Выбрать главу

Pedalare risultò facile: bastava che il ragazzo premesse sul pedale il calcagno anziché la punta del piede.

Arrivati al cantiere cominciarono subito a raccogliere il materiale, e molto prima dell’ora di cena c’erano diversi mucchi di legname e altro, ben mimetizzati in posti sicuri perché nessuno li portasse via fino al giorno seguente dopo la fine delle lezioni. A loro modo erano ragazzi onesti.

Il lunedì accaddero due cose che impedirono a Bob di tornare al cantiere dopo le lezioni. Una capitò il lunedì mattina quando suo padre, vedendolo scendere per la prima colazione, gli chiese perché zoppicasse. Bob ripeté quello che aveva detto a Norman. La seconda domanda però fu un po’ più pericolosa.

«Fammi vedere» disse il signor Kinnaird.

Bob non trovò altra soluzione che rimboccare il calzone per mostrare il lievissimo segno rosso che andava dalla caviglia al ginocchio, e il signor Kinnaird non parve preoccupato. Comunque aggiunse: «Va bene, ma ricordati che se zoppichi ancora la prossima volta che ti vedo, sarà molto meglio per te dirmi che sei andato a farti vedere dal dottor Seever.»

Il rispetto del Cacciatore per il signor Kinnaird aveva motivo di aumentare di giorno in giorno.

Bob si preparò ad andare a scuola con quel chiodo fisso in mente. Cacciatore o non Cacciatore, avrebbe certo zoppicato ancora per diversi giorni, e quel pomeriggio, su al cantiere, avrebbe certo incontrato suo padre. Dopo l’ultima ora di scuola si verificò il secondo episodio. Il professore incaricato di seguire i più grandi gli chiese di fermarsi un po’ per concertare insieme un programma di studi. Bob spiegò agli amici che si doveva trattenere, li guardò partire per il cantiere e rientrò in classe. La discussione sul programma durò parecchio, e quando finalmente professore e allievo raggiunsero un accordo soddisfacente sul ritmo degli studi, gli altri dovevano essere già tornati e scesi al canale.

E restava il problema del prossimo incontro col padre.

Bob aveva cercato tutto il giorno un modo di camminare che non desse nell’occhio, ma c’era riuscito solo in parte. Prima di avviarsi, rimase qualche minuto sulla porta della scuola a pensare, e infine prospettò i suoi timori al Cacciatore.

Io ti consiglio di fare come ha detto tuo padre. Vai dal dottor Seever.

«Ma quello non è cretino, sai? Non penserai che creda ai miracoli… Vorrà vedere la gamba, e come vuoi che gli spieghi la faccenda senza parlargli di te?»

Ci ho pensato. Quale guaio credi che ce ne venga, se gli dici la verità?

«Non voglio passare per matto, ecco tutto!»

Probabilmente non ti capiterà mai più un’occasione migliore di questa per dimostrare l’autenticità della tua storia, se il dottore è un uomo in gamba come dici tu. Non che ci tenga a rendere pubblica la mia presenza, ma credo che un medico possa esserci di aiuto. Lui può sapere cose che noi ignoriamo, e dovrebbe essere contento di aiutarci perché ti assicuro che non è un’esagerazione presentare il fuggitivo come un’epidemia.

«E se poi è lui l’ospite del tuo amico?»

Il dottore è uno dei meno sospetti di tutta l’isola, ma se fosse come dici tu, potrei averne presto la conferma. Comunque prenderemo qualche precauzione. Spiegò a Bob quali erano queste precauzioni, e il ragazzo ascoltò attentamente.

Lo studio del medico non era lontano dalla scuola, e non sarebbe valsa la pena di andarci in bicicletta se non fosse stato per la gamba dolorante. Il ragazzo dovette fare un po’ di anticamera perché c’era un altro paziente, poi entrò insieme al suo invisibile compagno.

«Di nuovo qui così presto, Bob?» salutò il dottor Seever. «Ti danno ancora fastidio quelle scottature?»

«No, anzi, me n’ero quasi dimenticato.»

«Non del tutto, spero!» commentò il medico sorridendo.

«Si tratta di un’altra cosa, dottore» disse Bob. «Ieri sono caduto, su nella giungla, e mio padre ha detto che dovevo venire da voi, oppure smetterla di zoppicare.»

«Bene. Vediamo questo nuovo guaio, allora.»

Bob sedette su una sedia, e arrotolò il calzone sulla gamba destra. Il dottor Seever osservò attentamente i due punti, d’uscita e d’entrata, fatti dal legno nella gamba, poi si appoggiò allo schienale e chiese: «Sentiamo un po’ com’è andata.»

