Выбрать главу

5

Lane saltò giù dalla macchina, svitando il tappo della latta di benzina, e subito cominciò a spandere il liquido tutt’attorno, sul terreno, formando un gran cerchio.

— Le fiaccole — gridò. — Presto, portatele qui. E venite tutti dentro al cerchio!

Diede fuoco alla benzina e immediatamente le fiamme si alzarono tutt’attorno, lungo l’anello di terreno imbevuto di combustibile. L’enorme palla di polvere avanzava, rotolando lungo la strada, sempre più vicina alla stazione di servizio. Poi smise di rotolare, e si sollevò nell’aria. La polvere scese accecante a mozzare il respiro.

Un lieve suono stridulo, come il gemito del vento, e poi correnti, vortici, turbini violentissimi mentre le fiamme si levavano alte. Poi un banco di polvere eccezionalmente denso, ben localizzato. A cento metri dalla stazione, l’aria era perfettamente calma: niente polvere, nessun turbamento nella quiete del primo mattino. Al centro della nuvola invece…

— Qui — ansimò Lane. — Venite qui!

La Warren arrivò, incespicando. Con un balzo tra le fiamme, Lane afferrò Burke. Il padrone della stazione lottava disperatamente per respirare, e agitava consulsamente le braccia, mezzo soffocato e sepolto nella polvere. Lane, trattenendo il respiro, uscì dal cerchio e arrivò fino a lui: l’uomo si dimenava come se stesse per annegare. Subito le creature invisibili attaccarono Lane, e il suo vestito palpitò. I Gizmo, presi uno per uno, erano debolissimi, ma tutti insieme formavano un sistema dinamico molto potente. Nugoli di quei mostri orrendi si univano, combinavano assieme le singole forze in turbini di vento della violenza di un uragano.

Il padrone della stazione lottava, e la polvere era come acqua, e lui vi stava per annegare dentro. Si aggrappò a Lane tentando di sollevarsi, e anche Lane si sentiva soffocare…

Avvertì un odore di benzina bruciata. Con un fazzoletto imbevuto di benzina la Warren si era fatta una torcia e l’agitava sopra la sua testa. Subito sentì bocca e narici libere, e un gran sibilo. Poté respirare e avvertì un puzzo insopportabile.

Si trascinò dentro al cerchio di fuoco portandosi dietro Sam, mentre la Warren continuava ad agitare la sua torcia. Si strinsero tutti al centro dell’anello. La polvere continuava a piovere, massa impalpabile, ma la benzina la impregnava e le fiamme divampavano sempre più alte.

La Warren, con mani tremanti, riempì una latta di polvere imbevuta di benzina, e la protese alta sulla testa, contro le creature invisibili.

— Ha quasi finito di bruciare! — ansimò nell’orecchio di Lane, dopo qualche minuto.

— Lo so — rispose il giornalista. — Venite con me agitando la torcia. Pomperò dell’altra benzina sul terreno e le darò fuoco…

Si presero per mano buttandosi attraverso le fiamme giallastre e fumose. Di colpo si trovarono in mezzo a un turbinio di polvere accecante. Soltanto per un caso fortunato, Lane capitò sulla macchina di Burke. In quella totale oscurità, era impossibile vedere a un palmo dal proprio naso. Le ruote erano già mezze affondate nella polvere.

Trascinando con sé la Warren arrivò fino alla pompa della benzina. Staccò il tubo, azionò la pompa, poi si trascinò per quanto era lungo il tubo, respirando attraverso la giacca piegata due volte, e fece zampillare un grosso getto di benzina, che si sparse a terra.

La Warren gli urlò: — La torcia non brucia più!

Subito il nemico gli si gettò addosso e lui si senti soffocare, anche se poteva respirare un po’ attraverso la giacca. Era completamente sommerso da una massa di Gizmo.

Allora azionò l’accendisigaro. Un rombo, e le fiamme divamparono altissime, a sei o sette metri, e li accanto si udirono stridere e torcersi le masse di Gizmo.

Lane boccheggiava, e la Warren, ansimando, si teneva in piedi a stento. Sorreggendola, le prese la torcia di mano, la impregnò di benzina, l’accese alle fiamme lanciando la terra infuocata a destra e a sinistra, tra acuti sibili.

