Выбрать главу

«Che bella ragazza» disse Fenner al cubano.

«Sara meglio che ve ne andiate, anche voi» rispose quello e si allontano.

Fenner resto un attimo soprappensiero, poi fece schioccare le dita e decise d'andarsene. Attraverso il vestibolo di corsa. Un'auto pubblica si accosto all'ingresso e l'autista spalanco la portiera. Fenner disse: «Al porto, presto» e sali in macchina.

Il tassi filava, ma Thayler era gia salito a bordo della "Nancy W" quando Fenner arrivo. Vide la luce accesa nella cabina, mentre pagava il tassista.

Diede una rapida occhiata da una parte e dall'altra della banchina deserta, poi fece di corsa l'imbarcadero e si arrampico sul battello. Raggiunse silenziosamente la cabina. Sdraiato, bocconi, poteva guardare giu, attraverso la finestrella che era semiaperta.

Glorie era in piedi, nel mezzo della cabina, si sfregava il polso e guardava Thayler, che era appoggiato alla porta. «E venuto il momento di buttare le carte in tavola» urlava lui. La sua voce giungeva perfettamente chiara a Fenner. «Ho fatto il fesso per troppo tempo.»

Glorie gli volse le spalle. «Una volta uscita da qui» disse, rabbiosa «non ti vorro piu vedere.»

Thayler si avvicino al mobile bar e si verso da bere. Gli tremavano talmente le mani che verso del liquore sulla superficie levigata del mobile.

«Ho venduto l'anima al diavolo per te» disse. «Ma siamo sempre da capo.

Lo so bene che sei pazza, ma non puoi almeno tentare? E questo che mi fa arrabbiare, nemmeno tenti.»

Glorie camminava per la cabina. Come una bestia chiusa in gabbia, penso Fenner.

«Ci soffro per te» disse Thayler.

Lei si volse di scatto. «Sei tu il pazzo. Cosa credi che mi importi se ci soffri?»

«Non ti e mai importato niente di nessuno. Tu non sai che cosa vuol dire avere dei sentimenti.»

«Invece lo so.»

«No, non quel tipo di sentimenti.»

Thayler stringeva con forza il bicchiere che aveva in mano. Fenner gli vedeva le nocche bianche. «D'ora in poi tutto e finito tra noi. Non sopportero un'altra serata come questa.»

Glorie scoppio in una risata. «Sono io che ti pianto, e non tu che pianti me. E sai il perche?»

«Sono stufo di sentirlo. Lo so gia da un pezzo.»

«No, che non lo sai» disse Glorie con rancore. «E perche tu non vali niente. Non sei mai valso niente. Sei un idiota. Non sai niente. Tu invece credi di sapere qualcosa.»

Thayler appoggio con cura il bicchiere sul tavolo. Si avvicino alla ragazza e le mise le mani sulle spalle. Era pallidissimo. «Sai bene che questa e una sporca bugia, vero?» disse.

Lei si libero della stretta di lui. «Mi sono stancata di dirti bugie, Harry» replico. «Non mi diverte piu. Una volta ti avrei aiutato a salvare il tuo stupido piccolo orgoglio. Ma ora, non me ne importa piu niente.»

Thayler la colpi in viso con uno schiaffo.

Fenner spinse indietro il cappello sulla fronte e si accosto un po' di piu.

«Ti uccidero» diceva Thayler con voce tremante.

Glorie si tocco la guancia. «Tu non hai il coraggio di uccidere una mosca» ribatte. «Non sei stanco di fare la parte dello scemo? Perche non ti fai furbo? Ne ho abbastanza di te. Ti do il benservito.»

Thayler impallidi ancora di piu. «E per quell'altro, vero?» disse. La sua mano tocco il bicchiere e lo strinse.

«Sta' attento alla pressione» lo scherni Glorie «o un giorno o l'altro scoppi.»

Mentre apriva la porta, Thayler le lancio dietro il bicchiere. Ando in mille pezzi contro il muro, a un metro dalla testa della ragazza.

Fenner si stacco dalla cabina e si alzo in piedi. "Lasciamoli litigare" penso, salto giu dal battello e si diresse verso l'albergo.

3

Fenner stava osservando Usignolo lucidare un cofano nel suo laboratorio, quando entro Reiger, che gli disse: «C'e del lavoro per te. Passero di qua a prenderti alle otto.»

Fenner si accese una sigaretta. «Di che lavoro si tratta?»

«Lo vedrai.»

«Stammi a sentire, Reiger. Non mi va questo tuo modo di fare. O si lavora insieme o niente. Di che lavoro si tratta?»

