Dunque Lisa aveva considerato Ramsey troppo vecchio per lei. Aveva alluso a un gap generazionale, «Lisa e il signor Ramsey si sentivano per telefono?»
«Non che io sappia.»
«C’è nient’altro che può dirmi, Patsy?»
La cameriera scosse la testa e riprese a piangere. Gli agenti che contemplavano il tramonto sul balcone non si girarono neppure. «Era brava. Certe volte sembrava che fossimo vere amiche, si cenava insieme quassù quando non usciva. Io conosco abbastanza bene la cucina thai e a lei piaceva.»
«Lisa usciva spesso?»
«Anche due o tre volte la settimana. Ma poi non usciva per lunghi periodi.»
«Dove andava?»
«Non me l’ha mai detto.»
«Ha un’idea?»
«A vedere dei film, credo. Proiezioni speciali. Era editor cinematografico.»
«Per chi lavorava?»
«La Empty Nest Productions. Sono agli Argent Studios, a Culver City.»
«Quando usciva, chi l’accompagnava?»
«Uomini, immagino, ma da quando ho cominciato a lavorare qui non li ha mai portati in casa.»
«S’incontrava con loro da basso?»
Patsy annuì.
«Però lei ritiene che fossero uomini», disse Petra.
«Era molto bella. Aveva vinto un concorso di bellezza.» Patsy lanciò un’occhiata agli agenti sul balcone.
«Durante i due mesi che ha lavorato qui nessuno di quegli uomini è mai salito?»
«Uno è salito, ma non so se era uno di quelli che l’accompagnavano fuori. Lavorava con lei. Credo che si chiamasse Darrell. Di colore.»
«Quante volte è salito?»
«Due, mi pare. Forse il nome era Darren.»
«Quand’è stato?»
Patsy pensò. «Forse un mese fa.»
«Me lo sa descrivere?»
«Alto, con la pelle chiara, per essere un nero, intendo. Capelli corti, molto curato nel vestire.»
«Barba o baffi?»
«No, non mi pare.»
«Anni?»
«Sulla quarantina.»
Di nuovo un uomo più vecchio di lei. Il viso di Patsy era rimasto inespressivo. L’ironia le era sfuggita.
Lisa in cerca di una figura paterna?
«Che orari di lavoro faceva Lisa?»
«Non aveva orari precisi», rispose Patsy. «Quando la chiamavano doveva farsi trovare pronta.»
«Il signor Ramsey non è mai stato in questa casa.»
«Non in mia presenza.»
«E niente telefonate.»
«Lisa parlava raramente al telefono. Il telefono non le piaceva, spesso lo staccava per stare in pace.»
«D’accordo», disse Petra. «Dunque il suo giorno di libertà è domenica.»
«Da sabato sera fino a lunedì mattina. Quando sono arrivata qui alle otto, Lisa era già uscita. Ho pensato che avesse ricevuto una chiamata notturna. Poi sono arrivati gli agenti.»
Cercò di dominarsi e cominciò a dondolare, tossì, le andò di traverso la saliva. Petra le prese una bottiglia di San Pellegrino da un piccolo frigorifero bianco. Ci aveva trovato altre tre bottiglie, uva fresca, tre confezioni di yogurt al lampone senza grassi, cottage cheese. Piatti dietetici nel freezer.
Patsy bevve. Quando posò la bottiglia, Petra la ringraziò. «Mi è stata davvero d’aiuto. L’ho apprezzato.»
«Tutto quello che… ancora non posso credere…» Patsy si asciugò gli occhi.
«Ora devo rivolgerle una domanda difficile, ma non posso evitarlo. Lisa faceva uso di droghe?»
«No… lei… io non l’ho mai vista.» La bottiglia di San Pellegrino tremò.
«Patsy, la prima cosa che farò quando avremo finito la nostra chiacchierata sarà perquisire questo appartamento da cima a fondo. Se ci sono stupefacenti, li troverò. Personalmente, non m’importa niente se Lisa li prendeva. Io sono della Omicidi, non della Narcotici. Ma le droghe portano alla violenza e Lisa è stata assassinata in un modo molto violento.»
«Non era così», protestò Patsy. «Non era dipendente. Ogni tanto sniffava, ma senza nessuna regolarità.»
