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Chissà cosa significava «massimo pericolo»: qualcosa che richiedeva i talenti di una donna piuttosto veloce nei momenti difficili? L’idea di finire a capo di un plotone d’amazzoni non mi attirava troppo, perché qualcuna delle mie ragazze sarebbe finita ammazzata e io ci sarei rimasta male. Ma non mi sarebbe dispiaciuto affrontare una tigre dai denti a sciabola, o l’equivalente, perché ero certa di potermi avvicinare, colpirla e andarmene prima che quella si rendesse conto che era successo qualcosa.

Forse un T-8 primitivo per Friday sarebbe stato meglio di un posticino laccato come Paese di Cuccagna.

D’altro canto, quel «massimo pericolo» poteva derivare da troppi vulcani o troppa radioattività. Chi ha voglia di diventare fosforescente? Informati bene, Friday; non avrai due occasioni.

Quel giorno restai al Centro fino a tardi, perché Blondie faceva ancora il turno di notte. Le avevo servito la cena al mattino, quando era tornata a casa; l’avevo messa a letto verso le dieci, sperando che riuscisse a dormire fino alle diciotto. Così bivaccai finché gli uffici del Centro non cominciarono a chiudere.

Quando rientrai, la nostra casa era al buio, e io ne fui contenta, perché significava che Blondie non si era ancora svegliata. Con un po’ di fortuna avrei potuto servirle la colazione prima che si alzasse. Così entrai in punta di piedi… e mi resi conto che la casa era vuota. Non cercherò di definire il fenomeno, ma una casa vuota non da le sensazioni, l’odore, i suoni o il gusto di una casa dove qualcuno sta dormendo. Andai diritta in camera da letto: letto deserto. Accesi le luci e lo trovai: un lungo stampato per me al terminale.

Cara Friday,

ormai ho l’impressione che non tornerai prima della mia partenza, e probabilmente è meglio, perché ci metteremmo a piangere tutte e due e non servirebbe a niente.

Ho trovato un lavoro, ma non nel modo che prevedevo. Tenermi in contatto col mio vecchio boss ha dati i suoi frutti. Il dottor Krasny mi ha chiamata dopo che ero appena andata a letto. È ufficiale comandante di un nuovo ospedale da campo in via di allestimento per gli Scout di Sam Houston. Non sono scout normali, ovviamente; ogni battaglione serve da quadro per una squadra triangolare di combattimento, una brigata in miniatura. Non dovrei dirti da dove partiamo o dove andiamo, ma (brucia questo stampato dopo averlo letto!) se tu ti spostassi in direzione ovest da Plainview, potresti imbatterti in noi a Los Llanos Estacados, prima di arrivare a Portales.

Dove andremo? Questa è davvero un’informazione classificata! Ma se non raggiungiamo Ascension, diverse mogli cominceranno a incassare la pensione del marito. Ho chiamato Anna e Burt; mi raggiungeranno a El Paso alle diciotto e dieci

(18,10? Allora Blondie è già in Texas. Mio Dio!)

perché il dottor Krasny mi ha assicurato che ci sarà lavoro anche per loro, o come combattenti o come ausiliari medici se dovessero sorgere complicazioni. C’è un posto anche per te, mia cara; in prima linea, se vuoi. Oppure ti classificherò paramedico-3 e ti terrò con me e ti porterò al grado di sergente maggiore (medico) in un lampo, perché conosco le tue qualità e le conosce anche il dottor Krasny. Sarebbe bello tornare assieme tutti e quattro, cioè tutti e cinque.

Ma non voglio costringerti a nulla. So che sei preoccupata per quei tuoi amici canadesi scomparsi. Se pensi di dover restare libera come l’aria per cercarli, che Dio ti benedica e buona fortuna. Ma se vuoi tuffarti nell’azione con un’ottima paga, vieni subito a El Paso. L’indirizzo è Panhandle Investments, Divisione El Paso, Ufficio Operazioni, Fattori Ambientali, John Krasny, Ingegnere capo; e non ridere: imparalo a memoria e distruggilo.

Quando si sarà sparsa la notizia ufficiale dell’operazione, potrai raggiungerci senza problemi tramite l’ufficio di Houston degli Scout. Ma per il momento io sono il «capo personale» dei «Fattori Ambientali».

Che un Dio benevolo si prenda cura di te e ti protegga da ogni male.

