— E va bene, creature di quel tipo non avrebbero esattamente lo stesso problema. Tuttavia, come ho detto ad As It Happens, è improbabile che esseri acquatici possiedano la radio o tecnologie affini.
— Insisto — disse Don. — Perché l’aborto deve per forza suscitare un dibattito etico? Per molti terrestri, lo è solo in quanto credono che dentro il corpo, in un momento o nell’altro, entri un’anima. Ma gli alieni non hanno accennato a nessuna anima.
— La parola “anima” è un concetto abbreviato per trattare il tema dell’inizio della vita, e quest’ultimo è senza dubbio un argomento di portata universale.
Almeno, tra le specie che sono alla ricerca di altre forme intelligenti nello spazio.
— Perché?
— Perché un progetto come SETI indica che la vita biologica è importante, e che trovarne dell’altra è una scoperta sensazionale. Se a qualcuno non interessasse la distinzione tra vita e non-vita, si limiterebbe a studiare gli astri, senza mandare segnali radio ad altri esseri intelligenti. Per questo, avrà sempre un’enorme importanza stabilire la linea di confine tra vita e non. Quasi tutti sarebbero d’accordo che è sbagliato uccidere un cane senza motivo, perché un cane adulto è chiaramente un essere vivente... ma l’embrione? Ecco dove sta il busillis con cui ogni specie senziente deve confrontarsi.
— Bé, o la vita comincia al concepimento, o alla nascita.
Sarah scosse la testa. — Non è così facile. Sulla nostra stessa Terra esistono culture in cui non si da un nome ai bambini fino dopo il quarantesimo giorno dopo la nascita. Alcuni affermano che il bambino diventa persona solo intorno ai tre anni, quando cioè è in grado di formare ricordi permanenti. E i dibattiti non finiscono qui. Ora, sappiamo che i Draconiani si riproducono per via genetica e sessuale, come emerge in modo evidente dal loro messaggio. D’altro canto, ho il sospetto che questo metodo riproduttivo sia piuttosto comune nell’universo, in quanto dà una grossa spinta all’evoluzione, producendo nuovi pool genetici a ogni generazione; senza dover attendere che le radiazioni cosmiche provochino mutazioni casuali in esseri che, altrimenti, diffonderebbero copie identiche di sé.
Ricorda che la vita è apparsa su questo pianeta quattro miliardi di anni fa, e che per tre miliardi e mezzo di anni si è manteuuta sostanzialmente identica. Quando però, mezzo miliardo di anni fa, è stato inventato il sesso... boom, si è avuta l’esplosione del Cambriano, e l’evoluzione ha iniziato a procedere a grandi passi. Per questo, qualunque specie che si riproduce sessualmente si interrogherà sulla liceità di distruggere una combinazione irripetibile di materiale genetico, indipendentemente dal fatto che il feto sia considerato vivo o no.
Don aggrottò le ciglia. — È come discutere se occorra salvare tutti i fiocchi di neve. Solo perché una cosa è unica e irripetibile, non significa che abbia valore.
Soprattutto se tutti gli esseri appartenenti a una determinata classe condividono questo carattere di unicità.
Uno scoiattolo attraversò saltellando la strada di fronte a loro. — Inoltre — proseguì Don — per restare in tema di evoluzione: in un sufficiente arco di tempo, la questione dell’aborto non si risolverà da sola? Voglio dire, la selezione naturale favorirà ovviamente le persone che difendono la vita; mentre chi elimina il feto del proprio figlio, elimina dalla circolazione i propri geni. Basta attendere per un certo numero di generazioni, e gli abortisti spariranno.
— Brrrrr! — fece Sarah. — Che scenario raccapricciante. Però, ciò sarebbe vero solo se il “sì alla vita” offrisse vantaggi immediati, anziché far spendere per i figli una quantità enorme di risorse prima che raggiungano a loro volta l’età riproduttiva. Pensa a Barb e Barry che hanno consacrato tutte le proprie energie all’educazione di Freddie. — Barb era una cugina di Sarah; aveva un figlio con grossi problemi di autismo. — Voglio tanto bene a mio nipote, ma è un dato di fatto che sta costringendo i genitori a investimenti molto superiori al normale, e per di più non darà loro dei nipoti.
