All'improvviso, Reiger accese il suo riflettore, e lo spense quasi subito.
Vago e lontano, Fenner udi il ronzio di un aeroplano. Sorrise, nell'oscurita. Anche Miller l'aveva sentito.
«Sta arrivando un aereo» urlo a Reiger.
Reiger balzo in piedi e alzo gli occhi verso l'alto, a scrutare l'oscurita.
Poi, prontamente, spense le luci di prua. Il battello procedeva avvolto nel buio.
«Queste guardie costiere mi danno il mal di mare» esclamo Miller, infuriato.
L'aeroplano continuava a ronzare, ma dopo qualche minuto non si senti piu. Reiger fece lampeggiare il riflettore un'altra volta, forando l'oscurita, poi lo spense. L'altra luce continuava a segnalare. Si faceva sempre piu vicina.
Miller diede a Fenner una torcia. «Vai a prua» disse «ci siamo quasi.»
Fenner afferro la torcia e usci dalla cabina. Ora il battello rullava, Miller aveva ridotto la velocita.
Reiger, che era in piedi a prua, grido: «Spegni!» e con un ronzio il motore si zitti. Reiger si accosto a Fenner, camminando con precauzione mentre il battello sbatteva da ogni parte. «Tira fuori la rivoltella» ringhio «e tieni d'occhio i cinesi.» Lui imbracciava il fucile mitragliatore. «Te li passo io, uno ad uno, assicurati che non portino rivoltelle, poi passali a Miller.»
Entrambi puntarono gli occhi sul mare nero come la pece. All'improvviso, Reiger fece lampeggiare una piccola torcia elettrica. Aveva sentito lo sciacquio di un paio di remi.
Una barca di piccole dimensioni stava avvicinandosi. Fenner vi scorse quattro uomini accovacciati e due ai remi, poi Reiger spense la torcia.
«Tieni le orecchie tese, nel caso che torni quell'aereo» mormoro Reiger a Fenner. Poi, mentre la barca si affiancava dolcemente al battello, riaccese la torcia.
Un cinese minuto e scheletrico sali a bordo. «Ne ho quattro, qui» disse a Reiger. «Ti portero gli altri con i soliti viaggi.»
«E lo straordinario, non c'e?»
«Certo, certo. Te lo porto per ultimo.»
«Su, comincia» fece Reiger a Fenner.
Fenner fece un passo indietro e aspetto. I cinesi salirono a bordo uno a uno. Reiger li contava, ne lasciava passare uno per volta, aspettando che Fenner li passasse a Miller, che li portava poi in cabina. I cinesi erano vestiti tutti allo stesso modo, camicie attillate e calzoni a mezza gamba. Restavano immobili come pecore davanti a Fenner che li perquisiva e li spingeva verso Miller.
Ci furono altri due carichi, il tempo passava. Il cinese scheletrico, che se ne stava di fianco a Reiger, disse: «Bene, e con questi abbiamo finito. Ora vado a prendere il carico straordinario.»
«Li hai chiusi a chiave?» chiese Reiger a Miller. La sua voce suono tesa, innaturale a Fenner.
«Col lucchetto» assicuro Miller.
Fenner si chiedeva che cosa fosse lo straordinario. Percepi un'improvvisa tensione tra Miller e Reiger. Aspettarono insieme nell'oscurita, le orecchie tese in attesa che la barca tornasse. Finalmente si senti lo sciacquio dei remi. Reiger punto la torcia e, allungando il braccio, con un gancio fermo la barca.
Il cinese scheletrico sali a bordo, poi si chino verso la barca e uno dei rematori gli tese una minuscola personcina. Uno strappo, e il carico straordinario era a bordo.
«Di questo mi occupo io» disse Reiger a Fenner.
Fenner punto la torcia sullo straordinario. Impreco sottovoce. Era una ragazza. Se l'era quasi aspettato. Doveva avere tredici o quattordici anni, una cinesina. Era terrorizzata, morta di freddo. Anche lei portava una camicia attillata e i calzoni a mezza gamba.
Con una bestemmia, Reiger gli strappo la torcia di mano. «Sta' lontano» sibilo fra i denti. «Miller, portala sottocoperta.»
Reiger si volto verso il cinese, che gli consegno un pacchetto avvolto in carta oleata, e poi salto sulla barca che scomparve nella notte.
«Se ci pigliano, ce lo faranno pagare caro, questo tipo di commercio» disse Fenner tra i denti.
«Davvero? Ti stai rammollendo?» replico Reiger.