Con tutto il mio amore,

Blondie.

27

Bruciai immediatamente lo stampato. Poi andai a letto. Non avevo voglia di cenare.

Il mattino dopo andai al Centro Lavoro, mi presentai al signor Fawcett, agente delle Linee IperSpazio e gli dissi che volevo arruolarmi come addetto alla sicurezza disarmato.

Quel verme arrogante mi rise in faccia. Cercai sostegno morale nella sua assistente, ma quella distolse gli occhi. Frenai l’ira e chiesi dolcemente: — Vi spiacerebbe spiegarmi cosa c’è da ridere?

Lui la piantò col suo gracchiare rauco e disse: — Senti, pollastra, addetto è maschile. Anche se potremmo assumerti come addetto a qualche altro ramo di attività.

— La vostra insegna dice che seguite il Codice Diritti Uguali per Tutti. E sotto, a lettere piccole, c’è scritto che cameriere significa anche cameriera, steward significa stewardess, eccetera. È vero?

Fawcett smise di sorridere. — Assolutamente vero. Ma c’è anche scritto FISCAMENTE ADATTI A SVOLGERE LE MANSIONI RICHIESTE DALLA POSIZIONE. Su una nave, l’addetto alla sicurezza è un agente di polizia. L’addetto alla sicurezza disarmato è un poliziotto che deve saper mantenere l’ordine senza ricorrere alle armi. Deve sapersi aprire la strada in una zuffa e arrestare l’epicentro del casino, a mani nude. È chiaro che tu non puoi farlo. Quindi non rompermi le scatole con le tue proteste sindacali.

— Non andrò ai sindacati. Però voi non avete letto il mio curriculum.

— Non vedo che importanza abbia. Comunque… — Lanciò un’occhiata distratta al foglio. — Qui dice che sei un corriere da combattimento, qualunque cosa sia.

— Significa che quando ho un lavoro da fare, non mi ferma nessuno. Se qualcuno ci prova con troppa insistenza, è carne da macello. Un corriere viaggia disarmato. A volte ho un coltello laser o una bomboletta di lacrimogeno. Però dipendo principalmente dalle mie mani. Date uno sguardo al mio addestramento.

Lui guardò. — Okay, sei stata a una scuola di arti marziali. Questo non significa che tu possa affrontare un bestione che pesa cento chili più di te ed è più alto di mezzo metro. Non farmi perdere tempo, ragazzina. Non riusciresti ad arrestare nemmeno me.

Raggiunsi la sua scrivania, poi lo trascinai di peso alla porta e lo lasciai andare prima che qualcuno fuori vedesse. Non vide nemmeno la sua assistente; fece uno sforzo del diavolo per non vedere.

— Voilà — dissi. — Ci riesco senza fare del male a nessuno. Ma voglio essere messa alla prova col vostro addetto alla sicurezza più grosso. Gli romperò il braccio. A meno che non mi chiediate di rompergli il collo.

— Mi hai preso quando non guardavo!

— Naturale. È così che affronto un ubriaco indemoniato. Però adesso state guardando, per cui rifacciamolo da capo. Siete pronto? Questa volta dovrò farvi un po’ di male, ma non troppo. Non romperò nemmeno un osso.

— Ferma dove sei! È ridicolo. Noi non assumiamo addetti alla sicurezza semplicemente perché conoscono qualche trucchetto orientale. Assumiamo uomini grossi, tanto grossi da imporre rispetto solo per le dimensioni fisiche. Così non si picchiano con nessuno.

— Okay — dissi. — Assumetemi come poliziotto in borghese. Mettetemi in abito da sera e piazzatemi nel salone da ballo. Quando qualcuno delle mie dimensioni un po’ su di giri tirerà un colpo al plesso solare del vostro grosso poliziotto e quello si piegherà in due, io smetterò di fingere di essere una signora e correrò a dargli una mano.

— I nostri addetti alla sicurezza non hanno bisogno di protezione.

— Forse. Un uomo molto grosso in genere è lento e goffo. Sa pochissimo dell’arte di combattere perché non ha mai dovuto fare a pugni. Va bene per mantenere l’ordine a un tavolo da poker. O per sistemare un ubriaco. Ma immaginiamo che il capitano abbia bisogno di vero aiuto. Una rivolta. Un ammutinamento. A quel punto, vi occorre qualcuno che sappia combattere. Io.