— No! Sei tu quello che deve sedersi! Indicò due sedili lì vicino e aspettò finché Lain e Toller li ebbero occupati. — Sei bravo, Lain, ma ho fatto un grande errore imponendoti l’onere di un compito per il quale sei costituzionalmente…hmm…inadatto. Questo è il momento dell’audacia. Audacia di vedute. Quello che ci ha meritato il rispetto degli antichi Re.
Toller, fattosi morbosamente sensibile a ogni movimento di Leddravohr, notò che il principe stava concludendo una conversazione sussurrata con suo padre. Entrambi si misero poi a sedere, e Leddravohr gettò immediatamente uno sguardo truce nella sua direzione. Ad un cenno appena percettibile del Re, un funzionario batté sul pavimento con il bastone per zittire i bassi mormorii di tutta la sala.
— Lord Glo! — la voce di Prad era minacciosamente calma. — Mi scuso per la scortesia verso i membri della vostra delegazione, e desidero ricordare che il tempo del consiglio non dovrebbe essere sprecato in suggerimenti stupidi. Ora, se vi concedo il permesso di esporre i punti essenziali del vostro programma, vi impegnerete a farlo in fretta e succintamente, senza aggiungere altre tribolazioni a un giorno che ne ha già viste troppe?
— Con piacere!
— Allora procedete.
— Mi accingo a farlo, Maestà.
— Glo fece un mezzo giro per guardare Lain, gli fece una strizzatina d’occhio e gli sussurrò: — Ricordi cos’hai detto riguardo al mio volare più in alto e vedere più lontano? Stai per avere motivo di riflettere su quelle parole, ragazzo mio. I tuoi grafici stavano raccontando una storia che nemmeno tu capisci, ma io…
— Lord Glo — lo richiamò Prad. — Io sto aspettando.
Il Lord si profuse in un elaborato inchino, completo di svolazzi delle mani, secondo l’uso della classe colta. — Maestà, il filosofo ha molti doveri, molte responsabilità. La sua mente deve non solo racchiudere il passato e il presente, ma anche far luce sui molteplici sentieri del futuro. Più bui e più … hmm…rischiosi sono quei sentieri, più alto… — Arrivate al punto, Glo!
— Molto, bene, Maestà. La mia analisi della situazione in cui Kolcorron si trova oggi mostra che le difficoltà di reperire brakka e cristalli di energia aumenteranno finché…hmm…solo le misure più rigorose e a lungo termine non eviteranno un disastro nazionale. — La voce di Glo vibrava di fervore.
“È mia ponderata opinione, dal momento che i problemi che ci assillano crescono e si moltiplicano, che dobbiamo espandere di conseguenza le nostre capacità. Se vogliamo mantenere la nostra posizione di preminenza su Mondo dobbiamo volgere gli occhi non verso nazioni insignificanti ai nostri confini, con le loro magre risorse, ma verso il cielo!
“L’intero pianeta di Sopramondo è sospeso sopra di noi, in attesa, come un frutto maturo pronto per essere colto. Dipende solo dalle nostre capacità sviluppare i mezzi per raggiungerlo e per… — Il resto della frase di Glo fu sommerso da una crescente marea di risate.
Toller, il cui sguardo era incollato a quello di Leddravohr, voltò la testa quando sentì grida irose provenire dalla sua destra. Al di là della delegazione medica di Tunsfo, vide il Lord Prelato Balountar ritto in piedi che puntava su Glo il suo dito accusatore, con la piccola bocca distorta e tirata in una smorfia di violenta indignazione.
Borreat Hargeth si sporse dalla fila alle spalle di Toller e strinse la spalla di Lain. — Fai sedere quel vecchio pazzo — sussurrò scandalizzato. — Sapevi che stava per fare una cosa del genere?
— Certamente no! — Il viso sottile di Lain era esterrefatto. — E come posso fermarlo?
— Sarebbe meglio che facessi qualcosa tu prima che facciamo tutti la figura degli idioti.
