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— È un’affermazione priva di senso — ribatté Lindgren. — Non possiamo parlare di simultaneità in condizioni come le nostre.

— Ma dal punto di vista psicologico non è affatto priva di senso — rispose Telander. — A Beta Virginis avremmo potuto avere un contatto, anche se minimo, con la nostra patria. Avremmo pensato che i giovani che ci eravamo lasciati dietro, dati i trattamenti per la longevità, fossero ancora vivi. Se avessimo dovuto tornare, certamente sarebbe rimasta tra noi e i terrestri una certa continuità di rapporti sufficiente a non farci sembrare al nostro arrivo totalmente estranei. Ma ora… il fatto che, in un certo senso — sia esso matematico o meno — i bambini che abbiamo visto in culla siano, nella migliore delle ipotesi, già quasi alla fine della loro esistenza… ci ricorda in modo fin troppo crudo che non potremo mai più ricuperare anche solo in minima parte ciò che una volta abbiamo amato.

— Mmm… lo penso anch’io. È come osservare qualcuno che ti sta a cuore morire a poco a poco per qualche malattia cronica. Non sei sorpreso quando arriva la fine; eppure, è la fine. — Lindgren batté le palpebre. — Dannazione!

— Devi fare tutto ciò che ti è possibile per aiutarli in questo periodo — disse Telander. — Tu sai meglio di me come.

— Tu stesso potresti fare molto.

Telander scosse la testa. — Meglio di no. Al contrario, ho deciso di ritirarmi.

— Che cosa vuoi dire con questo? — chiese Lindgren con aria leggermente allarmata.

— Nulla di drammatico — rispose il capitano. — Il mio lavoro con gli ingegneri e gli ufficiali di rotta, in queste imprevedibili circostanze, occupa una piccola parte delle mie ore di veglia. Ciò mi servirà a nascondere il mio graduale allontanamento dalla vita sociale dell’astronave.

— E perché mai?

— Ho parlato varie volte con Charles Reymont. Ha fatto un’osservazione eccellente — ha toccato un punto cruciale, credo. Quando l’incertezza ci circonda, quando la disperazione è sempre in attesa di sopraffarci… la persona media a bordo dell’astronave deve avere l’impressione che la sua vita si trovi affidata a mani competenti. Naturalmente, nessuno consciamente vorrà ammettere che il capitano è infallibile, ma c’è una necessità inconscia di una simile atmosfera. E io… io ho la mia parte di debolezza e stupidità. I miei giudizi, a livello umano, non possono reggere a un collaudo quotidiano in un’atmosfera di grande tensione.

Lindgren sembrò piegarsi su se stessa, nel suo sedile. — E che cosa vuole da te il commissario?

— Che la smetta di agire su un piano informale, privato. Addurremo la scusa che tutta la mia attenzione deve concentrarsi sul modo di farci passare sani e salvi tra gli ammassi nebulosi e stellari della galassia. È una scusa ragionevole, verrà accettata. Finirò per consumare i miei pasti da solo, qui, tranne che in occasione di cerimonie particolari. Passerò qui, da solo, anche il mio tempo libero e qui farò gli esercizi per mantenermi in buona forma fisica. Gli unici visitatori personali che riceverò saranno gli ufficiali di più alto rango, come te, Ingrid. Voi rispetterete le formule d’etichetta. Tramite i suoi collaboratori Reymont passerà parola che tutti d’ora in poi dovranno rivolgersi a me con formale cortesia.

«In poche parole, il tuo buon amico dai capelli grigi Lars Telander sta per tramutarsi nel Gran Vecchio.

— Sembra che Reymont abbia qualche piano particolare in mente — esclamò amaramente Lindgren.

— Mi ha convinto che è la cosa migliore da fare — replicò il capitano.

— Senza pensare alle conseguenze che un simile stato di cose potrebbe avere su di te!

— Me la caverò. Non sono mai stato un tipo molto socievole. Abbiamo molti libri nella nostra biblioteca a microfilm che da sempre desideravo leggere. — Telander le rivolse uno sguardo franco. Sebbene l’aria nella stanza stesse raggiungendo il momento più tiepido del suo ciclo e profumasse appena di fieno falciato di fresco, la leggera peluria sulle braccia della donna era irta. — Anche tu hai un ruolo, Ingrid. Dovrai occuparti dei problemi umani più di prima. Organizzazione, mediazione, conforto… non sarà facile.

