«Va bene. Mantieni i ponti inferiori a zero G, perché non siano invasi dall’acqua. Thor, interrompi la rotazione della nave.»
«Agli ordini.»
«Direttore» disse Rombo «la nave di Gawst si è attaccata al nostro scafo. Si tiene in posizione usando un raggio trattore.»
Keith sorrise. «Divertente… un prigioniero di guerra.» Parlò ad alta voce. «Eccellente lavoro. Lo dico a tutti, Thor, Lianne, Rombo… eccellente.» Fece una pausa. «Grazie a Dio, i matos si sono schierati con noi. Direi che vale la pena di essere in buoni rapporti con la materia che costituisce la maggior parte dell’universo. Oltretutto…»
«Cristo!» Era la voce di Thor.
Keith si girò di scatto verso il pilota. Aveva parlato troppo presto: i tentacoli di materia oscura si stavano chiudendo sulla Starplex, adesso.
«Tocca a noi» disse Rombo.
«Ma noi siamo diversi ordini di grandezza più grossi delle navi waldahud» commentò Thor. «Dici che possono buttarci nella stella?»
«Soltanto un terzo della materia oscura ha partecipato all’attacco contro le forze waldahud» osservò Rombo. «Se si muovesse tutta contemporaneamente contro di noi… Phantom, possono farlo?»
“Sì.”
«Chiama Occhio di Gatto» disse Keith. «Ci conviene parlargli.»
«La frequenza è vuota» disse Rombo. «Sto trasmettendo… nessuna risposta.»
«Thor, portaci via di qui.»
«Rotta?»
Keith rifletté per mezzo secondo. «Verso la scorciatoia.» Ma subito si rese conto che i tentacoli di materia oscura si erano già interposti tra la Starplex e quell’invisibile punto nello spazio. «No, ordine annullato» sbottò. «Portaci nella direzione opposta, verso la stella verde. E fai venire qui Jag, Phantom.»
“Mi ha ordinato di non farlo entrare in questa stanza, signore” ribatté il computer.
«Lo so. Ti ho appena dato nuove istruzioni. Fallo scendere qui subito.»
Ci fu un minuto di silenzio mentre Phantom conferiva con Jag. «Allora, arriva?»
«Che cos’hai in mente?» domandò Rombo. La materia oscura si avvicinava alla Starplex da tre lati, come una mano che si chiude su un insetto.
«Un modo per battercela, spero… se non restiamo uccisi nel tentativo.»
Il panorama stellato si aprì ed entrò Jag. Per la prima volta Keith vide una traccia di umiltà sulla faccia del waldahud: Jag, con ogni probabilità, aveva assistito alla battaglia spaziale e aveva visto i suoi compatrioti scagliati nella stella di smeraldo. Ma una parte del suo antico atteggiamento di sfida si affacciò nella voce, quando guardò Keith con aria sospettosa e disse: «Che cosa vuoi da me?»
«Voglio» rispose Keith mantenendo la voce rigidamente controllata «far carambolare la Starplex intorno alla stella verde e scaraventarla nella scorciatoia da dietro.»
«Santo Dio» esclamò Thor.
Jag ringhiò, esprimendo un sentimento simile nella sua lingua.
«Si può fare?» domandò Keith. «Funzionerebbe?»
«Ehm… non lo so» rispose Jag. «Mi ci vorrebbero diverse ore per fare i calcoli.»
«Non abbiamo ore a disposizione, al massimo minuti. Funzionerà?»
«Non… sì. Forse.»
«Anguria Scavata» chiamò Keith «ritrasferisci il controllo alla postazione di Jag.»
«Subito» disse il delfino.
Jag si accomodò al suo solito posto. «Computer centrale» abbaiò «mostra sul monitor la nostra attuale traiettoria.»
“Le è interdetto l’uso di ogni apparecchiatura, fatta eccezione per le necessità domestiche.”
«Correzione» sbottò Keith. «Gli arresti domiciliari di Jag sono sospesi fino a nuovo avviso.»
Il diagramma richiesto comparve. Jag lo esaminò con la massima cura. «Magnor?»
«Sì?» disse Thor.
«Abbiamo al massimo dieci minuti prima di essere inglobati. Ci serviranno tutti i nostri razzi ventrali. Copia il mio monitor 6 nella modalità touch-screen.»