— Lo sai bene quanto me — disse Don — che solo un numero minimo di interruzioni di gravidanza è dovuto alla presenza di malformazioni nel feto. Le ecografie esistono solo da pochi decenni, ma gli aborti vengono praticati da secoli.
Senza considerare l’infanticidio, che è una cosa diversa, e però...
— La depressione post-parto ha una radice evoluzionista: la madre si rende conto di non avere risorse sufficienti per allevare questo specifico figlio fino all’età riproduttiva; perciò taglia i legami con lui per conservare per il futuro il proprio “patrimonio genitoriale”. Puoi girare la questione come ti pare, ma l’evoluzione ha insiti in sé dei meccanismi che non favoriscono per forza il maggior numero possibile di gravidanze. Comunque, lasciando da parte l’aborto, sono e resto convinta che la maggior parte delle specie intelligenti si trovino ad affrontare problemi simili, man mano che la tecnologia accresce i loro potenziali. È vero che gli alieni non citano mai Dio...
— Infatti — borbottò Don.
— ...Ma ogni specie con una lunga storia alle spalle dovrà confrontarsi, prima o poi, con i pro e i contro di “giocare a fare Dio”.
Era il crepuscolo avanzato; i lampioni si accendevano a scatti. — “Dio” è una parola pesante — disse Don.
— Forse sì, ma rende bene il concetto: se Dio è definito come il creatore dell’universo, allora tutti gli esseri intelligenti possono diventare dèi.
— Eh?
— Pensaci. Anche noi umani saremo presto in grado di produrre realtà virtuali così perfette da essere indistinguibili dalla... dalla realtà vera, no?
— “La realtà virtuale è come suonare la chitarra senza chitarra” diceva uno dei miei scrittori preferiti.
Lei emise un grugnito ironico dal naso, e proseguì: — Una tecnologia abbastanza avanzata sarebbe in grado di simulare gli esseri viventi in modo così accurato che loro stessi penserebbero di essere reali.
— Non lo escludo.
— È così. Hai mai dato un’occhiata al videogame preferito di Carl? Ormai le simulazioni sono sbalorditive, e possediamo la tecnologia digitale solo da... quand’era?... sessantacinque anni. Immagina cosa potremmo fare se possedessimo computer mille volte, o un milione, o un miliardo di volte più potenti di quelli attuali. Cosa che avverrà; se non a noi, a qualche altra specie. E qui torna la domanda: dove sta il confine tra l’inorganico e l’organico? Di che diritti godrebbero le creature virtuali? Ecco le questioni etiche che ci attendono.
Un’altra coppia, uscita per una passeggiata, camminava in direzione opposta a loro. Don li salutò con un lieve inchino.
— Anzi — disse Sarah — c’è qualche indizio che fa sospettare che noi stessi siamo immagini digitali.
— Questa la voglio proprio sentire.
— Nel nostro universo è data una lunghezza minima possibile. È detta “lunghezza di Planck” e corrisponde a 1,6 per 10-35 metri, cioè circa 10-20 volte le dimensioni di un protone. Non è possibile misurare nulla che abbia dimensioni inferiori, probabilmente a causa degli effetti quantistici.
— Ci sono.
— A questo punto, esisterà anche un tempo minimo. Siccome una particella luminosa dovrà trovarsi o qui, nella posizione A calcolata con la misura di Planck, oppure accanto, nella posizione B, allora il tempo necessario per compiere il salto da A a B sarà il minimo intervallo possibile. È stato calcolato, e si chiama “tempo di Planck”: 10-43 secondi.
— L’orologio degli “Adesso Ristretti” — disse Don con un sorriso, ricordando una precedente conversazione.