accettato l’assegno. Mi verseranno tutto solo dopo aver riscosso, ma mi hanno anticipato qualche centinaio d’orsi per la notte. Mi dicono che un assegno in oro di Luna City può essere incassato in ventiquattro ore circa. Il che, oltre alla solida reputazione economica del nostro defunto datore di lavoro, mi ha tolto dai pasticci. Quindi non c’è bisogno che mi lasci dormire qui per stanotte.

— La notizia dovrebbe rallegrarmi? Burt, adesso che sei di nuovo solvente puoi portarmi a cena. Fuori. Perché le mie compagne di stanza sono zombie. Morte, forse. Le povere care sono rimaste in piedi tutta notte.

— È troppo presto per cenare.

Non era troppo presto per quello che facemmo poi. Io non lo avevo previsto, ma Burt giurava di averci pensato sul Vma; non gli credetti. Gli chiesi di quella notte alla fattoria, e certo anche lui faceva parte del gruppo di soccorso. Disse che lo avevano messo nella riserva, che aveva semplicemente fatto un giretto, ma ancora nessuno ha ammesso di avere fatto qualcosa di pericoloso, quella notte; però, lo ricordo, Boss mi ha detto che vennero arruolati tutti perché il personale era scarsissimo; anche Terence, che quasi non deve ancora farsi la barba.

Lui non protestò quando cominciai a spogliarlo.

Burt era esattamente quello che mi ci voleva. Erano successe troppe cose e io mi sentivo emotivamente esausta. Come tranquillante, il sesso è superiore a tutti i medicinali ed è molto meglio per il metabolismo. Non vedo perché gli umani diano tanta drammatica importanza al sesso. Non è complesso; è semplicemente la cosa migliore della vita, anche meglio del cibo.

Il bagno del nostro appartamento si poteva raggiungere senza passare in camera da letto. Probabilmente la disposizione era quella perché il soggiorno, all’occasione, si trasformava in una seconda camera da letto. Così ci ripulimmo tutti e due e io indossai la tuta Superpelle con la sua aria appetitosa che mi era servita da esca per agganciare Ian, la primavera scorsa; e capii di averla messa perché i miei pensieri e i miei sentimenti erano tornati a Ian, però non ero più preoccupata per Ian e Jan, o Georges. Li avrei ritrovati, adesso ne avevo la serena certezza. Se anche non fossero mai tornati a casa, al peggio li avrei rintracciati tramite Betty e Freddie.