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Anche Hilary Thomas parve sorpresa. «Oh… be’… immagino che stesse solo svolgendo il suo lavoro.»

«No,» esclamò Frank. «È questo il problema. Non stavo facendo il mio lavoro. O, perlomeno, non lo stavo facendo nel modo più corretto.»

«È tutto finito ora,» mormorò Hilary.

«Ma accetta le mie scuse?»

«Be’… ma certo,» disse, visibilmente a disagio.

«Mi sento in colpa per il modo in cui l’ho trattata.»

«Frye non mi darà più fastidio,» proseguì la donna, «e credo che questa sia l’unica cosa importante.»

Tony scese dalla macchina e le aprì la portiera. Non avrebbe potuto scendere da sola perché le portiere posteriori della berlina non avevano le maniglie all’interno: un deterrente per i prigionieri che avevano intenzione di fuggire. E inoltre, Tony voleva accompagnarla fino a casa.

«Forse dovrà testimoniare nel corso dell’inchiesta,» le spiegò mentre si avvicinavano alla casa.

«Perché? Quando l’ho pugnalato, Frye era in casa mia, contro la mia volontà. La mia vita era in pericolo.»

«Oh, non ci sono dubbi che si tratti di un semplice caso di autodifesa,» aggiunse Tony rapidamente. «Nel caso dovesse deporre, sarà solo una formalità. Non c’è la benché minima possibilità che venga accusata di qualcosa, o roba del genere.»

Hilary aprì la porta, si voltò verso di lui e gli regalò un sorriso radioso. «Grazie per avermi creduto la scorsa notte, nonostante quello che aveva affermato lo sceriffo di Napa County.»

«Controlleremo anche lui,» assicurò Tony. «Dovrà spiegarci alcune cose. Se le interessa, le farò sapere perché ha agito in questo modo.»

«Io sono molto curiosa,» affermò Hilary.

«D’accordo. La terrò informata.»

«Grazie.»

«Si figuri.»

Hilary fece un passo verso la casa.

Tony non si mosse.

Lei si voltò a guardarlo.

Lui sorrise stupidamente.

«C’è qualcos’altro?» chiese.

«A dire la verità, sì.»

«Che cosa?»

«Un’altra domanda.»

«Sì?»

Non si era mai sentito così impacciato con una donna prima di allora.

«Verrebbe a cena con me sabato?»

«Oh,» mormorò. «Be’… non credo di potere.»

«Capisco.»

«Voglio dire, mi piacerebbe molto.»

«Sul serio?»

«Ma in questi giorni non ho molto tempo per la vita mondana,» spiegò.

«Capisco.»

«Ho appena concluso un importante affare con la Warner Brothers e sarò occupata giorno e notte.»

«Capisco,» ripetè.

Si sentiva come un ragazzino delle superiori che è appena stato rifiutato dalla cheerleader più famosa della scuola.

«È stato molto gentile a chiedermelo,» riprese lei.

«Certo. Be’… in bocca al lupo con la Warner Brothers.»

«Grazie.»

«Le farò sapere dello sceriffo Laurenski.»

«Grazie.»

Tony sorrise e lei fece altrettanto.

Lui si girò, si incamminò verso l’auto e udì la porta della casa che si chiudeva. Si fermò e si voltò per guardarla.

Un piccolo rospo saltellò fuori dai cespugli bloccandosi sul selciato davanti a Tony. Rimase immobile in mezzo al vialetto e lo fissò, con gli enormi occhi tondi che ruotavano cercando la giusta angolazione e il minuscolo torace verde-marrone che si alzava e abbassava rapidamente.

Tony osservò il rospo ed esclamò: «Ho mollato troppo presto?»

Il rospo emise un suono gracchiante.

«Che cos’ho da perdere?» si chiese Tony.

Il rospo gracidò di nuovo.

«È così che la penso. Non ho niente da perdere.»

Oltrepassò il cupido-anfibio e suonò il campanello. Sentì Hilary Thomas che controllava attraverso lo spioncino e non appena lei aprì la porta, le rivolse una domanda senza lasciarle il tempo di aprir bocca: «Sono così orribile?»