— Non posso farlo da sola. — La sua voce tremò.

— Lo puoi, se devi — replicò il capitano. — In pratica, puoi delegare o stornare molto del tuo lavoro. È soltanto una questione di opportuna pianificazione. Prenderemo le decisioni necessarie man mano che il viaggio prosegue.

Esitò. Sembrò un po’ a disagio e le guance gli si colorirono leggermente. — Ah… a questo proposito devo dirti una cosa…

— Sì? — disse Lindgren.

Il campanello della porta lo salvò. Telander prese il vassoio con il caffè dalle mani del cuoco, lo trasportò fino al suo tavolo e versò il liquido nelle tazze. Ciò gli permetteva di voltare le spalle alla donna.

— Nella tua posizione — disse, — cioè, nella tua nuova posizione, data la necessita di assegnare a ogni ufficiale un suo status speciale… Non avrai bisogno di startene in disparte come me, ovviamente… ma una certa limitazione di, be’, accessibilità…

Non poté vedere se era un reale divertimento a colorire così la voce di Ingrid. — Povero Lars! Vuoi dire che il primo ufficiale non dovrebbe cambiare amante così spesso, vero?

— Be’, non suggerisco… ah, il celibato. Io stesso devo, naturalmente, astenermi da tali cose d’ora in poi. Nel tuo caso… be’, la fase sperimentale è ormai superata per la maggior parte di noi. Si stanno formando relazioni stabili. Se tu potessi fartene una…

— Posso fare di meglio — disse Lindgren. — Posso starmene da sola.

Telander non poteva più rimandare il momento di porgerle la tazza. — Ciò non è strettamente richiesto — balbettò.

— Grazie. — La donna aspirò la fragranza del caffè. I suoi occhi si strinsero mentre fissava Telander sopra l’orlo della tazza. — Non dobbiamo essere assolutamente abate e suora, noi due. Il capitano ha bisogno di un colloquio privato una volta ogni tanto con il suo primo ufficiale.

— Ehm… no. Sei molto cara, Ingrid, ma è meglio di no. — Telander camminò avanti e indietro nello spazio ristretto della sua cabina. — In una comunità piccola e ammassata come questa, quanto a lungo si riuscirebbe a mantenere un segreto? Io non posso rischiare un’accusa di ipocrisia. E anche se… amerei molto averti come partner fissa… non è una cosa possibile. Tu devi essere l’anello di collegamento tra chiunque altro e me: e non la mia… la mia diretta collaboratrice. Mi capisci? Reymont l’ha spiegato meglio.

L’allegria di Ingrid scomparve. — Comunque non mi piace il modo in cui ti ha manovrato.

— Egli ha una vasta esperienza di situazioni critiche. I suoi argomenti sono validi. Possiamo esaminarli dettagliatamente.

— Lo faremo. Dev’esserci una logica intrinseca… quali che siano i motivi. — Lindgren bevve un sorso di caffè, si appoggiò la tazza in grembo e dichiarò, con voce tagliente:

— Per quanto mi riguarda, va bene. Sono comunque stanca di tutta questa storia, un po’ infantile. Hai ragione, sta venendo di moda la monogamia e le scelte di una ragazza sono estremamente limitate. Avevo già pensato di smetterla. Anche Olga Sobieski è del mio parere. Dirò a Kato di scambiare con lei la sua metà cabina. Una certa calma e freddezza saranno bene accette, Lars, dobbiamo avere la possibilità di pensare a molte cose, ora che abbiamo realmente superato la boa dei cento anni.

La Leonora Christine era puntata in una direzione ben lontana da quella della Vergine, ma non ancora in quella del Sagittario. Soltanto dopo aver ruotato quasi a metà attorno alla galassia, la maestosa spirale del suo cammino l’avrebbe colpita nel suo stesso centro. Al momento le nebulose del Sagittario restavano fuori dalla visuale degli astronauti. Ciò che si trovava davanti a loro era una realtà ipotetica, non conosciuta. Gli astronomi si aspettavano un volume di spazio limpido, quasi privo di pulviscolo o di gas, che avrebbe ospitato un’affollata popolazione di antiche stelle. Ma nessun telescopio era riuscito a vedere oltre le nuvole che circondavano quel regno e nessuno vi era penetrato per rendersi conto di persona.