— Ho trovato il sistema! — ansimò.

Gettò ancora attorno polvere infuocata e le fiamme squarciarono le masse di Gizmo che costituivano la nube. Il sistema dinamico era ormai colpito a morte, le sue varie parti ardevano e distruggevano tutte quelle con cui venivano a contatto.

Lane trascinò il tubo della benzina vicino al cerchio di fiamme e creò una nuova sorgente di fuoco, e una terza…

E la nube cominciò ad assottigliarsi. Il grappolo rotondo dei Gizmo si sfasciava cessando di esistere come un tutto unico. La polvere trascinata da quegli esseri ricadeva a terra, e i Gizmo ritornarono invisibili, come prima di formare la nuvola.

Forse volarono via, forse continuarono a librarsi lì vicino. Comunque, non si sentirono né sibili né vortici attorno alla stazione, e la enorme palla di polvere ricadde lentamente al suolo.

In quei dieci minuti, la scena dell’attacco era notevolmente cambiata. All’arrivo della macchina, c’era una strada polverosa e una piattaforma di cemento per il distributore di benzina, una linda stazione di rifornimento, modernissima, con l’officina, la pompa per la lubrificazione, le finestre con i vetri ben puliti. Tutto nitido e luccicante. Ora su tutto si stendeva una spessa coltre di polvere. Pareva un Sahara in miniatura.

In quattro punti diversi si levavano alte fiamme giallastre che sprigionavano un denso fumo nero.

Immersi quasi fino al ginocchio nella polvere impalpabile, la Warren e Burke trasportavano qualcosa d’irriconoscibile, coperto di polvere. Era Sam, il padrone del distributore. La Warren gli praticò subito la respirazione artificiale, non molto amabilmente, ma con grande energia e Burke l’aiutava. Con un brusco salto, sbucò fuori dalla polvere il gatto della stazione che starnutiva e cercava un terreno più solido.

Uno dei falò si spense, e anche il primo cerchio di fuoco tracciato da Lane, tra il puzzo di benzina bruciata.

— Ho paura che questo poveretto sia morto! — ansimò la Warren.

Accanto a lei, Burke disse assorto: — Voi ci dovete aver pensato, a queste cose, meglio di me. Non mi sarebbe mai venuto in mente di combattere gli spiriti col fuoco, eppure li caccia via davvero!

— Episodi come questi — riprese la Warren — si verificheranno in tutto il paese. Incomincio a essere preoccupata sul serio… Dobbiamo informare le autorità e bisogna studiare i Gizmo, per trovare la soluzione del problema. Sono una minaccia per tutti, e possono fare gravissimi danni!

Nonostante i suoi timori riguardo a Sam, tanto lei quanto Burke continuarono ostinatamente a praticare la respirazione artificiale al disgraziato proprietario della stazione.

— Se non avete bisogno di me — disse Lane — provo di nuovo a telefonare. Forse troverò un dottore.

Avanzò barcollando nella polvere, fino alla stazione. Chiamò prima un medico e poi l’intercomunale. Era esasperante avere tanta fretta e sentirsi troncare di tanto in tanto la comunicazione dalla telefonista che chiedeva altri gettoni per non interrompere. Quando uscì aveva un’espressione delusa.

— Non va?

— Non potrebbe andar peggio! — rispose amareggiato. — Nessun medico. Ce ne sono due a Murfree, e tutti e due sono fuori per chiamate d’urgenza: persone morte o che hanno rischiato di morire nel sonno. Ho cercato altri dottori: c’è stata una dozzina di casi analoghi la scorsa notte in paese, e tutti i medici si affannano per scoprire le cause del male, che si sospetta contagioso. — C’era una sfumatura d’ironia nella voce. — Non sanno come proteggere gli altri membri delle famiglie colpite! Certo una epidemia improvvisa è una spiegazione migliore della mia per i fatti capitati la scorsa notte. Almeno è più facile da credere…

La Warren aveva sospeso la respirazione artificiale, e si torceva le mani. Burke, messosi in spalla il corpo di Sam, sguazzava faticosamente nella polvere, verso la stazione.