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Poco prima l'aveva controllato badando bene che Channis non fosse nelle vicinanze.

Secondo Interludio

Alcune persone si trovarono casualmente, pochi minuti prima di entrare in Camera di Consiglio dove avrebbero trattato le questioni del giorno, nel corridoio.

Velocemente si scambiarono le loro opinioni.

– E cosi, il Mulo e in viaggio.

– Pare.

Ma e rischioso.

Estremamente rischioso! – No, se gli avvenimenti rientrano nei nostri piani.

– Il Mulo non e un uomo qualsiasi, e difficile manipolare i suoi strumenti scelti senza che se ne accorga.

Le menti da lui controllate sono difficilmente influenzabili e, in alcuni casi, sembra che si sia accorto del tentativo.

– Si, ma non vedo come potevamo evitarlo.

– Le menti non controllate sono piu facili.

Ma ben pochi in queste condizioni hanno una posizione d'autorita sotto di lui.

Entrarono nella Camera di Consiglio della Seconda Fondazione.

Altri li seguirono.

3. Due uomini e un contadino

Rossem e uno di quei mondi marginali, di solito trascurati dalla storia galattica, e che raramente riescono a far parlare di se in mezzo alle miriadi degli altri pianeti piu floridi.

Negli ultimi giorni dell'Impero Galattico, vi furono trasferiti alcuni prigiomeri politici mentre un osservatorio e una piccola guarnigione navale erano mantenuti in quelle regioni desolate per evitare che rimanessero completamente abbandonate a se stesse.

Quando ancor prima dei tempi di Hari Seldon sopravvennero i primi sconvolgimenti che provocarono rivolte, insicurezza e costante pericolo, gli uomini piu deboli, spaventati dai continui saccheggi e dalle continue sanguinose successioni degli imperatori, abbandonarono in massa i pianeti piu popolati per rifugiarsi nei mondi piu squallidi della Galassia.

Nelle fredde pianure di Rossem erano cosi sorti molti villaggi.

Il sole che illuminava questo mondo era rosso, e il calore che emanava era debole.

Per nove mesi la superficie del pianeta era coperta dal ghiaccio.

In quel periodo, il grano non cresceva; poi, nei mesi di sole, la temperatura arrivava ai venti gradi, cosi si sviluppava a velocita fantastica.

Piccoli animali simili a capre brucavano l'erba, raspando nella neve con zampe a tre dita.

Gli abitanti di Rossem avevano cosi il loro Pane e il loro latte, e, quando potevano fare a meno di un animale, perfino la carne.

Le scure foreste che ricoprivano la fascia equatoriale del pianeta fornivano legname dalla fibra forte adatto per costruire case.

Questo legno, insieme con le pellicce di alcuni animali e qualche minerale, veniva esportato.

Le astronavi dell'Impero venivano di volta in volta a caricarlo, dando in cambio macchinari per le fattorie, riscaldatori atomici e persino televisori che non erano male accetti in quelle regioni desolate, dove gli uomini erano costretti a nove mesi di ibernazione.

La storia dell'Impero non toccava i contadini di Rossem.

Le navi dei mercanti portavano notizie sulle rivoluzioni, ogni tanto, arrivavano nuovi rifugiati (una volta ne era arrivato anche un gruppo numeroso) che generalmente portavano le ultime notizie della Galassia.

In questo modo gli abitanti di Rossem avevano appreso delle feroci battaglie, delle popolazioni decimate, degli imperatori tirannici e dei loro vicere ribelli.

A queste notizie sospiravano e scrollavano la testa, si chiudevano nelle loro pellicce e sedevano nelle piazze dei villaggi sotto il debole sole a filosofare sulla cattiveria dell'uomo.

Poi improvvisamente, le navi dell'Impero cessarono di arrivare sul pianeta, e la vita divento piu difficile.

I rifornimenti di cibo, di tabacco e di macchinari cessarono.

Notizie confuse, ricevute da, televisori, aumentarono le loro preoccupazioni.

E alla fine seppero che Trantor, la capitale di tutta la Galassia, era stata distrutta e saccheggiata, e che la splendida, incomparabile residenza dell'Imperatore era in rovina.

Era qualcosa di inconcepibile, e a molti contadini isolati nelle campagne parve che questo significasse la fine della Galassia.

Poi, un giorno, arrivo un'astronave.

I vecchi di ogni villaggio levarono la testa credendo che fossero tornati i giorni dei loro padri.

Ma non era cosi.

Quell'astronave non era una nave imperiale.

Sulla sua prora non brillava l'emblema luminoso del sole e dell'astronave.

Era una vecchia carcassa rappezzata con frammenti di altre navi imperiali.

Gli uomini che ne scesero dicevano di essere di Tazenda.

I contadini erano confusi.

Non avevano mai sentito parlare di Tazenda, tuttavia accolsero i soldati con la loro tradizionale ospitalita.

I nuovi venuti chiesero informazioni sul pianeta, sul numero degli abitanti, il numero delle citta (la definizione di citta creo non poche confusioni poiche i contadini, parlandone, si riferivano ai villaggi), il tipo di economia e via di seguito.

Poi vennero altre navi i cui equipaggi distribuirono su tutto il pianeta un proclama in cui si diceva che Tazenda diventava la loro capitale, e che lungo la linea equatoriale, l'unica regione abitata, sarebbero state disposte stazioni per il pagamento delle tasse, e che annualmente sarebbero state raccolte determinate percentuali di pelli e grano secondo una formula numerica.

