— Ma lei ha avuto vent’anni per studiarli.
La Reynolt corrugò le sopracciglia. — I localizzatori hanno un comportamento di gruppo troppo complesso. Nel loro interno ci sono strati che sfuggono all’analisi. Mi dia altri tre o quattro anni.
Nau guardò Brughel. — La sua opinione, Ritser?
Il vice caponave sorrise. — Ne abbiamo già parlato, signore. Trinli è utile, e le analisi delle sue reazioni dimostrano che sta dalla nostra parte. È un bastardo astuto, ma è il nostro bastardo.
Vero. Trinli stava sempre dalla parte del più forte, e avrebbe avuto tutto da perdere se i Qeng Ho avessero saputo che reggeva il sacco a Diem all’epoca del massacro. Il vecchio trombone aveva superato i test della Sicurezza un Turno dopo l’altro, e cercava di rendersi utile a chi comandava. In retrospettiva, Brughel aveva ragione a definirlo astuto, anche se questo a lui non piaceva affatto.Che Dio li maledica tutti, questi Qeng Ho. — E va bene, Anne. Ritser, voglio che lei e Anne vi teniate pronti a intervenire contro Trinli e Vinh con brevissimo preavviso. Jau Xin dovremo tenerlo vivo in ogni caso… ma facciamo in modo di avere Rita Liao sempre a nostra disposizione, per farlo rigare dritto.
— E Qiwi Lisolet, signore? — La faccia di Brughel era tranquilla, ma Nau sapeva che in fondo ai suoi occhi ardeva una brace cupa.
— Sì. Sono sicuro che Qiwi sta cominciando a ricordare qualcosa. Comunque possiamo farle altri due o tre lavaggi di memoria, prima che vada in crisi, — Ma con un po’ di fortuna Qiwi sarebbe stata utilizzabile fino alla fine. — Bene. Questi sono tre casi che già conosciamo bene. Ma anche molti altri potrebbero arrivare alla verità, se non stiamo attenti. Sorveglianza ed efficienza, queste dovranno essere le nostre parole d’ordine. È un anno di duro lavoro quello che ci aspetta. I Mercanti sono competenti, sanno vivere nello spazio. Abbiamo bisogno che continuino a lavorare bene fino al momento dell’azione, e di molti di loro avremo bisogno anche dopo. Vedremo come reagiranno quando prenderemo il potere sul pianeta. E probabile che, come semplici osservatori, non ne capiranno molto.
— Al momento opportuno gli rifileremo la storiella dei nostri sforzi per evitare il genocidio — sogghignò Brughel, divertito dalla prospettiva. — È un’idea che mi piace.
Delinearono il piano generale. La Reynolt e le sue testerapide si sarebbero occupate di studiare i dettagli. Brughel aveva ragione; il rischio era maggiore che durante la manovra con Diem. A ogni modo, se loro riuscivano a tenere in piedi l’imbroglio fino alla presa di Arachna… sarebbe bastato. Una volta in possesso del pianeta Nau avrebbe potuto scegliere chi voleva fra i Ragni e i Qeng Ho, i migliori di loro. E scartare il resto. La prospettiva era come immaginare la frescura di un’oasi al termine di un lungo viaggio nel deserto.
40
La Tenebra era tornata su di loro. Hrunkner Unnerbai poteva sentire il peso delle antiche usanze sulle sue spalle. Per i tradizionalisti — e nel profondo del suo spirito lui sarebbe sempre rimasto tale — c’era un tempo per nascere e un tempo per morire. La realtà aveva i suoi cicli. E il ciclo più grande era quello del sole.
Lui aveva già visto due volte quel ciclo. Era un vecchio artropode. L’ultima volta che la Tenebra aveva sommerso il mondo nel gelo lui era stato giovane. A quell’epoca c’era una guerra in corso, e lui temeva che la sua patria non ce l’avrebbe fatta. E stavolta? C’erano guerricciole locali in molti posti del mondo, ma quella grossa non era scoppiata. Se questo fosse accaduto lui sarebbe stato uno dei responsabili. Ma poiché non era scoppiata… be’, lui si riteneva parzialmente responsabile anche per questo.
