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Decise di partire alla volta di Westwood alle due in punto.

3

Arrivò il fabbro, cambiò le serrature della porta principale e di quella sul retro e si diresse a Hancock Park per un altro lavoro.

Gli agenti Farmer e Whitlock se ne andarono.

Hilary rimase sola.

Non pensava che sarebbe riuscita a dormire, ma soprattutto era sicura che non avrebbe potuto coricarsi nel suo letto. Quando fece per entrare in quella stanza, davanti agli occhi le si presentarono vivide immagini di terrore. Frye che buttava giù la porta, avanzava verso di lei con quel sorriso demoniaco stampato sul viso, si avvicinava inesorabilmente al letto, improvvisamente ci saltava sopra, correndo sul materasso con il coltello in alto… Come già le era successo, per uno strano gioco della mente, il ricordo di Frye si confondeva con quello del padre, così che per un attimo ebbe la terribile sensazione che fosse stato Earl Thomas, uscito dalla tomba, a tentare di ucciderla. Ma non erano solo quelle vibrazioni demoniache a tenerla lontano dalla stanza. Non voleva dormire nella sua camera finché la porta danneggiata non fosse stata sostituita, cosa che non avrebbe potuto essere fatta prima dell’indomani, dopo aver trovato un falegname. Quella porta non aveva resistito a lungo agli attacchi di Frye e Hilary aveva deciso di sostituirla con una di legno più pesante con la serratura in ottone. Ma se Frye fosse tornato quella notte e fosse riuscito in qualche modo a introdursi in casa, avrebbe potuto entrare tranquillamente nella sua stanza mentre lei dormiva, ammesso che fosse riuscita a prendere sonno.

Prima o poi sarebbe tornato. Ne era sicura come mai le era capitato in vita sua.

Sarebbe potuta andare in un albergo, ma non era da lei. Sarebbe stato come nascondersi, fuggire. Hilary era molto orgogliosa del suo coraggio. Non era mai fuggita da niente e da nessuno; aveva sempre combattuto con tutta la sua ingenuità e la sua forza. Non era fuggita nemmeno dai suoi genitori violenti e insensibili. Non aveva neanche cercato di cancellare il ricordo di quegli ultimi avvenimenti mostruosi e cruenti accaduti nel piccolo appartamento di Chicago; non aveva accettato quel genere di pace che deriva dalla pazzia o dalla comoda amnesia, metodi che di solito la maggior parte della gente utilizza per fuggire dai ricordi sconvolgenti. Non si era mai tirata indietro di fronte alle infinite sfide che aveva incontrato mentre lottava per farsi strada a Hollywood, prima come attrice e poi come sceneggiatrice. Era andata al tappeto molte volte, ma era sempre riuscita a rimettersi in piedi. Sempre. Aveva tenuto duro, aveva combattuto e aveva vinto. Avrebbe vinto quell’assurda battaglia con Bruno Frye, anche se avesse dovuto combattere da sola.

Maledetta polizia!

Decise di dormire in una delle camere degli ospiti, dove c’era una porta che avrebbe potuto chiudere e bloccare dall’interno. Mise le lenzuola e una coperta sul letto matrimoniale e appese gli asciugamani nel bagno degli ospiti.

Andò di sotto, rovistò nei diversi cassetti della cucina, tirò fuori una serie di coltelli e ne esaminò il peso e le lame. Quello da macellaio sembrava il più adatto, ma in mano sua era troppo ingombrante. Non sarebbe stato di grande aiuto in una lotta a corpo a corpo, perché avrebbe avuto bisogno di spazio per riuscire a vibrare un colpo deciso. Avrebbe potuto essere un’ottima arma d’attacco, ma non era adatta per l’autodifesa. Scelse invece un normale coltello con una lama di nove centimetri, abbastanza piccolo da poter stare nella tasca della vestaglia, ma sufficientemente grande da provocare serie ferite in caso di bisogno.

Il pensiero di affondare la lama nella carne di un altro essere umano la disgustava, ma sapeva che lo avrebbe fatto se la sua vita fosse stata in pericolo. Spesso, durante l’infanzia, aveva nascosto un coltello in camera sua, sotto il materasso. Si trattava di un’assicurazione contro gli improvvisi attacchi di violenta pazzia del padre. L’aveva usato una sola volta, l’ultimo giorno, quando Earl aveva cominciato ad avere le allucinazioni derivanti dal delirium tremens e dalla pazzia pura. Aveva visto giganteschi vermi uscire dal muro e granchi immensi che cercavano di entrare dalla finestra. In un impeto di furia schizofrenica e paranoica, Earl aveva trasformato il piccolo appartamento in un fetido ossario e Hilary si era salvata solo grazie al coltello.

Un coltello non era certo paragonabile a una pistola. Sarebbe riuscita a usarlo solo quando Frye fosse stato sopra di lei e forse sarebbe stato troppo tardi. Ma era tutto quello di cui disponeva. I poliziotti si erano portati via la sua calibro 32 automatica quando se n’erano andati, subito dopo il fabbro.

Che vadano all’inferno!

Dopo che gli investigatori Clemenza e Howard avevano lasciato la casa, Hilary e l’agente Farmer avevano avuto uno scontro verbale sulle leggi che regolavano il possesso di un’arma. Al solo pensiero, andò su tutte le furie.

«Miss Thomas, per quanto riguarda la pistola…»

«Che cosa c’è?»

«Deve avere un porto d’armi per tenerla in casa.»

«Lo so e infatti ce l’ho.»

«Posso vederlo?»

«E nel cassetto del comodino. Lo tengo vicino alla pistola.»

«Le spiace se l’agente Whitlock va a prenderlo?»

«Faccia pure.»

Un paio di minuti dopo:

«Miss Thomas, vedo che una volta abitava a San Francisco.

«Ci sono rimasta circa otto mesi. Ho lavorato in alcuni spettacoli teatrali quando cercavo di sfondare come attrice.»

«Su questo documento è riportato l’indirizzo di San Francisco.»

«Avevo affittato un appartamento a North Beach perché costava meno. A quel tempo non avevo molte possibilità economiche. E una donna sola in quel quartiere aveva sicuramente bisogno di una pistola.»

«Miss Thomas, non sa che bisogna chiedere un nuovo permesso quando ci si trasferisce in un’altra città?»

«No.»

«Davvero non lo sa?»

«Senta, io scrivo film. Non mi occupo di armi da fuoco.»

«Se si tiene una pistola in casa, bisogna conoscere le leggi che ne governano la registrazione per l’utilizzo.»

«Va bene, va bene. La denuncerò al più presto.»

«Il punto è che, se la rivuole indietro, deve denunciarla immediatamente.»

«Come sarebbe a dire se la rivoglio?»

«Non posso restituirgliela.»

«Sta scherzando?»

«È la legge, Miss Thomas.»

«Vuol dire che ha intenzione di lasciarmi qui da sola e senza nemmeno una pistola?»

«Non credo ci sia da preoccuparsi…»

«Chi le ha messo in testa un’idea del genere?»

«Sto solo facendo il mio lavoro.»

«Gliel’ha detto Howard, non è vero?»

«Il tenente Howard mi ha consigliato di controllare il porto d’armi, ma non ha…»

«Cristo!»

«Non deve far altro che venire alla centrale, pagare la tassa, compilare un nuovo modulo per ottenere il porto d’armi e noi le restituiremo la pistola.»

«E se Frye dovesse tornare questa notte?»

«È molto improbabile, Miss Thomas.»

«Ma se dovesse succedere?»