Spero di non esserci costretto. Nau non aveva idea di quali carte Nuwen avesse in mano, e per un momento quel pensiero gli diede un vuoto allo stomaco. Per tutta la vita aveva studiato gli uomini forti del passato, e adesso si ritrovava contro uno di loro. Ma quando lo avrò tolto di mezzo, sarò più forte e più famoso di lui.
C’erano decine di cose a cui pensare, e una manciata di secondi per farle. Lasciò fluttuare via Ali Lin e prese un visore da una consolle. Quando se lo fu messo davanti agli occhi e lo ebbe acceso annuì soddisfatto. Ora poteva vedere anche fuori dall’arsenale. Il provvisorio Qeng Ho era dietro l’orizzonte dell’asteroide, e in giro non si vedevano navette né figure in tuta a pressione. Il taxi era già scomparso chissà dove. Nau attraversò il vasto locale e tirò fuori dal contenitore una piccola torpedine. Gli indicatori su un lato del visore gli dissero che la sua chiamata ad Hammerfest era in linea. L’anello palpitò e nel suo auricolare ci fu la voce di Nuwen.
— Caponave Nau?
In persona, signore. — Nau spinse la torpedine nucleare nel tubo di lancio che Kal Omo aveva installato una trentina di giorni prima. Allora era parsa una precauzione eccessiva. Adesso era la sua ultima possibilità.
— Le consiglio di arrendersi subito, caponave. Io controllo tutto lo spazio intorno a L1, e non le resta altra scelta. Ne conviene?
Nella voce di Nuwen c’era una pacata certezza, ben diversa dai modi superficiali del vecchio Trinli. Nau poteva immaginare che la gente comune potesse sentirsi sconfitta da una voce del genere, ma anche lui era un professionista. Gli fu facile replicare nello stesso tono. — Al contrario, signore. L’unico potere che oggi conta è qui, in mano mia. — Accese il tubo di lancio e sentì l’aria uscire dallo sbocco esterno. — Ho un’arma nucleare tattica già programmata. Il bersaglio è il provvisorio Qeng Ho. Vogliamo collaudarla?
Questo non può farlo, caponave. Ci sono anche trecento Emergenti in quell’habitat.
Nau rise dolcemente. — Oh, stia certo che posso farlo. Perderò molto personale, ma ne ho altro in sonno freddo. Io… mi dica una cosa, lei è davvero Pham Nuwen?
La risposta dell’altro gli sembrò seccata. — Sì. — E sei abituato a essere creduto quando parli, vero? Ma non poteva dubitarne. Un cospiratore qualsiasi sarebbe stato individuato da anni. — Be’, è un piacere conoscerla, signore. Ma credo che lei non abbia capito l’etica dei Dirigenti. Vede, la nostra classe sociale è cresciuta in un’epoca di tragedie. Questa è la forza che ci spinge. Se ora io distruggerò il provvisorio sarà un grosso passo indietro per le operazioni su L1, ma la mia situazione personale migliorerà. Avrò sempre il materiale che mi serve e molte testerapide per far funzionare le cose. E avrò ancora laMano Invisibile. — Un rumore improvviso dietro un angolo lo fece voltare accigliato.
Nuwen sbuffò, sprezzante. — Lei si sbaglia, caponave. Non ha più la… — Nau interruppe la comunicazione e fluttuò in silenzio verso l’angolo del locale dietro cui aveva sentito il rumore. In quel momento l’uomo si spostò e lui poté vederlo.
— Ah, guarda guarda. Il signor Vinh. Pensavo che lei fosse affogato. — Nati inarcò un sopracciglio. — Com’è arrivato fin qui?
In effetti Ezr Vinh sembrava sul punto di svenire. Bagnato, ferito, pallido come un morto. Teneva la mano destra in tasca e il braccio insanguinato era del tutto inerte. Con l’altra mano Vinh fermò Ali Lin, che fluttuava lento verso di lui. Guardò Nau e l’odio parve dargli nuova forza.
Con un’occhiata Nau s’era accertato che quell’angolo dell’arsenale non celasse altri intrusi. Sorrise. Vinh non aveva avuto il tempo di arrivare all’armadietto dove c’erano le pistole a raggi. Nau gli bloccò la strada in quella direzione e appoggiò una mano sullo sportello. — Lei è stato abile, signor Vinh, ma non altrettanto fortunato. — Pochi secondi di differenza gli avrebbero permesso di guardarsi attorno e trovare le pistole. Invece lo sciocco era disarmato, inerme come un pulcino. — Temo di non aver tempo di parlare con lei. Si scosti da Ali Lin, per favore. — Aveva parlato con calma, ma senza distogliere gli occhi da lui. Afferrò la maniglia dell’armadietto e si augurò che Vinh avesse il buongusto di farsi ammazzare senza troppe scenate.
— Tomas!
