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«Le avevi raccontato che anche Barbara Ann si era comportata così?»

«Sì. Oh, Cristo, sì. Sono stato io a farmi prosciugare, certo.»

Tutt’a un tratto, Tony perse l’appetito.

Frank si passò nuovamente la mano tremante fra i capelli. «Insomma, non ho avuto modo di sospettare di lei. Intendo dire, era così buona con me. Aveva imparato a cucinare i miei piatti preferiti, stava sempre ad ascoltare i miei racconti quando tornavo a casa dal lavoro, e sembrava anche interessata. Non esagerava nel chiedere vestiti o gioielli. Di tanto in tanto uscivamo per andare a cena o al cinema, ma per lei era soltanto uno spreco di denaro. Diceva sempre che sarebbe stato meglio starsene a casa a guardare la televisione o a chiacchierare. Non aveva alcuna fretta di acquistare una casa. Era talmente… accomodante. Mi faceva i massaggi quando tornavo stanco e pieno di dolori. E a letto… era favolosa. Perfetta. Però… però… per ogni momento passato a cucinare, ad ascoltarmi, a massaggiarmi, a scopare…»

«Ti spillava dollari su dollari dal conto in banca.»

«Fino all’ultimo centesimo. A eccezione di diecimila dollari investiti in un certificato di deposito a lungo termine.»

«E poi ti ha abbandonato?»

Frank venne scosso da un fremito. «Un giorno sono tornato a casa e ho trovato un messaggio. Diceva: ‘Se vuoi sapere dove sono, chiama questo numero e chiedi di Mr Freyborn.’ Freyborn era un avvocato. Si era rivolta a lui perché curasse la pratica del divorzio. Sono rimasto di pietra. Dopotutto, non avevo mai sospettato nulla… Comunque, Freyborn si rifiutò di dirmi dove si trovava. Si limitò ad assicurarmi che non sarebbe stato difficile trovare un accordo, dal momento che Wilma non chiedeva né alimenti né altro. Non voleva nemmeno un centesimo, mi disse Freyborn. Voleva solo andarsene. È stata dura. Molto dura. Cristo, non riuscivo a capire che cosa avevo fatto di male. Ho persino rischiato di impazzire nel tentativo di immaginare dove fosse l’errore. Sono arrivato a pensare di poter cambiare, di poter diventare una persona migliore e di riconquistarla. Ma poi… due giorni dopo, quando ho dovuto staccare un assegno, mi sono accorto che sul conto c’erano solo tre dollari. Sono subito andato in banca e poi anche alla società finanziaria e alla fine ho scoperto perché non chiedeva nemmeno un centesimo. Si era già presa tutto da sola.»

«Non le avrai permesso di filarsela così facilmente?» chiese Tony.

Frank trangugiò parte del suo scotch. Stava sudando. Aveva la faccia pallida, quasi terrea. «All’inizio sono rimasto intontito, mi era quasi venuta voglia di ammazzarmi. Non che abbia veramente cercato di farlo, però ormai non mi importava più di vivere. Ero confuso, quasi in trance.»

«Ma poi ti sarai risvegliato, no?»

«In parte. Ancora oggi sono un po’ confuso. Ma ne sono uscito, almeno in parte,» rispose Frank. «Poi ho provato vergogna. Mi vergognavo di ciò che le avevo permesso di farmi. Mi ero comportato da somaro, da pezzo di cretino integrale. Non volevo che lo sapesse nessuno, nemmeno il mio avvocato.»

«Questa è stata la prima vera sciocchezza che hai commesso,» ribattè Tony. «Posso capire il resto della storia, ma questo no.»

«Non so perché, ma ho cominciato a pensare che se avessi fatto sapere in giro come mi ero fatto ingannare da Wilma, la gente avrebbe potuto mettere in dubbio l’immagine di Barbara Ann. Temevo che si potesse credere che anche Barbara Ann mi aveva preso in giro come Wilma, e per me la cosa più importante al mondo era mantenere pulita la sua memoria. Mi rendo conto che adesso possa sembrare pazzesco, ma in quel momento la pensavo così.»

Tony non sapeva più che cosa dire.

«Quindi la pratica di divorzio è andata avanti liscia come l’olio,» proseguì Frank. «Niente lunghe discussioni per decidere gli accordi. Anzi, ho rivisto Wilma per qualche minuto soltanto in tribunale e, comunque, non le ho mai più rivolto la parola.»

«E adesso sai dove si trova?»