Reiger si gratto l'angolo della bocca con l'unghia del pollice. «C'e una consegna di cinesi. Li andiamo a prendere stanotte.»

«Bene, ci saro.»

Reiger usci.

«Simpatico, quello» disse Fenner a Usignolo. «Chissa perche, ma lui e io non riusciamo a essere molto amici.»

Usignolo era preoccupato. «Non devi trattarlo cosi» disse, scuotendo il capo. «E una carogna. Devi stare attento.»

Fenner tamburello sul coperchio del cofano con le dita. «Staro attento, non temere» rispose. Saluto Usignolo con un cenno e scese le scale. Ricciolina era seduta dietro la scrivania e scriveva sopra un libro mastro. Alzo gli occhi, speranzosa, vedendolo passare.

Fenner si fermo. «Si, piccola» le disse. «Stamattina hai proprio una bella faccia.»

Ricciolina spalanco gli occhioni. «Santo Dio» esclamo. «Non lo digerisco bene questo genere di complimenti.»

«Non importa. E sempre una sorpresa vederti.»

Ricciolina mordicchio la punta della penna. Lo guardo, seria. «Ci sei dentro, ora?» chiese.

Fenner annui.

«Hai visto Pio?»

«L'ho visto.»

Ricciolina tiro un sospiro. «Non ti pare un bel ragazzo?»

«Io non lo definirei cosi. Non dirmi che ti piace.»

Ricciolina rispose con amarezza: «Che ti importa di chi mi piace?»

A Fenner baleno un'idea. Si sedette sull'orlo della scrivania. «Un momento piccola, non prenderla cosi. Carlos e qualcosa per te?»

«Nessuno e qualcosa per me» rispose Ricciolina. «Ti spiace di non mettere il naso nei miei affari?» Ma i suoi occhi la tradivano e Fenner ci lesse dentro parecchio.

Si alzo in piedi e sorrise. «Certo, certo» disse. «Non fraintendermi. Credevo che ti piacesse appoggiare la tua bella testolina ricciuta sulla mia spalla e raccontarmi tutti i tuoi guai.»

«Ebbene, ti sei sbagliato» ribatte lei. «Non ho guai di nessun genere.»

Fenner sorrise di nuovo ed usci in strada. Cosi stavano le cose, penso.

Ricciolina aveva preso una cottarella per Carlos, ma lui la trascurava. Doveva essere duro soffrire per un verme come Carlos.

Gironzolo un po' per le viuzze, a volte tornando sui propri passi, fermandosi in qualche bar a bere, sempre attento a scoprire se qualcuno lo stesso pedinando. Quando si convinse che non c'era nessuno, torno verso il centro.

Quando ebbe raggiunto l'edificio della Polizia Federale, indugio fuori, guardando molto attentamente la strada; infine si decise a entrare e prese l'ascensore.

L'agente federale si chiamava Hosskiss. Si alzo in piedi da dietro la scrivania e tese una mano umidiccia.

Fenner la strinse e si lascio cadere pesantemente sulla poltrona di fronte.

Estrasse dalla tasca interna della giacca alcuni documenti e li tese al funzionario di polizia.

«Mi chiamo Fenner. Questa e la mia licenza di agente investigativo. Sono qui per conto di un cliente che abita in questa citta, e vorrei farvi sapere alcune cose.»

Hosskiss esamino le carte, si acciglio, poi chiese: «Fenner? Siete quello che ha risolto il caso Blandish?»

Fenner annui.

«Ah, bene, lieto di conoscervi.» Hosskiss sorrise. «Ero amico di Brennan. E stato lui a raccontarmi come ando quella faccenda. Ma certo, saro ben contento di potervi essere d'aiuto.»

«Non posso dirvi il nome del mio cliente. Comunque, sto cercando una ragazza. Non so in che modo, ma c'e implicato Carlos. Io sono stato introdotto da Carlos sotto falso nome e ingaggiato nella sua banda. Voglio che lo sappiate per evitare che uno dei vostri mi metta le mani addosso. Stanotte andro assieme a Reiger a ritirare un carico di cinesi. Partiremo verso le otto. Ho pensato che poteva farvi comodo saperlo.»

La sbuffata che Hosskiss diede in risposta era molto significativa.

«Accidenti!» esclamo. «Pare che non vi rendiate conto del vespaio in cui vi siete messo. Se Carlos dovesse subodorare qualcosa, sarete dato in pasto ai pescecani. Quell'individuo e il serpente piu pericoloso che ci sia sulla costa.»