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«Appena oltre i tavoli da picnic.»

«La gente è pigra… Va bene, vedo che la carne e la pipì ti prendono bene, ma il libro mi dice che stai abbaiando all’albero sbagliato. Perché era buio, Barbie. Ti pare che uno se ne vada lassù per mettersi a leggere al buio?»

«Potrebbe essere arrivato presto ed essersi trattenuto fin dopo il tramonto…»

«Perfetto. Abbiamo un intellettuale che si interessa di scienze politiche e sta leggendo un libro sui presidenti Dio solo sa perché, tanto sono uno più becero dell’altro, e poi mangia, orina e mette giù la testa su una bella pietra e si addormenta. E si sveglia, guarda caso, giusto in tempo per vedere la fanciulla che viene affettata. Mi può anche andare. Dunque dov’è? È il tuo testimone.»

«Non stiamo dicendo che il libro abbia necessariamente una relazione con il cibo», obiettò lei. «È stato trovato un po’ lontano da…»

«Ehi», esclamò Schoelkopf, «se vuoi un regalo da Babbo Natale, benissimo. Ma per quel che ne sappiamo noi dietro quelle rocce c’era Ramsey, era lui che si masticava un hamburger e sprizzava qua e là, mentre aspettava che arrivasse lei. Lei compare, lui le salta addosso.»

«Da com’era vestita, capitano, è presumibile che avesse un appuntamento galante.»

«Con chi?»

«Forse Ramsey. Quando siamo stati a casa sua, non abbiamo trovato la macchina che usa normalmente, una Mercedes. Se ci è permesso fare domande, forse possiamo scoprire dov’è andata a finire.»

Schoelkopf si drizzò di scatto in poltrona. «Non pensate che vi sia permesso?»

Petra non rispose.

«C’è stata raccomandata prudenza», intervenne Stu.

«E che cosa cazzo c’è di male? Mai sentito parlare dell’Orenthal James S. detto Guardacometeloschiaffoinculo? Ricordate che fine fanno gli imprudenti?»

Silenzio.

Schoelkopf bevve altro caffè ma rimase proteso in avanti. «Procederete secondo le regole dopo che avremo stabilito sulla base di quali prove ci si deve muovere. Torniamo al vostro copione, diamo per scontato che aveva appuntamento con qualcuno e che per una ragione o per l’altra l’incontro avviene al parco. Ramsey, droga, o ha una tresca con un uomo sposato. O se la intende con qualcuno di qualche club sadomaso, chi diavolo può saperlo. E ammettiamo che il vostro presunto testimone oculare fosse dietro quelle rocce. Che genere di testimone si nasconde nei parchi di notte e piscia per terra? Assiste a un brutale omicidio e non ci chiama. Abbiamo il nostro Cittadino Modello?»

«Forse un senzacasa…» cominciò Petra.

«Brava», si complimentò Schoelkopf. «Uno sbandato, uno che non ha tutte le rotelle a posto. Nessuna persona sana di mente, nessuna persona con le carte in regola, se ne starebbe di notte da solo al Griffith Park. Questo vuol dire che abbiamo a che fare con un vagabondo o un barbone o magari persino con l’autore stesso di questa bella impresa. Sì, sono pronto anche a digerire la storia di un barbone che legge le biografie dei presidenti d’America, ma finché non mi avrete trovato una pista solida non autorizzerò nessuna divulgazione di questi particolari perché in questo caso non faremo la figura degli idioti.»

«Non mi aspettavo niente di diverso, capitano», ribatté Petra.

Schoelkopf si accarezzò il labbro superiore. Aveva mai avuto i baffi? «Bene. In conclusione mi state dicendo che non abbiamo un cazzo di niente. Fatemi analizzare tutto quanto. Carne trita, libro, pipì, ma non lasciatevi distrarre perché la pista è debole. E trovatemi la macchina della vittima, perdio! Frattanto ecco che cos’ho fatto io per voi nel mondo reale: mi sono assicurato che il coroner assegnasse al caso un patologo competente e non una delle solite affettatrici a mano. Ho chiesto a Romanescu di fare personalmente da coordinatore e lui ha accettato, ma chi diavolo si fida di uno che lavorava per i comunisti? Lo stesso per i tecnici. Ho chiesto a Yamada di dirigere le operazioni nella speranza di non ritrovarci con il culo per terra per colpa di qualche sbiellato, qualche altro travestito del cazzo come sapete chi intendo, e potete scommettere che la stampa non aspetta altro. Dovrebbero darci qualche preliminare tra non molto, tenetevi in contatto. Quello che sto dicendo è quanto segue: ogni traccia di fibra e sostanza di qualunque genere verrà microanalizzata a livello atomico. Non venitemi a raccontare che il novantanove per cento delle volte i risultati della Scientifica sono inutili, lo so da me, ma dobbiamo mettere in cascina tutti i fondamentali. Sulle mani della vittima non sono state trovate ferite difensive, ma questo non significa che non abbia offerto la minima resistenza, dunque preghiamo con tutto il cuore che da qualche parte sia finita una dannata molecola di liquido organico con una storia da raccontarci.»

