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«Non faccia il brontolone,» lo apostrofò lei.

«Fa parte della mia immagine.»

«Gli ho detto che non era in ufficio, ma quando ho saputo il motivo per cui chiamava, ho pensato che forse le farebbe piacere parlare con lui. È strano.»

«Chi è?»

«Un certo Mr Preston della First Pacific United Bank di San Francisco. Ha a che fare con l’eredità.»

«E che cosa c’è di strano?»

«Forse è meglio che gli parli lei,» rispose.

Joshua emise un sospiro. «D’accordo.»

«È sulla linea due.»

Joshua si diresse alla scrivania, si sedette, alzò il ricevitore ed esclamò: «Buongiorno, Mr Preston.»

«Mr Rhinehart?»

«In persona. Che cosa posso fare per lei?»

«È stato l’ufficio amministrativo della Shade Tree Vineyards a informarmi che era lei l’esecutore testamentario dell’eredità Frye.»

«È vero.»

«Lei sapeva che il signor Bruno Frye aveva aperto alcuni conti qui alla sede di San Francisco?»

«Alla First Pacific United? No, non ne sapevo assolutamente nulla.»

«Un libretto di risparmio, un conto corrente, e aveva anche noleggiato una cassetta di sicurezza,» lo informò Preston.

«Aveva molti conti in banche diverse ed erano tutti specificati su una lista. Però in questo elenco non figurava la vostra banca. Non ho mai visto assegni né libretti di risparmio della First Pacific United.»

«Era proprio quello che temevo,» commentò Preston.

Joshua aggrottò la fronte. «Non capisco. C’è qualche problema con questi conti presso la vostra banca?»

Dopo un attimo di esitazione, Preston riprése a parlare. «Mr Rhinehart, Mr Frye aveva un fratello?»

«No. Perché me lo chiede?»

«Non si è mai servito di un sosia?»

«Come dice?»

«Non ha mai avuto bisogno di un sosia, di qualcuno che potesse essere scambiato per lui anche a distanza ravvicinata?»

«Mi sta prendendo in giro, Mr Preston?»

«Mi rendo conto della stranezza della domanda, ma Mr Frye era un uomo ricco. Di questi giorni, con tutti i terroristi e i pazzi che ci sono in giro, i ricchi ricorrono spesso alle guardie del corpo e a volte, non spesso, devo ammettere che è raro, ma saltuariamente succede che decidano di assumere dei sosia per motivi di sicurezza.»

«Con tutto il rispetto nei confronti della vostra bella città,» rispose Joshua, «mi permetto di farle presente che Mr Frye abitava qui, a Napa Valley, e non a San Francisco. Qui non esiste criminalità. Il nostro stile di vita è molto diverso da quello a cui… si riferisce lei. Mr Frye non aveva alcun bisogno di un sosia e sono certo che non ce ne sono mai stati. Mr Preston, che cosa diavolo sta succedendo?»

«Abbiamo scoperto solo ora che Mr Frye è stato ucciso giovedì scorso,» rispose Preston.

«E allora?»

«E opinione dei nostri avvocati che la banca non può essere ritenuta responsabile.»

«Per che cosa?» domandò Joshua al limite dell’impazienza.

«In qualità di esecutore testamentario, era suo preciso dovere informarci che il nostro correntista era deceduto. Fino a che non abbiamo appreso la notizia, in questo caso addirittura da una terza persona, non avevamo alcun motivo di congelare il conto.»

«Capisco.» Sprofondato nella sua sedia, gli occhi fissi sul bicchiere di whisky appoggiato sulla scrivania e con il terribile sospetto che Preston stesse per fargli una rivelazione che avrebbe disturbato il suo stato di serenità, Joshua decise che un tocco di scontrosità potesse accelerare la conversazione. «Mr Preston, mi rendo conto che in una banca il lavoro debba procedere con lentezza e meticolosità, essendo un istituto che tratta il denaro duramente guadagnato dai propri clienti. Ma vorrei tanto che riuscisse a esprimersi e ad arrivare velocemente al punto.»

«Giovedì scorso, mezz’ora prima dell’orario di chiusura, qualche ora dopo l’omicidio di Mr Frye, avvenuto a Los Angeles, in banca è entrato un signore che assomigliava moltissimo a Mr Frye. Aveva anche gli assegni personalizzati di Mr Frye. Si è diretto alla cassa e ha staccato un assegno per un importo tale da ridurre il conto a un centinaio di dollari.»