A ogni modo, i cicli erano stati spezzati per sempre. Hrunkner ringraziò con un cenno il caporale che gli teneva la porta aperta e uscì sul selciato coperto di neve. Indossava stivali, una tuta imbottita e il copricapo. Il freddo mordeva l’estremità delle sue mani e bruciava nelle sue fessure respiratorie anche dietro i filtri riscaldatori dell’aria. L’altezza delle colline di Principalia teneva lontane le nevicate peggiori; questo vantaggio e la profondità del letto del fiume era il motivo per cui la città veniva ricostruita in quella posizione un ciclo dopo l’altro. Ma quel pomeriggio, benché fosse estate, uno doveva scrutare il cielo a lungo per scorgere il disco che era stato il sole. Il mondo s’era lasciato alle spalle il tepore degli Anni Calanti, e perfino i primi freddi mesi della Tenebra. Era sull’orlo del collasso termico, e le tempeste che cominciavano a circolare avrebbero privato l’aria di tutta la sua umidità, aprendo la strada ad anni molto più freddi e all’immobilità finale.
Nelle generazioni passate tutti quanti, salvo i soldati, sarebbero già stati nelle loro profondità. Anche nella sua generazione, durante la Grande Guerra, soltanto le truppe di volontari che combattevano nei tunnel erano rimaste sveglie oltre l’inizio della Tenebra. Adesso invece… tutti i militari, probabilmente, erano ancora in attività. Hrunkner aveva con sé una scorta di soldati. Perfino il personale di servizio intorno alla casa di Underhill era gente in uniforme. Ma non si trattava di semplici sorveglianti col compito di tenere lontani i razziatori dalle case abbandonate. Non c’erano case abbandonate. Principalia era gremita di gente. Le case di nuovo genere costruite per la Tenebra erano calde e illuminate. La città era più attiva di quanto Hrunkner l’avesse mai vista.
E il morale? Paura che sfiorava il panico e folle entusiasmo, non di rado nella stessa persona. C’era il boom degli acquisti e degli affari. La Corporazione Software Prosperità aveva acquistato il maggiore pacchetto azionario della Banca di Principalia. Senza dubbio la scalata alla banca aveva inciso molto sui fondi della Software Prosperità, mettendola in una posizione di cui il personale che si occupava di programmazione non sapeva niente. Era una situazione insana… ma conforme allo spirito dei tempi.
La scorta di Hrunkner dovette aprirsi la strada fra la folla assiepata all’ingresso della casa sulla collina. Anche all’interno del confine della proprietà privata c’erano giornalisti, con le loro piccole telecamere a quattro colori appese ai palloni ad elio. Non potevano sapere chi fosse lui, ma avevano visto le sue guardie, del corpo e la direzione in cui stava andando.
— Signore, può dirci…
— La Terra Meridionale ha minacciato un’azione militare preventiva? — disse un altro, tirando giù il suo pallone finché la telecamera ballò sopra gli occhi di Hrunkner.
Lui alzò le braccia anteriori in un elaborato gesto di indifferenza. — Come potrei saperlo? Io sono soltanto un vecchio sergente. — In effetti era un sergente, ma il suo grado non significava niente. Lui era uno di quegli artropodi che potevano far ballare la burocrazia militare alla loro musica. Da giovane ne aveva conosciuto alcuni. Gli erano parsi lontani come lo stesso Re. Oggi, invece… oggi era così occupato che anche per far visita a un amico doveva contare i minuti, lottando contro un programma giornaliero pieno di faccende che erano questione di vita o di morte.
La sua risposta fermò i giornalisti abbastanza per dare tempo alla sua squadra di salire la scalinata di ingresso. Ma avrebbe potuto dire qualcosa di più intelligente, rifletté, notando che dietro di lui i giornalisti si consultavano intensamente. Il giorno dopo sulla loro lista ci sarebbe stato anche il suo nome. Ah, come rimpiangeva i giorni in cui la casa sulla collina era considerata una specie di succursale dell’università. Con gli anni quella mascheratura era crollata. La stampa sapeva tutto di Sherkaner Underhill, ormai.
Oltre le porte di vetro corazzato non c’erano estranei. E faceva troppo caldo per gli abiti imbottiti. Mentre Hrunkner si toglieva la blusa e i gambali vide Underhill e il suo insetto-guida giusto dietro l’angolo dell’atrio, fuori dalla vista dei giornalisti. Ai vecchi tempi sarebbe uscito di persona ad accoglierlo. Anche all’apice della notorietà di quel suo programma radiofonico non avrebbe esitato ad affrontare la stampa. Ma ora regnavano sovrane le misure di sicurezza imposte da Victreia Smait.