«Che cosa?»

«Assomiglio forse a Quasimodo o roba del genere?»

«Veramente, io…»

«Non uso lo stuzzicadenti in pubblico,» spiegò.

«Tenente Clemenza…»

«È perché sono un poliziotto?»

«Come?»

«Sa che cosa pensa molta gente?»

«Che cosa pensa molta gente?»

«Sostengono che i poliziotti sono socialmente inaccettabili.»

«Be’, io non appartengo a quel genere di persone.»

«Non è una snob?»

«No. È solo che…»

«Forse non ha accettato il mio invito perché non ho un sacco di soldi e non abito a Westwood.»

«Tenente, ho trascorso la maggior parte della mia vita senza una lira e non ho sempre abitato a Westwood.»

«E allora mi chiedo che cosa non va,» esclamò, osservandosi con aria divertita.

Hilary sorrise e scosse la testa. «Non c’è niente che non va, tenente.»

«Sia ringraziato Iddio!»

«Davvero, ho rifiutato per un solo motivo. Non ho tempo per…»

«Miss Thomas, persino il presidente degli Stati Uniti riesce a prendersi una serata di libertà ogni tanto. Persino il presidente della General Motors ha del tempo libero. Persino il Papa. Persino il Signore si è riposato il settimo giorno. Nessuno può essere perennemente occupato.»

«Tenente…»

«Chiamami Tony.»

«Tony, con quello che è successo negli ultimi due giorni, temo che non sarei una compagnia molto divertente.»

«Se volessi andare a cena per farmi quattro risate, inviterei un gruppetto di scimmie.»

Hilary sorrise nuovamente e Tony provò l’impulso di prenderle il viso fra le mani e di coprirlo di baci.

«Mi dispiace. Ma ho bisogno di rimanere sola per qualche giorno.»

«E esattamente ciò di cui non hai bisogno dopo un’esperienza del genere. Devi uscire, stare fra la gente e risollevarti il morale. E non sono l’unico a pensarla in questo modo.» Si voltò e indicò qualcosa sul selciato dietro di lui. Il rospo era ancora lì. Si era girato per osservarli.

«Chiedilo a Mr Rospo,» proseguì Tony.

«Mr Rospo?»

«Un mio conoscente. Una persona molto saggia.» Tony si inginocchiò e fìsso il rospo. «Non ha forse bisogno di uscire e di divertirsi, Mr Rospo?»

La bestiola abbassò leggermente le pesanti palpebre ed emise un divertente gracidio in segno di risposta.

«Hai assolutamente ragione,» proseguì Tony. «E non credi che io sarei la persona giusta per uscire con lei?»

«Screee-ooak,» gracchiò.

«Che cosa le farai se rifiuterà di nuovo il mio invito?»

«Screee-ooak, screee-ooak.»

«Aaah,» esclamò Tony, annuendo soddisfatto mentre si rialzava.

«Allora, che cos’ha detto?» chiese Hilary, con una smorfia. «Che cosa mi farà se non uscirò con te? Mi riempirà di bitorzoli?»

Tony assunse un’aria seria. «Ancora peggio. Mi ha detto che si infilerà dentro casa tua, arriverà fino alla camera da letto e continuerà a gracchiare per tutta la notte senza farti dormire fino a quando non cederai.»

La donna sorrise. «Okay. Mi arrendo.»

«Sabato sera?»

«D’accordo.»

«Passerò a prenderti alle sette.»

«Come devo vestirmi?»

«Sportiva,» rispose.

«Ci vediamo sabato alle sette.»

Tony si voltò verso il rospo e mormorò: «Grazie, amico.»

Il rospo saltellò sul selciato, poi nell’erba, e si nascose fra i cespugli.

Tony lanciò un’occhiata a Hilary. «La gratitudine lo imbarazza sempre.»

Hilary sorrise e chiuse la porta.

Tony ritornò alla macchina e salì, fischiettando allegramente.

Mentre Frank si allontanava dalla casa, chiese: «Che cos’è successo?»