— … da lungo tempo è risaputo che Mondo e Sopramondo hanno la stessa atmosfera — stava continuando il vecchio pazzo, apparentemente ignaro del trambusto che aveva provocato. — Gli archivi di Greenmount contengono progetti dettagliati per palloni aerostatici ad aria calda in grado di salire verso…
— In nome della Chiesa vi ordino di porre fine a queste bestemmie! — gridò il Lord Prelato Balountar, lasciando il suo posto per marciare su Glo, la testa in avanti che dondolava da una parte e dall’altra come quella di un trampoliere. Toller, agnostico per istinto, dedusse dalla violenza della sua reazione che Balountar doveva essere un rigido Alternazionista. A differenza di molti religiosi di alto grado, che tributavano una devozione formale al loro credo, allo scopo reale di raccogliere laute offerte, Balountar davvero credeva che dopo la morte lo spirito migrasse su Sopramondo, si reincarnasse in un neonato e infine tornasse su Mondo allo stesso modo, in un ciclo di esistenze senza fine.
Glo fece il gesto di allontanare il Lord Prelato. — La maggiore difficoltà è data dalla zona di gravità…hmm…neutrale del punto medio del volo dove, naturalmente, la differenza di densità tra aria fredda e calda non può avere alcun effetto. Questo problema può essere risolto munendo ogni mezzo di tubi reattori che…
Glo fu bruscamente messo a tacere quando Balountar, con le nere vesti che svolazzavano qua e là, superò la distanza che li separava con un balzo improvviso e gli mise con violenza una mano sulla bocca. Toller, che non aveva immaginato che l’ecclesiastico avrebbe usato la forza, schizzò dalla sedia, lo afferrò per i polsi e gli costrinse le braccia lungo i fianchi. Glo si portò le mani alla gola, con lo stomaco in subbuglio. Il Lord Prelato cercò di liberarsi dalla stretta, ma Toller lo sollevò con la stessa facilità con cui avrebbe spostato un fantoccio di paglia e lo buttò a terra qualche passo più in là, accorgendosi solo allora che il Re si era di nuovo alzato in piedi. Le risate nella sala morirono subito, lasciando il posto ad un silenzio teso.
— Tu! — La bocca di Balountar si contraeva spasmodicamente mentre levava lo sguardo su Toller. — Tu mi hai toccato!
— Agivo per difendere il mio maestro — si difese Toller, rendendosi conto che il suo gesto impulsivo era stata un’altra violazione del protocollo. Sentì un suono smorzato come di conati di vomito e voltandosi vide che Glo stava silenziosamente dando di stomaco, con entrambe le mani premute a coppa sulla bocca. Dalle sue dita colava un rivolo di vino nero che gli macchiava la tunica e sgocciolava sul pavimento.
Il Re parlò con voce alta e chiara, e ogni parola era come il colpo di una lama. — Lord Glo, non so cosa trovo più disgustoso, se il contenuto del vostro stomaco o il contenuto della vostra mente. Voi e il vostro gruppo sparirete dalla mia presenza immediatamente, e vi avverto, qui e adesso, che appena questioni più pressanti saranno risolte, penserò a lungo e con impegno al vostro futuro.
Glo si scoprì la bocca e tentò di parlare, mentre i paletti marrone dei suoi denti andavano su e giù, ma non riuscì a produrre altro che gracchianti suoni di gola.
— Toglietemelo dalla vista — disse Prad, spostando i suoi occhi duri sul Lord Prelato. — Quanto a voi, Balountar, sarete punito per esservi permesso un attacco fisico contro uno dei miei ministri, non importa quanto fosse grande la provocazione. Per questa ragione non avrete diritto a nessuna riparazione da parte del giovane che vi ha trattenuto, benché anche lui mi sembri mancare un po’ di autocontrollo. Tornerete al vostro posto e resterete là senza parlare finché il Lord Filosofo e il suo seguito di buffoni non si saranno allontanati. — Il Re si rimise a sedere e guardò fisso davanti a sé, mentre Lain e Hargeth sostenevano Glo e lo conducevano verso l’entrata principale della sala. Toller aggirò Vorndal Sisstt, che si era inginocchiato a pulire il pavimento con l’orlo della sua tunica, e aiutò i due assistenti di Lain a tirare su il cavalletto rovesciato e le tabelle. Mentre si alzava con il cavalletto sotto il braccio gli venne in mente che Leddravohr doveva aver ricevuto un ammonimento insolitamente severo per convincerlo a rimanere così calmo. Lanciò un’occhiata verso il palco e vide che il principe, sprofondato nel suo trono, lo stava fissando con uno sguardo volutamente risoluto. Toller, oppresso dalla vergogna collettiva, distolse immediatamente gli occhi, ma non prima di aver colto sul suo viso un sorriso di soddisfazione.