I contadini annuirono gravemente, non molto sicuri del significato della parola "tasse".

Quando erano arrivati gli agenti a raccoglierle, molti pagarono, altri rimasero attoniti a guardare gli uomini in uniforme che caricavano sui loro veicoli pelli e grano.

Alcuni contadini indignati si erano radunati e avevano tirato fuori vecchie armi da caccia, ma non erano riusciti a organizzare una difesa.

Da allora si erano limitati a protestare ogni volta che arrivavano gli uomini di Tazenda, perche la lotta per l'esistenza era diventata ancor piu dura.

Infine, si creo un nuovo equilibrio.

Un governatore di Tazenda venne ad abitare stabilmente nel villaggio di Gentri, in cui fu proibito a tutti i Rossemiti di abitare.

Il governatore e i suoi ufficiali ben raramente riuscivano a impinguarsi con i prodotti del pianeta.

Gli ufficiali addetti alla raccolta delle tasse continuavano a venire periodicamente, ma ora erano gente piu comprensiva, e i contadini ormai avevano imparato a nascondere il loro grano, a far sparire il bestiame nelle foreste e a non ostentare mai alcun segno di ricchezza.

Con faccia stupita e innocente si limitavano a far osservare agli ufficiali addetti alla tassazione la poverta delle loro case.

Le tasse diminuirono i controlli si fecero sempre piu rari, come se Tazenda si vergognasse di togliere quel poco di ricchezza a un paese tanto povero.

Comincio a svilupparsi il commercio fra i due mondi, perche forse Tazenda trovava questo sistema piu vantaggioso.

Gli abitanti di Rossem non ricevevano piu in cambio i rinomati prodotti dell'Impero, pero anche le semplici macchine e il cibo di Tazenda erano migliori dei prodotti locali.

Inoltre, le donne ebbero abiti piu eleganti di quelli che filavano da sole.

E anche questo era importante.

Ancora una volta, la vita della Galassia scorreva senza apportare cambiamenti su Rossem, e i contadini continuavano a ricavare i magri raccolti dalla loro terra.

Narovi usci dalla casa soffiando…

Era caduta la prima neve e il cielo opaco era di color rosa.

Osservo le nuvole e decise che nessuna tempesta seria era in arrivo.

Avrebbe potuto viaggiare fino a Gentri senza guai e vendere un po di grano per comprare il cibo in scatola che gli sarebbe bastato per tutto l'invero.

– Ragazzo – urlo volgendosi verso la porta chiusa, – hai fatto il pieno alla macchina? Da dietro la porta rispose una voce, e subito apparve il figlio piu grande di Narovi, con la barbetta rossa e corta non ancora del tutto cresciuta.

– Ho fatto il pieno – disse il giovane, – e funziona a dovere; solo il semiasse e in cattive condizioni.

Ma non dipende da me.

E' da tempo che ti dico che bisogna ripararlo.

L'uomo fece un passo indietro e osservo il giovane aggrottando la fronte e sporgendo il mento in avanti. – E allora sarebbe colpa mia? Come avrei potuto far cambiare il pezzo? Non sono forse cinque anni che il raccolto va male? E il mio bestiame e riuscito a evitare la peste? E sono stato io a non far cadere gli animali da pelliccia nelle trappole…

– Narovi! – Una voce familiare gli tronco il discorso a meta.

– Bene, bene – brontolo, – ci mancava anche questo, che tua madre s'intromettesse nelle discussioni tra padre e figlio.

Porta fuori la macchina e bada che il rimorchio sia attaccato bene.

Batte le mani inguantate una contro l'altra e si giro a guardare ancora una volta il cielo.

Piccole nuvole si erano raggruppate coprendo il sole.

Stava per distogliere lo sguardo, quando i suoi occhi notarono qualcosa e automaticamente levo un dito in alto e spalanco la bocca dallo stupore.

– Moglie – urlo – vecchia… vieni qui.

Una faccia indignata apparve alla finestra.

La donna segui la direzione indicata dal dito e anche lei spalanco la bocca, sorpresa.

Senza un grido si precipito giu per le scale, gettandosi sulle spalle una coperta mentre scendeva.

Apparve sulla soglia con la coperta che le copriva la testa e la schiena.

– E' un'astronave che viene dallo spazio – disse lei emozionata.

– E che altro potrebbe essere? – rispose irritato il marito. – Abbiamo visite vecchia mia, stranieri! La nave atterro lentamente nel campo a nord della fattoria di Naroni.

– Che facciamo? – balbetto la donna. – Possiamo offrire ospitalita a quella gente? Come possiamo dividere con loro la nostra povera cena e riceverli nella nostra casa cosi sporca? – Dobbiamo mandarli forse dai nostri vicini? – e Narovi cinse la moglie per le spalle.

– Moglie mia – continuo, – andrai a prendere le due sedie dalla stanza di sotto, sceglierai un agnello bello grasso da arrostire con le patate e preparerai una buona torta.

Io nel frattempo andro a salutare i nuovi arrivati… e… e… – S'interruppe si tolse il cappuccio di pelo e si gratto la testa esitante. – Si, e portero con me la mia acquavite.