«Sono sprofondato in un punto molle del letto del torrente. Sotto c’era un ramo spuntato che mi è entrato nella gamba.»

«Continua.»

«Non c’è altro, mi sembra. Non mi dava molto fastidio perciò non sono venuto da voi finché non me l’ha detto mio padre.»

«Capisco» disse il medico. Poi rimase pensieroso per un paio di minuti. Infine chiese: «Ti era accaduto qualcosa di simile a scuola sul continente?»

«Ecco…» Bob non fece nemmeno finta di non aver capito cosa volesse dire il dottor Seever. «A scuola mi è successo questo» e mostrò il braccio. Il medico esaminò la cicatrice appena visibile.

«Quanto tempo fa ti sei fatto male?»

«Sono circa tre settimane.»

Un’altra pausa, lunga. «Vediamo» disse infine il dottor Seever, «tu ti sei accorto che c’era qualcosa di strano in te, qualcosa che rendeva insignificanti delle ferite che invece avrebbero dovuto costringerti a letto, e ti sei preoccupato. È così?»

«Non esattamente» rispose Bob. «È come avete detto voi, ma… Ma io so da che cosa deriva questa stranezza.» Dopo la dichiarazione Bob trovò facile raccontare tutta la storia, che il medico ascoltò con grande interesse.

«Tu non hai mai visto personalmente questo… Cacciatore?» chiese il dottor Seever quando il ragazzo tacque.

«No. Non vuol farsi vedere. Dice che ne sarei sconvolto.»

«Capisco. Ti disturba se per qualche minuto ti metto nell’impossibilità di vedere?» Bob fece cenno di no con la testa. Il medico bendò gli occhi del ragazzo, poi disse: «Per favore, appoggia le mani sul tavolo… qui… a palmo in su. Adesso, Cacciatore, hai capito cosa voglio?»

Il Cacciatore aveva capito perfettamente e agì di conseguenza, Bob non poteva vedere, ma dopo qualche secondo sentì un lieve peso su un palmo e istintivamente fece per chiudere le dita. Prontamente il dottor Seever gliele tenne giù. «Un momento, Bob!» disse.

Per qualche minuto il ragazzo continuò a provare la sensazione di peso sulla mano aperta, poi cominciò a dubitare dei propri sensi e non avrebbe più saputo dire se la cosa c’era ancora o non c’era più, come quando si toglie una matita rimasta per un po’ infilata dietro un orecchio e resta la sensazione che ci sia ancora. Poi il dottore gli tolse la benda. Non c’era niente da vedere, naturalmente, tranne la faccia del medico, ancora più impassibile di prima.

«Parte della sua storia, almeno, risponde a verità» disse il dottor Seever. «Adesso, dimmi qualcosa di più sulla missione del tuo amico.»

«Prima vi devo mettere al corrente di alcune cose» rispose Bob. «Cercherò di ripetervi il più esattamente possibile quello che mi ha detto il Cacciatore. Voi adesso siete convinto almeno della parte essenziale della storia, la presenza del mio ospite, perciò avrete capito perché finora abbiamo mantenuto tutto segreto, e il rischio che abbiamo affrontato nel mettervi al corrente. Infatti, per quanto piccola, esiste la probabilità che l’ospite dell’individuo che cerchiamo siate proprio voi. In questo caso le possibilità sono due: o voi sapete della presenza e state coscientemente collaborando con lui perché è riuscito a convincervi di essere dalla parte della ragione, o voi non lo sapete. Nel primo caso state certamente studiando come averla vinta su di me, o sul mio ospite, per meglio dire. Nel secondo caso, adesso il vostro ospite sa dov’è il suo inseguitore. Ma sa anche che voi siete un medico e quindi in grado più di ogni altro di scoprire la sua presenza nel vostro corpo. E questo significa che vi abbiamo messo in pericolo, perché lui non esiterà davanti a niente pur di mettersi in salvo. Io non posso darvi nessun consiglio, dovrete pensare da solo a prendere qualche precauzione, ma non esponete a voce alta i vostri progetti: limitatevi a pensarli. Mi dispiace, ci dispiace, di avervi esposto a dei rischi, ma ritengo che rientrino nei vostri doveri di medico. Però se non volete correre pericoli non avete che da dirlo e noi non insisteremo. Alla prima occasione il mio ospite vi controllerà, ma almeno, non pressato dal terrore di venire scoperto immediatamente, il vostro eventuale ospite può lasciare il vostro corpo senza bisogno di farvi del male. Ora ditemi che cosa decidete.»