«Mi pare che avrei avuto il diritto di sapere che c'erano di mezzo anche delle donne. Non e una cosa su cui si passa sopra facilmente.»
«Che ti credi? Una ragazza vale dieci cinesi, se riesci ad arraffarla. Percio tieni la bocca chiusa.»
Fenner non disse nulla, lascio che Reiger se ne andasse in cabina. Rimase solo a riflettere. Era questa la soluzione del problema? Avevano caricato dodici cinesi e una ragazza. Era questo cui si riferiva la sorella di Marian?
O era solo una semplice coincidenza? Non lo sapeva.
«Torniamo indietro, Reiger. Ne ho avuto abbastanza» grido Miller.
«Certo, di' al negro di avviare il motore» rispose Reiger.
Il battello tremo, mentre il motore cominciava a girare. Fenner si sedette con la schiena verso la cabina e scruto l'oscurita. Sperava di udire il suono di un battello di pattuglia. Ma non udi, ne vide niente.
A un tratto, senti il grido di Reiger: «Ross, dove diavolo sei? Ehi, Ross.»
Fenner scese in cabina. «Che c'e?» chiese. «Hai paura del buio?»
«Stammi a sentire, spiritosone, perche non la smetti con questi scherzi?
Voglio che tu vada nella cabina dei cinesi e li leghi tutti alla catena. La catena e li.»
Fenner guardo il mucchio di manette legate insieme da una catena rugginosa. «Perche legarli?» chiese.
«Che ti credi? Dobbiamo essere prudenti, no? Se un battello della polizia ci scopre, buttiamo a mare quei vermi. Legati, vanno a fondo piu in fretta.»
«Le pensi tutte, tu.» L'investigatore strappo il timone dalle mani di Reiger. «Fallo da te. Quello non e mestiere per me.»
Reiger lo guardo nella fioca luce della lampada per la navigazione. «Non so perche, ma non mi pare che tu sia molto utile nella nostra organizzazione» disse, e, raccolte le manette, usci dalla cabina e scomparve.
Fenner fece una smorfia. Non poteva resistere a lungo in quella situazione. Ormai aveva avuto quasi tutte le informazioni che voleva. Tutto dipendeva da quello che Glorie Leadler aveva da dire. Se otteneva da lei quanto sperava, non gli restava altro che passare all'azione e ripulire la citta.
Il rumore soffocato di un colpo di rivoltella richiamo bruscamente la sua attenzione al battello. Tese l'orecchio, scrutando l'oscurita, ma non vide niente. Silenzio. Poco dopo, Reiger rientro in cabina.
Fenner lo guardo, mentre quegli riprendeva in mano il timone. Aveva il viso indurito, gelido. «Qualche fastidio?» chiese.
Reiger ghigno. «Non vogliono le catene. Ho dovuto sparare alle gambe di uno di loro per farli star quieti.»
Fenner si passo una mano nei capelli. Aveva smesso di piovere, ma sentiva ugualmente freddo e umido.
«Vai a dire a Miller di tener d'occhio la bimba» disse Reiger, inaspettatamente. «Sembrava tranquilla, ma se si mette a strillare, ci sara l'inferno su questa barca.»
Fenner si diresse verso la cabina piu piccola, dietro la cambusa. Si fermo sulla soglia. Miller stava lottando con la cinesina. Lei si difendeva in silenzio, col sangue che le colava dal naso e dalle labbra.
Fenner fece un passo avanti e agguanto Miller per il collo. Lo tiro, trascinandolo via dalla ragazza. Poi gli diede un calcio, con forza, mandandolo a gambe all'aria dall'altra parte della cabina.
Miller si levo a sedere lentamente. Il suo faccione bianco brillava sotto la luce della lampada. Fisso lo sguardo su Fenner, strizzando gli occhi.
«Vattene fuori di qui e lasciami solo» grugni.
Fenner taceva. Restava in piedi, le mani ciondoloni. Miller sposto gli occhi, vide la ragazza e arranco carponi verso di lei.
Pallido, le labbra strette, Fenner si tolse di tasca la rivoltella, tenendola per la canna. Trattenne il fiato e poi colpi Miller in testa. Miller si irrigidi, sussulto come se cercasse di riprendersi, infine cadde con la fronte sul pavimento con un tonfo sordo.
Fenner butto via la rivoltella, lo prese per un braccio e lo trascino fuori dalla cabina.
La testa di Reiger spunto dalla cabina di comando. «Cosa diavolo state combinando?» urlo.