«Nient’altro a parte la cocaina?»
«Un po’ d’erba.» A sguardo abbassato. Come dire che Lisa aveva forse fumato marijuana con lei? O che Patsy aveva sgraffignato dalle sue scorte?
«Ma non succedeva quasi mai», insisté la domestica. «Quando capitava.»
«E capitava spesso?»
«Non lo so. Io non l’ho mai vista con i miei occhi. La coca, intendo.»
«E l’erba?»
«Certe volte si faceva uno spinello mentre guardava la televisione.»
«Dove sniffava?»
«Sempre in camera sua. Con la porta chiusa.»
«Quante volte?»
«Non molte. Forse una volta alla settimana. Ogni due settimane. Se lo so è solo perché ho visto della polvere sul suo comò e certe volte si dimenticava di mettere via la lametta e aveva il naso tutto rosa e si comportava in una maniera diversa.»
«Diversa come?»
«Su di giri. Carica. Niente di straordinario, solo un po’ spinta.»
«Irascibile?»
Silenzio.
«Patsy?»
«Certe volte le veniva un po’ di malumore.» La minuscola thailandese si raggomitolò in se stessa. «Ma nel complesso era una gran brava persona.»
Petra addolcì il tono della voce. «Dunque una volta la settimana. In camera sua.»
«Non l’ha mai fatto davanti a me. Io sono lontana mille miglia da quel genere di cose.» Si passò la lingua sulle labbra.
«Ha idea di come si procurasse la coca e l’erba?»
«Nessuna.»
«Gliene ha mai parlato?»
«Mai.»
«E non ci sono state transazioni in questo senso qui in casa?»
«Assolutamente no, mai. Pensavo che lo facesse al suo studio.»
«Perché?»
«Perché nell’Industria gira dappertutto. Si sa.»
«Gliel’ha detto Lisa?»
«No», rispose Patsy. «È quello che si sente in giro. In TV lo dicono sempre, no?»
«Va bene. Ora do un’occhiata in giro», annunciò Petra. «La prego di trattenersi ancora un po’.»
Si alzò e guardò in direzione del balcone. Il cielo era di uno strano blu zaffiro, saturo ma venato di arancione. I due poliziotti erano incantati. A un tratto, Petra udì il traffico nella via. C’era sempre stato, ma lei si era isolata nel suo lavoro. Autoipnosi da interrogatorio.
Cominciò dalla camera da letto di Patsy. Uno sgabuzzino nobilitato, per la precisione. Letto singolo, cassettiera di quercia e comodino in stile. Capi d’abbigliamento di Target, Gap, Old Navy. Sulla cassettiera c’era un televisore portatile. Nel cassetto del comodino due libri di cosmesi e un vecchio numero di People.
Un solo bagno, condiviso dalle due donne, rimpicciolito dal gioco delle piastrelle bianche e nere, vasca con idromassaggio nera. Dall’armadietto dei medicinali apprese che Patsy K. aveva assunto cortisone per un eritema e che Lisa soffriva di ricorrenti infezioni da saccaromiceti per le quali il medico le aveva prescritto un antifungino. Niente pillole contraccettive, che però potevano essere in un cassetto. Il resto erano i soliti prodotti di vendita al banco.
Passò alla camera da letto di Lisa.
Due volte più spaziosa di quella di Patty, ma tutt’altro che generosa. Nell’insieme, un miniappartamento molto compatto. Forse Lisa aveva cercato il conforto della semplicità dopo l’hacienda rosa.
Il letto era matrimoniale, con una sopraccoperta di raso rosso vermiglio e lenzuola nere. Mobili laccati in nero, una macchina ginnica, sempre nera, per lo sci di fondo sistemata in un angolo, flaconi di profumo sul canterano, Giò e Poison. Pareti nude. Ordine immacolato, proprio come aveva detto Patsy.
Trovò la droga nell’ultimo cassetto del canterano. Granuli bianchi in una bustina semitrasparente e un altro pacchetto con tre spinelli ben confezionati, nascosti sotto maglioni e pantaloni da sci e altri indumenti invernali. Niente pillole anticoncezionali, niente diaframma. Forse Lisa aveva davvero aspirato alla fantomatica pace dei sensi.