Si grattò un incisivo con l’unghia. «Niente graffi su Ramsey, eh?»

«Niente di visibile», confermò Stu.

«E voi toglietevi pure dalla testa di obbligarlo a togliersi i vestiti di dosso in tempi brevi», li ammonì Schoelkopf. Gli occhi neri scesero sui messaggi telefonici. «Almeno non siamo di fronte a un problema razziale. Per ora.»

«Per ora, capitano?»

Schoelkopf prese il bicchierino vuoto, ci guardò dentro, meditando sulla plastica. «Quest’uomo di colore, questo Darrell. Non sarebbe un bel colpo? Che cos’altro sappiamo di lui?»

«La cameriera ha detto che lavorava con Lisa. E che era più anziano di lei. Come Ramsey.»

«Dunque ha voglia di scoparsi suo padre. Buttami giù quattro righe per il corso di psicologia.» Schoelkopf posò il bicchierino, li fissò entrambi, poi guardò altrove. «Secondo punto all’ordine del giorno: ieri sera alle dieci mi chiama Ramsey. Lui in persona, non qualche avvocato, e l’operatrice al servizio di segreteria decide saggiamente di passarmelo. Prima mi espone il suo cordoglio, dice tutto quello che può fare per essere d’aiuto. Poi mi racconta del pestaggio, lo passeranno in televisione questa sera, vuole spiegarmi che è successo una volta sola, non si stava scusando, ma è stata una volta sola. Dice che c’è un risvolto sempre passato sotto silenzio, lei gli ha dato uno spintone e lui si è incavolato. Ha detto che è la cosa più stupida che abbia mai fatto in vita sua, era pieno di vergogna.»

Schoelkopf ruotò un dito nell’aria. «E cazzecetera.»

«Per coprirsi il posteriore», commentò Stu. «A noi non ne ha parlato.»

«È una star», mormorò Petra. «Conferisce solo con i superiori.»

Il colorito di Schoelkopf s’intensificò. «Sì, è evidente che quel bastardo sta cercando di operare un’impasse, chiamando senza uno scudo legale. Questo mi dice che pensa di essere più furbo di quello che è. Quindi se riusciamo a procurarci qualche prova sostanziale, forse c’è modo di strappargli il terreno da sotto i piedi. Non che potremmo venircene fuori allo scoperto senza che quello ci piazzi davanti un avvocato a parlare per conto suo così veloce che neanche Michael Jackson cambia faccia tanto in fretta. Intanto però contrattacchiamo con un’impasse anche noi. Ecco che cosa intendo per contesto: niente mosse premature, nessuna possibilità che ci accusino di pregiudizio.»

«Quella trasmissione televisiva…» cominciò Petra.

«Vi offre una buona ragione per parlare con lui di tante cose, ma allo stesso tempo dovrete aver effettuato un’esauriente verifica di tutti gli omicidi analoghi. Sto parlando di due anni. Anzi, facciamo tre. In tutti i distretti cittadini. Resoconti scritti assolutamente precisi.»

Petra era sbigottita. Era un incarico che avrebbe richiesto non ore, bensì giorni a tavolino. Lanciò un’occhiata a Stu.

«Di che tipo di analogie stiamo parlando?» volle sapere lui.

«Cominciamo con le ragazze con ferite multiple da coltello», rispose Schoelkopf. «Ragazze uccise nei parchi, bionde uccise nei parchi, tutto quello che c’è, i detective siete voi. E non mancate di controllare se c’è qualche accoltellatore nuovo che opera nelle zone extraurbane intorno al parco, per esempio Burbank, Atwater. Magari Glendale, Pasadena… sì, senz’altro Glendale e Pasadena. La Canada, La Crescenta. Cominciate da lì.»