Decidendosi a mettersi buono, Toller si avvicinò a una delle cataste di antichi manoscritti che erano stati prelevati dagli archivi di Greenmount. Prese un volume rilegato in pelle e diede un’occhiata al titolo. Come al solito le parole gli apparivano come linee di segni dal contenuto elusivo finché non usò un trucco che Lain aveva una volta escogitato per lui. Coprì il titolo con il palmo della mano e lentamente la fece scivolare verso destra, così che le lettere gli si rivelavano in sequenza. Questa volta i simboli stampati avevano un significato: “Voli aerostatici verso, l’estremo Nord”, di Muel Webrey, 2136.
Questo era il massimo a cui in genere arrivava l’interesse di Toller, ma dopo l’importantissima riunione del giorno prima, le ascensioni in pallone erano rimaste da qualche parte nella sua mente, e la sua curiosità era ulteriormente eccitata dal fatto che il libro aveva cinquecento anni. Come era stato volare per il pianeta, a quel tempo, prima che Kolcorron sorgesse a unificare una dozzina di nazioni in guerra? Si mise a sedere e aprì il libro quasi a metà, sperando che Lain ne rimanesse colpito, e cominciò a leggere. Alcuni modi di scrivere e qualche costruzione grammaticale poco familiare rendevano il testo più difficile di quanto desiderasse, ma continuò, facendo scivolare la mano tra i paragrafi. Il libro aveva più a che fare con le antiche politiche che con l’aviazione, e lui ne fu deluso. Stava cominciando a perdere la concentrazione quando la sua attenzione fu attratta da un riferimento ai ptertha: “…e lontano alla nostra sinistra i globi rosa dei ptertha si stavano alzando”.
Toller aggrottò la fronte e fece scorrere il dito sull’aggettivo varie volte prima di alzare la testa. — Lain, qui dice che i ptertha sono rosa.
Lain non alzò nemmeno lo sguardo. — Devi aver letto male. La parola è “violaceo”.
Toller studiò l’aggettivo di nuovo. — No, dice rosa.
— Devi concedere una certa libertà d’espressione alle descrizioni soggettive. Inoltre, i significati delle parole possono cambiare in un lungo periodo di tempo.
— Sì, ma… — Toller si sentiva insoddisfatto. — Quindi tu non pensi che una volta i ptertha fossero div…
— Toller! — Lain buttò giù la penna. — Toller, non pensare che io non sia contento di vederti, ma perché hai preso sede fissa nel mio ufficio?
— Noi non parliamo mai — disse Toller a disagio.
— Va bene, di cosa vuoi parlare?
— Di qualunque cosa. Potrebbe non esserci molto… tempo. — Toller cercava un’ispirazione.
Potresti dirmi su cosa stai lavorando.
— Non servirebbe a molto. Non lo capiresti.
— Eppure avremmo dovuto parlarne — disse Toller, alzandosi in piedi e mettendo di nuovo a posto il vecchio libro nel mucchio. Si stava dirigendo verso la porta quando suo fratello parlò.
— Mi dispiace, Toller; hai ragione — disse Lain con un sorriso di scusa. — Vedi, ho cominciato questo saggio più di un anno fa, e voglio finirlo prima di dovermi dedicare ad altre faccende. Ma forse non è poi così importante.
— Deve essere importante se ci hai lavorato tutto quel tempo. Ti lascerò in pace.
— Per favore non andare via disse Lain in fretta. — Ti piacerebbe vedere qualcosa di veramente straordinario? Guarda questo! — Prese un piccolo disco di legno, lo posò su un foglio di carta e vi tracciò intorno un cerchio. Spostò il disco di lato e disegnò un altro cerchio che andò a sfiorare il primo, poi ripetè il procedimento, finendo con tre cerchi allineati. Piazzando un dito su ciascuna estremità della fila, disse:
— Da qui a qui ci sono esattamente tre diametri, giusto?
— È giusto — approvò Toller ansiosamente, chiedendosi se aveva sbagliato qualcosa.
Ora arriviamo alla parte divertente. — Lain fece un segno di inchiostro sull’orlo del disco e lo piazzò verticalmente sul foglio, assicurandosi con attenzione che il segno coincidesse con il bordo esterno di uno dei tre cerchi. Dopo aver dato uno sguardo a
Toller per essere sicuro che stesse prestando la dovuta attenzione, Lain fece scorrere lentamente il disco lungo tutta la riga di cerchi. Il segno sul suo bordo descrisse, un circolo completo e scese esattamente sul bordo esterno dell’ultimo cerchio.
— La dimostrazione è finita — annunciò Lain. — E questo fa parte di ciò che sto scrivendo.
Toller lo guardò di sottecchi. — La circonferenza di una ruota che è uguale a tre diametri?
— Il fatto è che è esattamente uguale a tre diametri. Questa dimostrazione era piuttosto rozza, ma anche quando andiamo ai limiti della misurazione il rapporto è esattamente tre. Questo non ti stupisce?
— Perché dovrebbe? — disse Toller, mentre la sua perplessità cresceva. — Se è così, è così.
— Sì, ma perché dovrebbe essere esattamente tre? Questo, e cose come il fatto che noi abbiamo dodici dita, rende le intere aree di calcolo assurdamente facili. È quasi come un dono ingiustificato della natura.
— Ma è così. Cos’altro potrebbe essere?
— Ora ti stai avvicinando al tema del saggio. Può esserci qualche altro… posto… dove il rapporto è tre e un quarto, o forse solo due e mezzo. In effetti, non c’è nessuna ragione per cui non debba esserci qualche numero completamente irrazionale che farebbe venire il mal di testa ai matematici.
— Qualche altro posto — disse Toller. — Vuoi dire un altro pianeta? Come Oltremondo?
— No. — Lain gli diede uno sguardo che era allo stesso tempo franco ed enigmatico. — Voglio dire un’altra totalità, dove ci siano leggi fisiche e costanti differenti da quelle che noi conosciamo.
Toller fissò di rimando suo fratello, tentando di penetrare la barriera che si era interposta tra loro. — È molto interessante — disse. — Riesco a capire perché il saggio ti ha preso così a lungo.
Lain rise forte e aggirò la scrivania per abbracciare Toller. — Ti voglio bene, fratellino.
— Anch’io, Lain.
Bene! Voglio che te ne ricordi quando Leddravohr arriverà. Io sono un pacifista impegnato, Toller, e rifuggo da ogni violenza. Il fatto che io tenga testa a Leddravohr è irrilevante, mi sarei comportato esattamente nello stesso modo con lui se il nostro status sociale e fisico fosse invertito. Leddravohr e il suo genere fanno parte del passato, mentre noi rappresentiamo il futuro. Quindi io voglio che tu mi giuri che, anche se Leddravohr mi insulterà a sangue, tu te ne starai da parte e lascerai la conduzione dei miei affari solamente a me.
— Sono una persona diversa ora — disse Toller, facendo un passo indietro. — Inoltre, Leddravohr potrebbe essere ben disposto.
— Voglio la tua parola, Toller.
Ce l’hai. E poi, è nel mio stesso interesse prendere Leddravohr per il suo verso, se voglio diventare pilota di astronavi. Toller rimase tardivamente colpito dalle sue stesse parole. — Lain, perché discutiamo di tutto questo con tanta calma? Ci è stato appena detto che il mondo come noi lo conosciamo sta per finire… e che dobbiamo cercare di raggiungere un altro pianeta… eppure tutti noi ci stiamo occupando dei nostri affari quotidiani come se niente fosse successo. Non ha senso.