Qiwi era più indietro, presso il soffitto a volta dell’arsenale. Per qualche momento Nau non riuscì a far altro che guardarla. La ragazza aveva perso sangue dal naso e gli occhi gonfi e arrossati per la decompressione. Ma era viva. Per qualche motivo il taxi non s’era staccato dalle flange, e lei era riuscita a sbloccare per la seconda volta la serratura del portello interno.
— Siamo rimasti intrappolati nel taxi, Tomas. Quel dannato portello doveva essere guasto
— Dio, che sollievo vederti! — L’emozione nella voce di Nau era sincera. — Il portello si è chiuso da solo prima che potessi entrare, e… oh, mia cara, credevo che tu fossi morta!
Qiwi scese dal soffitto tirandosi dietro il corpo di Rei Circi, e lo aiutò ad aggrapparsi a un corrimano. La guardia sembrava più morta che viva, e chiaramente non avrebbe potuto essergli utile. — Mi spiace, Tomas, io… n-non sono riuscita a salvare Marli. — Si spinse verso di lui per abbracciarlo, ma cambiò atteggiamento quando vide Vinh, oltre l’angolo. — Ezr? Che stai facendo qui?
Sporco di sangue e con una mano poggiata su una spalla di Ali Lin, il giovanotto era perfetto. Non c’era neanche bisogno di dargli la corda per impiccarsi da solo. — Nuwen e io abbiamo preso il comando di L1. Qiwi. A parte alcuni scagnozzi di Nau, non abbiamo fatto del male a nessuno. — Questo mentre aveva il padre di lei mezzo morto fra le mani. — Nau ti sta usando, come ha sempre fatto. Solo che stavolta ci ammazzerà tutti. Guardati intorno. Sta per sparare una torpedine atomica sul provvisorio.
— Io… — Qiwi guardò il tubo di lancio, e la sua espressione non piacque a Nau. Capì che aveva notato le luci accese del pannello.
— Qiwi, non dargli ascolto — le disse, accoratamente. — Abbiamo di fronte lo stesso gruppo che ha manovrato Jimmy Diem. Chi credi che ci fosse dietro di lui?
— Sei stato tu a uccidere Jimmy! — sbottò Vinh. Qiwi si asciugò il naso sanguinante con una manica bianca. Per un momento parve molto giovane e sperduta. La sua incertezza disse a Nau che l’aveva in pugno. — Non ascoltarlo. È un povero illuso capace soltanto di fare del male agli altri — disse, e infilò una mano nell’armadietto alla ricerca del calcio di una pistola a raggi.
Ezr aveva la vista confusa e si sentiva debole. La faccia con cui Qiwi ascoltava le parole ponderate di Nau gli fece pena. Dopo tutti quegli anni pendeva ancora dalle sue labbra. Vide un sorrisetto disegnarsi sulla bocca di Nau.
— Tu conosci Vinh — disse ancora il caponave. — Giù al Braccio Nord ha cercato di uccidere tuo padre. Se avesse ancora con sé il coltello gli avrebbe già tagliato la gola. È uno squilibrato. Ricordi quando ti picchiò senza motivo? Be’, il motivo lo aveva, ma esisteva solo nella sua povera testa di fanatico.
Quelle parole erano per Qiwi, ma colpirono Ezr come bastonate; c’era un’umiliante verità mescolata a quelle bugie.
Qiwi era immobile accanto a Nau, ma aveva i pugni stretti. Nelle sue spalle sembrava accumularsi una terribile tensione. Ezr pensò che Nau stava per vincere, e seppe che a dargli quella vittoria era stato lui.
Scacciò il grigiore che gli annebbiava la vista e fece un ultimo tentativo: — Non pensare a me, Qiwi. Pensa ai nostri amici che non si sono mai svegliati dal sonno freddo, Nau ha parlato di guasti tecnici, ma non è per caso che teneva i contenitori a bordo della Mano Invisibile, a disposizione di Brughel. Pensa a tua madre, morta su un tavolo da tortura su quella nave. Nau ti ha mentito per quarant’anni. Tu hai cercato la verità, ma quando la trovavi lui era lì, pronto a cancellarti un pezzo della memoria. Lo ha fatto più volte. E ogni volta tu hai dimenticato. — Qiwi aveva sbarrato gli occhi in un’improvvisa espressione d’orrore. Quello che vide nella sua mente, qualunque cosa fosse, la fece ansimare. — Stavolta non dimenticherò. — Si volse, mentre Nau estraeva qualcosa dall’armadietto, e lo colpì con una gomitata nelle costole. Privo di punti d’appoggio il caponave rimbalzò contro la parete e verso il soffitto a volta dell’arsenale. Dietro di lui fluttuava una pistola a raggi. Con un’imprecazione Nau si protese per afferrare l’arma, ma era qualche centimetro fuori portata e non riuscì ad arrivarci. Aggrappata all’armadietto con una mano Qiwi allungò l’altra e prese l’arma. La puntò alla testa del caponave.