Joshua si rizzò sulla sedia. «Quanto ha prelevato?»

«Seimila dollari.»

«Caspita.»

«Poi ha presentato il suo libretto di risparmio e ha prelevato tutto il deposito, lasciando solo un resto di cinquecento dollari.»

«E quanto ha preso?»

«Dodicimila dollari.»

«Diciottomila dollari in tutto?»

«Esatto. Senza contare il contenuto della cassetta di sicurezza.»

«Anche quello?»

«Certo. Ma naturalmente in questo caso non possiamo sapere che cos’ha portato via,» spiegò Preston. Poi aggiunse speranzoso: «Forse niente.»

Joshua era sbalordito. «Come può una banca farsi scappare una somma del genere in contanti senza chiedere un’identificazione?»

«Infatti l’abbiamo richiesta,» precisò Preston. «Ma deve capire che quell’uomo assomigliava a Mr Frye. Negli ultimi cinque anni, Mr Frye si faceva vedere nella nostra banca due o tre volte al mese; ogni volta depositava sul conto un paio di migliaia di dollari. Questo l’ha reso popolare: se lo ricordavano tutti. Giovedì scorso la cassiera l’ha riconosciuto e non aveva motivo per nutrire sospetti, soprattutto in considerazione del fatto che presentava gli assegni personalizzati e il suo libretto di risparmio…»

«Questa non è un’identificazione,» ribattè Joshua.

«La cassiera ha chiesto la carta d’identità, anche se l’aveva riconosciuto. Ma questa è la prassi che seguiamo sempre quando vengono richiesti prelievi importanti. E la donna si è attenuta alle nostre regole. L’uomo le ha mostrato una patente rilasciata dallo stato della California, completa di fotografia, intestata a Bruno Frye. Le assicuro, Mr Rhinehart, in questo caso non si può dire che la First Pacific United Bank abbia agito in modo irresponsabile.»

«Intende fare accertamenti sulla cassiera?» domandò Joshua.

«Gli accertamenti sono già in corso.»

«Mi fa piacere sentirglielo dire.»

«Ma non credo che otterremo molto,» aggiunse Preston. «Quella donna è una delle nostre migliori impiegate. Lavora per noi da più di sedici anni.»

«Ed è stata lei ad accompagnarlo a prelevare la cassetta di sicurezza?»

«No. E stata un’altra impiegata. Stiamo indagando anche sul suo conto.»

«È davvero molto grave.»

«Non c’è bisogno che me lo dica. In tutti questi anni, non mi è mai capitata una cosa del genere. Prima di telefonare a lei, ho informato le autorità, i funzionari di banca statali e federali e gli avvocati della First Pacific United Bank.»

«Forse è il caso che domani venga da voi per fare quattro chiacchiere.»

«Mi farebbe un favore.»

«Le va bene alle dieci?»

«Quando è più comodo per lei,» rispose Preston. «Le metterò a disposizione tutta la giornata.»

«Allora vada per le dieci.»

«Sono molto spiacente per quanto è accaduto. Naturalmente la perdita verrà coperta dall’assicurazione federale.»

«Con l’unica eccezione del contenuto della cassetta di sicurezza,» sottolineò Joshua. «Non c’è alcuna assicurazione che possa risarcire quella perdita.» Ed era proprio questo il dettaglio che innervosiva Mr Preston. «Quella cassetta poteva contenere anche il doppio del valore del conto corrente e del libretto di risparmio messi insieme.»

«Così come poteva essere anche vuota,» gli fece notare subito Preston.

«Ci vediamo domani mattina, Mr Preston.»

Joshua riappese e rimase a fissare il telefono.

Infine, riprese a sorseggiare il suo whisky.

Un sosia di Bruno Frye?

Tutt’a un tratto gli tornò in mente la luce che pensava di aver visto in casa di Bruno alle tre di lunedì mattina. Gli era parso di scorgerla tornando a letto, dopo essere stato in bagno. Ma quando aveva inforcato gli occhiali non aveva notato niente. Si era limitato a pensare che fosse stato tutto frutto dell’immaginazione. Ma forse quella luce c’era stata davvero. Forse l’uomo che aveva prosciugato i conti della Pacific United era andato a casa di Bruno per cercare qualcosa.