I tentacoli crebbero a velocità sorprendente. Keith aveva ancora difficoltà con il concetto di macrovita in grado di prosperare nello spazio, ma sapeva benissimo che quasi tutte le forme viventi sono in grado di muoversi in fretta, quando vogliono…
I piloti delle navi waldahud in arrivo cominciarono a capire di essere nei guai. Uno di loro interruppe una manovra di attacco nei confronti della Starplex e prese ad allontanarsi con una brusca virata. Un altro accese i razzi frenanti e gli scarichi accesero nel buio quattro nuvole di scintille color rubino. I matos continuarono però ad allungare verso di loro lunghe dita evanescenti nella notte.
Se le navi fossero state in grado di entrare nell’iperspazio, sarebbero riuscite a fuggire. Ma il pozzo gravitazionale della stella verde, oltre a quelli creati dai matos (superficiali ma tuttavia significativi), non lo permettevano.
Il più lontano dei nuovi aggressori si trovava ora solo a qualche chilometro da un tentacolo di materia oscura. Keith osservò mentre la distanza si riduceva a zero e la nave scompariva nella nube di ghiaia.
Thor fornì un diagramma che mostrava la posizione del caccia nel tentacolo… il quale adesso non si allungava più. Anzi, si contraeva, e la sua forza di gravità trascinava all’indietro anche il vascello waldahud.
Ben presto una seconda escrescenza di materia oscura avviluppò un’altra nave waldahud. Un terzo caccia tentava disperatamente di togliersi di là: Keith vide i lampi delle cariche esplosive quando la nave espulse i suoi sistemi d’arma nel tentativo di diminuire la propria massa totale. Ma la materia oscura continuava a guadagnare terreno.
Nel frattempo, i due tentacoli che avevano già catturato navi continuavano a contrarsi e… che stranezza… avevano cominciato a ripiegarsi su se stessi, arcuandosi come cobra di cenere.
Infine venne presa la terza navetta e anche quel dito grigio cominciò a contrarsi. La nave waldahud più grande fu presa di mira anch’essa, da sopra e da sotto, da due diversi tentacoli di materia oscura. Soltanto la quinta nave, tra le nuove arrivate, sembrava avere qualche possibilità di fuga. Ma Keith si sentì battere forte il cuore quando si accorse che Rissa e Lunga Bottiglia le erano alle calcagna. Si vide davanti agli occhi la faccia di suo figlio, che a diciannove anni era ancora un ragazzo, malgrado la barbetta caprina. Come avrebbe fatto a dirgli che sua madre era stata uccisa?
I due tentacoli si erano inarcati in semicerchi, che rivolgevano la gobba verso la stella verde. Nell’esatto momento in cui il grande vascello fu racchiuso dai due raggi convergenti che gli davano la caccia, la prima delle due dita di materia oscura balzò in avanti come una frusta. Il caccia waldahud ne fu avvolto e poi subito scagliato via, e cominciò a roteare. Keith vide lampeggiare i puntini luminosi dei propulsori Acs, ma la rotazione della nave continuò immutata come se…
Keith s’irrigidì. Santo Dio!
…come se fosse stata scagliata a tutta forza verso la stella verde.
Il vascello continuò a ruotare senza interruzione mentre la distanza con la stella verde diminuiva rapidamente. Il pilota riuscì infine a riprendere il controllo ma era ormai troppo vicino alla palla di fuoco del diametro di 1,5 milioni di chilometri. Già le eruzioni stellari lambivano il proiettile in arrivo…
…e la nave si vaporizzò nell’alta atmosfera della stella.
Keith gridò: «Rombo, chiama le sonde!»
«Canale aperto.»
«Ritornate alla Starplex!» ordinò Keith. «A tutte le navi, ritornate immediatamente alla Starplex.»
Quattro sonde accusarono ricevuta del messaggio e cambiarono rotta, ma la quinta continuò a dirigersi verso il suo obiettivo.
«Rissa!» urlò Keith. «Torna indietro!»