Thor premette alcuni pulsanti. «Fatto.»
Con una delle sue dita piatte, Jag tracciò un arco lungo il diagramma. «Ce la fai a seguire questa rotta?»
«Con pilotaggio manuale, vuoi dire?»
«Certo, manuale. Non abbiamo il tempo di programmarla.»
«Be’… Ce la farò.»
«Vai. Parti immediatamente!»
«Direttore?»
«Fra quanto la Rum Runner sarà ancorata al nostro scafo?»
«Quattro minuti» rispose Rombo.
«Non abbiamo il tempo di aspettarla» esclamò Jag.
Keith si girò per ribattere, ma rinunciò subito. «Alternative?» domandò, rivolgendosi senza distinzione a chiunque si trovasse sul ponte.
«Potrei mettere un raggio trattore sulla Rum Runner» suggerì Rombo. «Non riuscirò a tirarla dentro prima che colpiamo la scorciatoia, ma dovrebbe bastare per trascinarla con noi. Poi Lunga Bottiglia dovrebbe riuscire a imboccare la scorciatoia con i suoi mezzi.»
«Va bene. Thor, portaci via di qui.»
La Starplex scattò verso la stella secondo una traiettoria molto angolata. «Propulsori a pieno regime» disse Thor.
«Ce un altro problema che dobbiamo risolvere» disse Jag rivolto a Keith. «Ci sono buone probabilità che io riesca a portare la nave alla scorciatoia, ma quando arriveremo avremo solo il tempo per tuffarci al suo interno. Non riusciremo a rallentare né a calibrare l’angolo di avvicinamento, e con gli iperscopi del ponte 70 danneggiati non posso nemmeno prevedere da quale uscita sbucheremo. Potremmo arrivare a qualunque destinazione.»
Le dita di materia oscura continuavano ad allungarsi sulla Starplex. «Fra qualche minuto, qualunque destinazione sarà preferibile a questo posto» fece osservare Keith. «Portaci via di qui, e basta.»
La nave intraprese una sbandata controllata intorno alla stella. Metà dell’ologramma del ponte era occupato dal globo verde, rendendo visibili i dettagli della sua superficie granulosa e delle sue macchie a forma di manubrio. Gran parte del panorama rimanente era nebbioso, poiché i tentacoli di materia oscura eclissavano le stelle sullo sfondo. «Rombo, hai agganciato bene la Rum Runner?»
«È ancora lontana 400 chilometri e la materia oscura comincia a mettersi in mezzo, però la tengo.»
Keith fece un sospiro di sollievo. «Bel lavoro. Sei riuscito a metterti in contatto con Occhio di Gatto, o con qualche altro matos?»
«Continuano a ignorare le nostre chiamate» rispose Rombo.
«Non possiamo arrivare vicini alla stella quanto vorrei» disse Jag. «Non è rimasta abbastanza acqua nel ponte oceano per una schermatura efficace e gli schermi di forza sono ancora fuori uso. I matos hanno il trenta per cento di probabilità di intrappolarci.»
Keith si sentiva il cuore battere nel petto. La Starplex continuò ad aggirare la stella nella sua rotta a parabola, mentre i tentacoli continuavano ad allungarsi per afferrarla. La Rum Runner era indicata nella olobolla come un quadratino collegato a un raggio trattore giallo. Il campo stellato roteò… avevano sfiorato l’atmosfera della stella e Thor stava mutando l’angolazione della nave.
Infine la Starplex raggiunse la cuspide della parabola e, sfruttando il potente effetto-fionda della stella, si diresse a tutta velocità verso la scorciatoia. Nella bolla olografica, Phantom accentuò la luminosità del raggio trattore giallo, indicando che gli era stata fornita una potenza maggiore. La rotta della Starplex, che si trovava 400 chilometri più vicino alla stella, era significativamente diversa da quella che la Rum Runner avrebbe seguito se fosse stata lasciata alla sua sola forza d’inerzia.
«Due minuti al contatto con la scorciatoia… “adesso”» disse Rombo.
«Non abbiamo mai attraversato una scorciatoia a una velocità simile» osservò Jag. «Né l’ha fatto nessun altro. Dovremmo tutti agganciare le cinture di sicurezza, o almeno aggrapparci a qualcosa.»
«Lianne, trasmetti questa raccomandazione» disse Keith.