— Contento, Orion? — chiese.
Guardai Anya. La sua espressione esprimeva solo paura.
— Perché? — chiesi a Ormazd. — Perché massacrare i neandertaliani? Erano innocui…
— Appunto. Innocui. Inoffensivi. Splendidamente adattati al loro ambiente. — Ormazd allargò le mani in un gesto eloquente di rassegnazione, e tacque.
— Allora perché distruggerli? Perché iniziare La Guerra?
— Perché dal punto di vista dell’evoluzione erano un vicolo cieco. Non sarebbero mai progrediti oltre lo stadio in cui li hai trovati.
— Come fai a saperlo?
Rise. — Orion, misera creatura. Lo so! Ho esaminato tutte le vie possibili del continuum. I neandertaliani avrebbero vissuto la loro esistenza idilliaca per un dato periodo, dopo di che sarebbero stati spazzati via come i dinosauri.
La faccia di Ahriman era una maschera di sofferenza atroce. Sentiva quello che dicevamo, ma non poteva nemmeno alzare un dito contro di noi.
— Credimi — proseguì Ormazd — ho esaminato tutte le possibilità. Ho addirittura trapiantato alcuni neandertaliani su un altro pianeta, per vedere se si sarebbero evoluti a un livello più efficiente. Ebbene, le differenze erano trascurabili.
— Ma questo non giustifica… il loro sterminio!
— No? Sarebbero morti tutti comunque. Prima o poi, le forze cieche della natura li avrebbero spazzati via. Io mi sono limitato ad applicare una forza controllata. Ho affrettato il loro decesso. Li ho aiutati ad abbandonare le miserie della vita, con un intervento più efficace della natura.
— La loro non era una vita misera.
Ormazd mi rivolse un sorriso timido. — Orion, non negarmi l’uso della metafora, per favore!
— Chi ti ha dato il diritto di ricorrere al genocidio? — chiesi. — Chi ti ha nominato dispensatore di vita e di morte?
Ormazd alzò una mano, e la radiosità attorno a noi si oscurò e scintillò di guizzi e di lampi.
— Ho il potere — tuonò Ormazd. — Ecco da dove viene il mio diritto.
Anya sollevò le mani. La distesa dorata tornò a formarsi.
Ormazd piegò leggermente il capo verso di lei. — Certo, anche altri hanno qualche potere. Non quanto me, ma abbastanza da riuscire in qualche gioco elementare.
Anya mi guardò. — Chiedigli perché ha deciso di eliminare i neandertaliani, Orion. Non lasciarti fuorviare. Chiedigli perché l’ha fatto.
— Sì — annuii. — Voglio sapere il perché.
— Perché ho voluto farlo.
— Non è una risposta.
— I vostri scienziati hanno discusso dell’evoluzione per oltre un secolo — disse Ormazd. — Ebbene, io sono l’evoluzione. Sono io quello che stabilisce gli eventi sul vostro piccolo mondo.
Guardai Anya, che mi rivolse un cenno di incoraggiamento.
Ormazd non aveva ancora finito. — Prendiamo un piccolo pianeta promettente chiamato Terra. È abitato da una razza di bipedi intelligenti che sono in grado di controllare gli animali e le piante, che si sono adattati perfettamente all’ambiente… Scialbo, Orion. Scialbo, insignificante e inutile. Non progrediranno mai.
— Perché dovrebbero…
Mi ignorò. — Allora io faccio tabula rasa. Può sembrare crudele ma è necessario. Creo una razza di guerrieri, soldati che si occupino dell’eliminazione cruenta degli indigeni. Tu appartieni a quella razza, Orion. Tu, e tutti i Sapiens, siete stati progettati per uccidere. Vi piace uccidere; quando non trovate una ragione per uccidervi a vicenda, andate ad ammazzare le bestie indifese attorno a voi. Tutti grandi cacciatori, Orion, tutti quanti.
Ricordai con quanta facilità, con quanta indifferenza, avessi ucciso parecchi della mia razza. E le cacce, in cui avevamo sguazzato nel sangue di animali indifesi. Tremai di vergogna e di rabbia, di fronte al dio che ci aveva fatti così.
