Da quanto essi narrarono, gli uomini di Orcutt ebbero una idea della reale situazione esistente al campo di Sudduth. Sudduth e Blaine, narrarono i profughi, erano i capi del gruppo, dirigevano tutte le attività e sovraintendevano a tutti i lavori. A Devan spiacque di sentire che i due tenevano i loro seguaci in stato di schiavitù, tenendo per se stesso il cibo migliore e non alzando neanche un dito per lavorare.
Per di più, avevano emesso un nuovo ordine in base al quale Sudduth, come capo spirituale del gruppo, poteva avere ogni donna che desiderasse e i suoi argomenti per ottenere questo privilegio furono così convincenti che ben presto i mariti e le mogli si accordarono anche su questo. Senonché la prima donna che lui desiderò fu la moglie di Blaine, che si rifiutò di accordargliela e, dopo una lotta tra i due in cui Blaine ebbe la meglio, Sudduth considerò il suo piano fallito.
Devan notò la preoccupazione di Orcutt quando seppe che i seguaci di Sudduth si erano ridotti a ventiquattro, oltre lui e Blaine, e che Sudduth avrebbe fatto di tutto per riavere i disertori.
— Farà certamente qualcosa — concluse Orcutt. — Non vorrà starsene immobile e lasciare che i suoi taglino la corda e vengano qui.
Per cui, quando a metà dell’estate, Eric Sudduth e il suo assistente si presentarono al cancello della Nuova Chicago, questa visita non stupì nessuno.
— Nessuno in casa? — udirono la voce tonante di Sudduth chiedere con impazienza. Non c’erano dubbi: Sudduth aveva una personalità notevole e con lui non c’erano mezzi termini. O piaceva subito istintivamente o era odioso, sentimento che ispirava a Devan e ai suoi amici.
Dopo che diversa gente era corsa ad avvisarlo che Sudduth era al cancello, Orcutt si mosse per andargli incontro, pur avendolo udito arrivare. Strada facendo si imbatté in Devan e in Sam Otto che lo seguirono.
Quando i battenti furono spalancati, i tre furono stupiti di trovarsi di fronte Sudduth e Blaine completamente nudi.
Infatti avevano per un momento scordato il precetto abbracciato dai Sudduthiti. I loro corpi erano bianchi e flaccidi in contrasto con la pelle abbronzata di quelli della Nuova Chicago.
La ragione, Devan pensò, era probabilmente che quei due se ne erano stati in ozio, e quasi sempre rinchiusi. Pensò a come dovevano essere ridotti i loro seguaci, a lavorare per i loro capi e a procurare loro tutto quel benessere di cui la grossa pancia di Sudduth era una prova. Blaine appariva magro per cui, o aveva mangiato meno, oppure non era ancora giunto all’età in cui il ventre tradisce.
Alla vista dei cittadini della Nuova Chicago in giacche di cuoio, pantaloni al ginocchio e visi sbarbati, i due uomini apparvero visibilmente imbarazzati di essere nudi e con barbe lunghe sino al petto. Apparivano un po’ ridicoli, ora che la loro sicurezza si era un po’ attenuata.
Eric Sudduth si scosse e gettando indietro le spalle, cercò di riprendere un po’ di dignità. Si schiarì la gola. — Avete sei dei miei qui — disse. — Blaine e io siamo venuti a riprenderli.
Orcutt sorrise con un’aria così sicura del fatto suo che Devan provò una crescente sensazione di stima per lui, sempre così deciso e all’altezza della situazione.
— Entrate — disse poi Orcutt, tendendo la mano a Sudduth. — Lieto che siate venuti a farci una visita.
— Già — disse Sam Otto. — Ben felici di avervi qui. Come siete stato in tutto questo tempo, Blaine? — Sam gli strinse la mano con calore, ma la mano di Blaine rimase inerte e il viso senza espressione.
Sudduth eliminò ogni tentativo di familiarità. — Ci renderete subito i nostri uomini. Dobbiamo tornare al campo prima del calar della notte. Non si sa mai cosa si può incontrare nei boschi.
— Noi non abbiamo trovato niente di feroce — disse Orcutt — tranne altri esseri umani.
— Cosa volete insinuare, signore?