Frank finì di bere lo scotch. Quando riprese a parlare, la sua voce era diversa, sommessa, quasi un sussurro, non tanto per evitare che i presenti nel locale sentissero la sua storia, quanto per mancanza assoluta di energia. «Dopo il divorzio, cominciai a incuriosirmi. Sulla base del certificato di deposito che mi aveva lasciato, sono riuscito a strappare un prestito e ho assunto un investigatore privato per scoprire dov’era e che cosa stava facendo. Sono venuto a sapere un bel mucchio di cose interessantissime. Nove giorni dopo la sentenza definitiva di divorzio, si è risposata con un tizio dell’Orange County, un certo Chuck Pozley. È proprietario di una sala giochi a Costa Mesa. Dovrebbe valere intorno agli ottantamila dollari. La mia impressione è che Wilma avesse preso in considerazione l’idea di sposarlo prima che ereditassi i soldi di mio padre. Poi però ha preferito sposare me, spennarmi fino all’osso e tornare da lui con i miei soldi. Hanno usato parte del capitale per aprire altri due locali e sembra che se la cavino niente male.»

«Oh, Cristo,» esclamò Tony.

Solo quella mattina non sapeva niente della vita di Frank Howard, ma ormai ne conosceva tutti i dettagli. Anzi, più di quanto avesse desiderato sapere. Era sempre stato un ottimo ascoltatore, ma quella qualità era stata tanto una benedizione quanto una maledizione. Michael Savatino, il suo ex compagno, diceva sempre che il motivo per cui era diventato un detective era perché la gente si fidava di lui e si dimostrava sempre ben disposta a raccontargli tutto. E, sempre secondo Michael, la gente era disposta a parlare con lui semplicemente perché era un buon ascoltatore. Secondo Michael, la sua era una qualità rarissima in un mondo di egoisti, di arrivisti e di egocentrici. Tony sapeva ascoltare con disponibilità e attenzione qualsiasi tipo di persona perché, come un pittore resta affascinato dalle sfumature nascoste dei propri modelli, lui era alla ricerca del significato generale dell’esistenza umana. Persino in quel momento, ascoltando Frank, gli venne da pensare a una frase di Emerson che aveva letto molto tempo prima: La Sfinge deve risolvere il suo enigma. Quindi, se la storia è racchiusa nel singolo uomo, tutto sarà spiegabile attraverso l’esperienza individuale. Gli uomini, le donne e i bambini erano simili a grandi rompicapi e Tony non si annoiava mai ad ascoltare le loro storie.

Tony si allungò per udire meglio le paròle sommesse di Frank. «Pozley sapeva che cosa mi aveva riservato Wilma. Probabilmente si vedevano un paio di volte la settimana, mentre io ero al lavoro. Quindi per tutto il tempo in cui ha interpretato il ruolo di brava mogliettina, non ha fatto altro che derubarmi e scopare con il suo Pozley. Più ci pensavo e più mi infuriavo, finché sono giunto alla conclusione di raccontare tutto al mio avvocato.»

«Ma ormai era troppo tardi?»

«Più o meno. Oh, sicuramente avrei potuto intentare una causa legale contro di lei. Ma il fatto di non averla accusata del furto durante la procedura di divorzio avrebbe gravato pesantemente su di me. Avrei dovuto spendere i pochi soldi rimasti in avvocati e con tutta probabilità avrei perso la causa comunque. E così ho deciso di buttarmi tutto dietro le spalle. Credevo di potermi rituffare nel lavoro, come avevo fatto dopo la morte di Barbara Ann. Ma ero molto più distrutto di quanto immaginassi. Non riuscivo più a lavorare. Ogni donna con cui mi trovavo ad avere a che fare, be’… non so… era come se in ognuna di loro riconoscessi Wilma. Bastava un niente per scattare con violenza con le donne che dovevo interrogare. Anzi, molto presto cominciai a comportarmi male con tutti i testimoni, donne e uomini. Cominciai a perdere di vista le cose, non notavo più nemmeno gli indizi che avrebbe saputo raccogliere anche un bambino. Presi a litigare con il mio compagno e adesso eccomi qua.» Per un secondo gli mancò la voce e dovette lottare con se stesso per riuscire a proseguire. «Dopo la morte di Barbara Ann, se non altro, ero riuscito a lavorare. Mi era rimasto qualcosa. Ma Wilma si è presa tutto. I miei soldi e il mio orgoglio, persino le mie ambizioni. Ormai non mi importa più niente di niente.» Scivolò fuori della panca e rimase in piedi, oscillando come un burattino. «Scusami. Devo andare a pisciare.» Vacillante, si diresse verso la toilette, facendo attenzione a tenere a debita distanza chiunque incontrasse sulla sua strada.