— Così vi metto al lavoro perché eliminiate i neandertaliani. Da altri vostri simili, faccio costruire grandi macchinari su un mondo che voi chiamate Titano, una luna di Saturno, macchinari capaci di alterare l’emissione del Sole fino a provocare sulla Terra un’Era Glaciale. I ghiacci completeranno l’opera, liberando il pianeta da tutti gli indigeni… e dalle creature feroci che ho creato.
— Ma non è andata in questo modo.
— No, Orion. — Ormazd sembrava divertito. — Tu li hai aiutati a sopravvivere. Hai insegnato a quell’ultima squadra di guerrieri sanguinari a vivere sulla Terra. Invece di un esercito di assassini che si autodistrugge, mi sono ritrovato con una razza di Homo sapiens che si autoriproducono. Grazie a te.
— Avremmo dovuto morire nell’Era Glaciale. — Mi sentii completamente vuoto interiormente, ebbi la sensazione di sprofondare dal paradiso all’inferno.
— Sì. Naturalmente. Intendevo creare una razza veramente superiore! Non puoi immaginare le creature che avrei generato! Gli angeli che popolano i sogni dei tuoi simili non sono nulla in confronto a quello che avrei creato!
Anya lo interruppe con voce fredda e dura come l’argento. — Ma i Sapiens non sono morti, e si sono impadroniti della Terra. E grazie a te erano guerrieri così forti che non sei riuscito a scacciarli.
— Sì — ammise Orrnazd, fissandomi in malo modo. — E nel medesimo tempo mi sono reso conto che questo — e indicò coll’austero capo la figura imprigionata di Ahriman — era scampato e in qualche modo aveva acquisito dei poteri uguali ai miei.
— Così hai creato me — intervenni.
— Ti ho creato per dare la caccia ad Ahriman prima che riuscisse a distruggere tutto quello che avevo costruito. Sì, ti ho creato… troppo bene.
La testa mi girava. — Ma se sapevi tutte queste cose, se potevi esaminare tutte le vie del continuum e prevedere cosa sarebbe successo…
— Pensiero lineare, Orion — disse Anya. — Gli eventi accadono in parallelo, non in sequenza. Il fenomeno che tu chiami tempo, che percepisci come progressione dal passato attraverso il presente verso il futuro, in realtà è qualcosa che succede simultaneamente. La causa e l’effetto sono intercambiabili. Domani e ieri coesistono.
— Continuo a non capire…
— Non è necessario che tu capisca — disse Ormazd. — A modo tuo, per goffi tentativi, hai fatto quello che volevo che facessi. Ahriman è intrappolato qui, per sempre. Il continuum è salvo.
— Tu sei salvo — gli disse Anya.
— E anche tu — ribatté lui.
Anya si rivolse ancora a me. — Non hai ancora scoperto come mai abbia fatto tutto questo, Orion. Continua a sottrarsi con l’astuzia alla domanda finale.
Mi sentivo in balia di una situazione troppo complessa per me.
— Devo dirglielo? — chiese Anya a Ormazd.
Lui incrociò le braccia sul petto. — Tanto lo farai anche senza il mio permesso.
Il sorriso di Anya era amaro, afflitto. — Orion, lui ti ha creato, ha creato la razza umana e se n’è servito per eliminare i neandertaliani, perché senza gli umani noi dei non saremmo mai esistiti.
Avevo sentito le sue parole, ma il loro significato era talmente oscuro che in pratica era come se non avesse detto nulla.
— Ormazd ha visto che alla fine i neandertaliani sarebbero scomparsi senza lasciare dietro di sé nulla. Così ha creato l’Homo sapiens per cancellarli dalla faccia della Terra e preparare l’avvento di una nuova razza…
— Migliore degli angeli — farfugliai.
— Invece — proseguì Anya — voi umani avete imparato a influenzare la vostra evoluzione, a strutturare i geni delle vostre cellule. Avete assunto il controllo del vostro destino, e alla fine, dopo molti millenni, vi siete trasformati in… noi.