Di colpo la seconda frusta di materia oscura schioccò nella notte, mandando un’altra nave waldahud a schiantarsi contro la stella verde. La testa di Keith continuava a scattare a destra e a sinistra, tra i due orrori gemelli: la nave di Rissa che si allontanava dalla Starplex e la corsa a capofitto del caccia verso la distruzione.
La Rum Runner ruotava come la punta di un trapano nell’avvicinarsi al vascello nemico. I colpi dei cannoni laser posteriori della nave waldahud continuavano a mancare la sonda o a rimbalzare sui suoi schermi di forza. A un certo punto, però, il fuoco di sbarramento si interruppe: con ogni probabilità, anche i waldahudin a bordo della nave in fuga erano assorbiti dallo spettacolo che tutti stavano contemplando.
La seconda nave che i matos avevano scagliato verso il sole stava rapidamente raggiungendo la sua destinazione. Dallo scafo emersero le scialuppe di salvataggio, ma i loro deboli motori non erano nemmeno in grado di metterle in orbita intorno alla stella. L’ultima cosa che i waldahudin condannati videro sui loro monitor furono probabilmente le strane macchie solari a forma di manubrio sulla superficie stellare, chiazze grigio-scuro su un inferno di giada liquida.
Il PDQ e il Dakterth stavano raggiungendo la Starplex. Dovevano però avvicinarsi da sopra o da sotto per evitare la grandine espulsa dal disco della nave. Rombo usò i raggi trattori per trascinarle sulla superficie piatta del disco centrale: non era possibile farle arrivare ai portelli dei moli d’attracco, lo impediva il ghiaccio, ma c’erano morse per soste di emergenza su entrambe le facce del disco.
La Rum Runner era ancora in caccia. «Rissa!» urlò Keith nel microfono. «Per l’amor di Dio, Rissa, torna a casa!»
Di colpo il laser della Rum Runner entrò in azione e Phantom, diligentemente, ne tracciò il raggio sul display olografico. La lama di luce attraversò il cielo stellato. La perfetta mira di Rissa aveva staccato con un sol colpo il bozzolo-motore dallo scafo. Il bozzolo si allontanò roteando nella notte, circondato da un alone di gas che brillava di luce smeraldina. Poi, all’improvviso…
Il bozzolo s’infiammò, divenne persino più lucente delle stella vicina, come per un’esplosione da fusione nucleare. Lunga Bottiglia mise in atto un folle salto mortale rovesciato per sfuggire alla bolla di plasma in espansione, poi puntò verso la Starplex diritto come un raggio laser. La nave waldahud priva di motore prese una traiettoria angolata, guidata solo dall’inerzia.
La terza frusta di materia oscura schioccò, spedendo un altro caccia waldahud attraverso il firmamento. Mentre passava, Keith notò che parecchie piastre del suo scafo erano state deliberatamente espulse: evidentemente l’equipaggio aveva preferito aprire la nave al vuoto, piuttosto che cuocere vivo durante la caduta nel sole verde.
Poi, il doppio dito che aveva avviluppato la grande nave waldahud prese a ruotare intorno al suo asse centrale, tracciando sulle prime un disegno simile a quello di una galassia spirale, ma continuando ad accelerare senza interruzione. Phantom mostrò la posizione della nave sepolta in un braccio della massa rotante. La rotazione divenne ancora più rapida, finché, come un atleta che lancia un disco, la materia oscura scagliò lontano la nave gigantesca. Il pilota cercò di riprendere il controllo per non scontrarsi con il sole, ma non appena iniziò a modificare la sua rotta mentre le bianche fiamme di fusione si stagliavano contro l’inferno verde, una gigantesca prominenza s’inarcò oltre la fotosfera e inghiottì la nave.
«Quattro delle nostre cinque sonde sono al sicuro, agganciate al nostro scafo» comunicò Rombo. «E la Rum Runner sarà di ritorno tra 11 minuti.»
Keith si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. «Eccellente. Ormai i ponti inferiori dovrebbero essere sgombri, vero?»
«Sta salendo proprio adesso l’ultimo ascensore» disse Lianne. «Diamogli altri trenta secondi.»