— Su, su. Orvid — tagliò corto Sudduth. — Il signor Orcutt non voleva insinuare proprio niente, ne sono sicuro.
— E Sorella Abigail, dov’è? — chiese Devan. — Non è con voi?
— L’onnipotente Iddio l’ha voluta con sé — spiegò Sudduth gravemente.
— Polmonite — aggiunse Blaine tristemente.
— Una donna meravigliosa, una guida valorosa, uno strumento ricco della Grazia di Dio, strumento che ci avrebbe dovuto aiutare nell’Età d’Oro, ma di cui Egli aveva più bisogno di noi.
— Amen — disse Blaine.
— E ora i disertori, prego. — Sudduth appariva deciso, gli occhi imperiosi, le mani dietro la schiena. Una folla si stava raccogliendo al cancello.
Orcutt scosse la testa. — Sono venuti qui di loro spontanea volontà, Eric. Sono dolente di dirvi che se si allontaneranno lo faranno di loro volontà.
— Volete dire che non li porterete qui?
— Tranquillo, Orvid, ora metterò tutto a posto.
— Ho saputo che c’è la pena di morte per loro. Perché mai dovrei mandarli a morire?
— Ma non è esatto — disse Sudduth. — L’ho fatto solo per evitare che fuggissero. Abbiamo tanto bisogno di gente.
— Un modo veramente simpatico di tenere il gruppo unito.
— Potete entrare a prenderveli voi stesso — disse Orcutt. — Cercate, cioè, se riuscite a convincerli a seguirvi.
I due uomini si guardarono perplessi. Poi acconsentirono a entrare.
Una volta dentro, tutta la loro sicurezza residua sparì e si aggirarono nelle vie della Nuova Chicago con aria imbarazzatissima, guardandosi intorno per vedere che nessuno li stesse osservando. Ma sul loro cammino incontrarono sorrisi ironici, risolini divertiti e risate decisamente aperte, che non fecero che accrescere la loro confusione.
Un codazzo di bambini e di cani abbaianti li seguiva schiamazzando, per cui Sudduth, a un certo punto, non poté fare a meno di chiedere a Orcutt se non avesse degli abiti da prestare loro, per evitare di essere al centro di quella insistente curiosità.
— Ma non sarebbe contro il volere di Dio, indossare qualcosa, Sudduth? Finora avete dato prova di seguire così fedelmente i vostri principi che questa improvvisa trasgressione sembra quanto mai discutibile.
— Sono sicuro — rispose Sudduth — che in questo caso ciò non avrebbe importanza.
— Vorrei proprio avere un abito da darvi, ma purtroppo è da poco che siamo riusciti ad avere una giacca e un paio di pantaloni per ciascuno. Se però volete aspettare la settimana prossima allora avremo qualcosa anche per voi.
Mentre i ragazzini e i cani li seguivano indisturbati, Orcutt tolse di tasca la pipa e la borsa del tabacco e si mise a riempirla. Sudduth seguì le sue azioni con occhi carichi di invidia. Devan quasi gli rise in faccia, ricordando come il vecchio amasse i sigari; e si divertì molto pure al pensiero che c’erano parecchi vestiti in più, che Orcutt avrebbe potuto comodamente prestar loro.
— Dove trovate il tabacco?
— Be’, ci sono delle piante non lontano da qui.
— Dove?
— Eh, no — disse Orcutt — non possiamo dirvelo. Su, venite, vi farò visitare la città.
— Sentite — disse Sudduth — non potreste dirmi come siete riusciti a fabbricarvi questi sigari?
— Certo. Perché lo chiedete?
— Io… fumavo, prima.
— Scusatemi se non ci sono arrivato prima. — Poi, rivolto a Sam: — Non avete un sigaro che vi cresce per il nostro ospite?
Sam tirò fuori due sigari che porse ai due uomini ma, mentre Sudduth prese il suo con visibile soddisfazione, Blaine scosse la testa in segno di diniego. Appena Sam gli ebbe acceso il sigaro, Sudduth fu colto da un accesso di tosse, spiegando di non essere più abituato a fumare. Poi improvvisamente, colto da un pensiero sorprendente: — Ma voi avete i “cerini”!