— Chiedo scusa per questo ritardo, Maestà — disse Glo in lingua colta quando si fu finalmente messo comodo. — Desiderate che il mio attendente si ritiri?
Prad scosse la testa. — Può rimanere per il vostro conforto, Lord Glo. Non mi ha fatto piacere la gravità della vostra indisposizione.
— Una certa recalcitranza degli… hmm… arti, questo è tutto — rispose stoicamente Glo.
— Cionondimeno, vi sono grato dello sforzo che avete fatto per essere qui. Come potete vedere, vi sto esonerando da ogni formalità in modo che possiamo avere uno scambio di idee senza impacci di protocollo. Le circostanze del nostro ultimo incontro potevano difficilmente lasciar spazio alla libera discussione, non trovate?
Toller, che si era messo dietro alla sedia di Glo, era sorpreso dai toni amabili e ragionevoli del Re. A quanto sembrava, il suo pessimismo era stato ingiustificato, e a Glo sarebbe stata risparmiata una nuova umiliazione. Guardò direttamente attraverso il tavolo per la prima volta e vide che l’espressione di Prad era rassicurante quanto poteva esserlo con quei lineamenti dominati dal suo occhio bianco marmo. Automaticamente il suo sguardo scivolò verso Leddravohr e con uno shock quasi fisico si accorse che gli occhi del principe non lo avevano mai abbandonato, colmi di una malevolenza e di un disprezzo inconfondibili.
“Sono una persona diversa”, si disse Toller cercando di controllare il provocatorio irrigidirsi del suo corpo. “Glo e Lain non verranno in alcun modo danneggiati dall’essere con me”.
Abbassò la testa, ma non prima di aver visto balenare sul viso del principe un sorriso maligno, una specie di spasmo, automatico e veloce come un serpente, del labbro superiore. Toller non riusciva a decidere una linea di azione o di inazione. Sembrava che tutto quello che si diceva su Leddravohr fosse vero, che avesse un’eccellente memoria per le facce e una ancora migliore per gli insulti. La difficoltà immediata per Toller stava nel fatto che, per quanto fosse deciso a non incrociare quello sguardo ostile, non poteva certo rimanere a testa bassa per tutto l’antigiorno. Poteva trovare un pretesto per lasciare la stanza, forse qualcosa a che fare con…?
— Voglio parlare del volo verso Sopramondo — disse il Re, e le sue parole furono come l’esplosione di una bomba che scacciò ogni altra cosa dalla mente di Toller. — Affermate, nella vostra veste ufficiale di Lord Filosofo, che possa essere fattibile?
— Sì, Maestà. — Lord Glo lanciò un’occhiata a Leddravohr e Chakkel, entrambi scuri in volto, come sfidandoli a obiettare. — È possibile volare verso Sopramondo.
— Come?
— Per mezzo di palloni aerostatici ad aria calda.
— Andate avanti.
— La loro capacità ascensionale dovrebbe essere sorretta da reattori a gas, che tra l’altro sarebbero indispensabili nelle regioni dove i palloni cesserebbero praticamente di funzionare.
Glo stava parlando con convinzione, senza esitazione, come sapeva fare qualche volta quand’era ispirato. — Inoltre i reattori servirebbero anche a governare i palloni nel punto medio del volo, mettendoli così in grado di scendere in maniera normale.
“Lo ripeto, Maestà, è possibile volare verso Sopramondo”.
Le parole di Glo furono seguite da un silenzio bisbigliante e Toller, stupefatto come tutti, guardò suo fratello per vedere se quel discorso sul volare a Sopramondo lo avesse colto di sorpresa. Lain sembrava nervoso, decisamente a disagio, ma per niente meravigliato. Lui e Glo dovevano essere d’accordo, e se Lain credeva che il volo fosse possibile, allora lo era! Toller sentì un freddo insinuante diffonderai lungo la sua spina dorsale: quella, per lui, era un’esperienza intellettuale ed emotiva totalmente nuova. “Ho un futuro”, pensò. “Ho scoperto perché sono qui…”
— Diteci di più, Lord Glo — disse il Re. — Questi palloni ad aria calda di cui parlate sono già stati progettati?
— Non solo sono stati progettati, Maestà, ma i documenti d’archivio mostrano che ne fu fabbricato un prototipo nell’anno 2187. Fu fatto volare con successo diverse volte, quell’anno, da un filosofo di nome Usader, e si crede, sebbene le testimonianze siano… hmm… vaghe a questo proposito, che nel 2188 egli abbia effettivamente tentato il volo per Sopramondo.
— Cosa ne è stato di lui?
— Non se n’è più parlato.
— Questo non ispira molta fiducia — dichiarò Chakkel, parlando per la prima volta. — Certo non testimonia un successo.
— Dipende dai punti di vista. — Glo rifiutò di farsi scoraggiare. — Se Usader fosse tornato qualche giorno dopo, si potrebbe essere autorizzati a considerare il suo volo un fallimento. Al contrario, il fatto che non sia tornato potrebbe indicare che ha avuto successo.
Chakkel sbuffò. — Più verosimilmente che sia morto!
— Non sto dicendo che una simile impresa sia facile o non presenti un certo grado di… hmm… incertezza. Ma io credo che la nostra accresciuta conoscenza scientifica potrebbe ridurre i rischi a un livello accettabile. Con uno studio serio e le adeguate risorse materiali e finanziarie, possiamo riuscire a costruire navi in grado di arrivare a Sopramondo.
Il principe Leddravohr sospirò rumorosamente e scivolò nella sua sedia, ma non fece commenti. Toller immaginò che il Re l’avesse seriamente ammonito, prima che la riunione cominciasse.
— Ne state parlando come di una gita di piacere — disse Re Prad. — Ma non è un fatto che Mondo e Sopramondo distano quasi cinquemila miglia?
— Le migliori rilevazioni danno una cifra di 4.650 miglia, Maestà. Da superficie a superficie, cioè.
— Quanto ci vorrebbe a coprire in volo questa distanza?
— Sono spiacente di non poter dare una risposta a questa domanda, al punto in cui siamo.
— È una domanda importante, non vi pare?
— Senza dubbio! La velocità di ascensione del pallone è di fondamentale importanza, Maestà, ma ci sono parecchie variabili da… hmm… prendere in considerazione. — Glo fece segno a Lain di aprire il suo rotolo di carta. — Il mio capo scienziato, che è un matematico migliore di me, ha lavorato sui calcoli preliminari. Con il vostro consenso, spiegherà il problema.
Lain aprì una tabella con mani tremanti, e Toller vide sollevato che stavolta aveva avuto la previdenza di farla aderire a un pesante foglio telato che si distese in fretta. Parte della tabella era occupata da un diagramma in scala che illustrava i mondi gemelli e le loro relazioni spaziali; il resto era coperto di particolareggiati disegni di palloni a forma di pera e di complicate navicelle. Lain deglutì con difficoltà un paio di volte e Toller si preoccupò subito, temendo che non sarebbe stato in grado di parlare.
— Questo cerchio rappresenta il nostro pianeta con il suo diametro di 4.100 miglia — articolò infine Lain. — L’altro circolo più piccolo rappresenta Sopramondo, il cui diametro, per accettazione generale, è di 3.220 miglia, in un punto fissato sopra il nostro equatore al meridiano zero, che passa attraverso Ro-Atabri.
— Credo che tutti noi abbiamo imparato queste nozioni di astronomia elementare nella nostra infanzia — disse Prad. — Perché non potete dire quanto tempo ci vorrà per il viaggio?