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— Ancora meglio. Mi stavo giusto chiedendo come avrei fatto a tenere insieme la mia équipe ancora per qualche tempo. La nostra attuale occupazione non è certo la più adatta a ingenerare spontaneamente l’esprit de corps. I ragazzi brontoleranno, ma saranno più felici con qualcosa da fare oltre la normale routine.

Attraversarono un reparto dove crescevano piante verdi. Le foglie si allineavano ai lati di ogni passaggio interno, riempiendo l’aria di un gradevole profumo, frusciando allorché venivano sfiorate. I frutti pendevano tra loro come lanterne. Si poteva capire perché in coloro che lavoravano in quel reparto ci fosse ancora un certo grado di serenità.

— Sono stato messo sull’avviso da Foxe-Jameson — spiegò Fedoroff. — Siamo abbastanza vicini alla nebulosa galattica centrale da potergli permettere di utilizzare i nuovi strumenti che sono stati preparati per ottenere dati precisi sulle densità di massa che si trovano laggiù.

— Lui? Credevo che l’uomo addetto alle osservazioni fosse Nilsson.

— E cosi dovrebbe essere. — La bocca di Fedoroff assunse pieghe amare e dure. — Ma Nilsson non combina più nulla. Ultimamente non ha fatto altro che cavillare e litigare. Il rimanente della sua équipe, anche un paio di uomini del laboratorio che prepara il loro materiale, come Lenkei… costoro devono fare tutto il lavoro che spetterebbe a lui, cavarsela come meglio possono.

— È un brutt’affare — disse Pereira, non più allegro e noncurante come prima. — Facevamo affidamento su Nilsson perché ci disegnasse gli strumenti per la navigazione intergalattica a un valore ultraridotto di tau, non è così?

Fedoroff annuì. — Nilsson farebbe meglio a tentare di superare la sua paura. Ma oggi il problema non è tanto questo. Stiamo per affrontare una massima concentrazione e tensione, non appena colpiremo quelle nuvole, sia a causa della relatività sia perché queste nuvole sono effettivamente dense. Sono ragionevolmente convinto che riusciremo a passarci attraverso, senza inconvenienti. Eppure, vorrei rinforzare alcuni settori dello scafo per sentirmi più sicuro. — Rifletté sul paradosso: — Sentirmi sicuro… in un viaggio come questo! Ad ogni modo, dobbiamo addestrare una squadra per le costruzioni e dovremo spostare le varie installazioni da dove ora si trovano. Voglio discutere con te le esigenze di ordine generale e studiare la situazione, in modo che tu possa pianificare le operazioni e ridurre al minimo gli inconvenienti che potrebbero derivare per il tuo lavoro.

— Certo, certo. Eccoci arrivati. — Pereira fece segno a Fedoroff di entrare in una stanzetta con una scrivania e un mobile-schedario. — Ti mostrerò una pianta dei nostri laboratori.

Parlarono di affari per oltre mezz’ora (al di fuori dell’astronave trascorsero secoli). Da Fedoroff era scomparsa qualsiasi traccia di quella giovialità di cui aveva dato prova all’inizio del colloquio e che una volta aveva costituito per lui la maschera abituale con cui si rivolgeva al mondo. Ora era diventato un uomo di poche parole, fin quasi al limite della villania.

Dopo che ebbe messo via disegni e annotazioni, Pereira disse con voce calma: — Non dormi bene la notte, non è così?

— Troppo occupato — grugnì l’ingegnere.

— Mio caro amico, il lavoro ti fa bene. Ma non è il lavoro ad averti fatto venire queste occhiaie. Si tratta di Margarita, è vero?

Fedoroff fece un balzo sulla sedia. — Che vuoi dire di lei? — Lui e Margarita Jimenes vivevano insieme da alcuni mesi, senza interruzione.

— Nella nostra piccola comunità, nessuno può fare a meno di notare che è afflitta da qualcosa.

Fedoroff teneva lo sguardo fisso verso la porta della stanza, verso la verzura che si intravedeva al di là. — Avrei voluto poterla lasciare senza sentirmi un disertore — esclamò poi.

— Mmm… se ricordi, sono stato con lei spesso prima che si mettesse definitivamente con te. Forse ho capito qualcosa che a te è sfuggito. Tu non sei privo di sensibilità, Boris, ma raramente entri in sintonia con la mente femminile. Vorrei che le cose tra voi due andassero bene. Ti posso aiutare?

— Il fatto è che Margarita rifiuta di sottoporsi alla cura antisenescenza. Né Urho Latvala né io riusciamo a farle cambiare idea. Senza dubbio io ho insistito troppo violentemente e le ho dato l’impressione di volerla intimidire. Non mi rivolge quasi più la parola. — Il tono di Fedoroff si fece più aspro. Continuava a fissare le foglie fuori dalla stanza. — Non sono mai stato innamorato… di lei. Né lei di me. Ma tra noi si era stabilito un certo affetto. Voglio fare tutto ciò che posso per Margarita. Ma che cosa?

— È una giovane donna — disse Pereira. — Se le circostanze di questo viaggio l’hanno resa, come potrei dire?, sovraeccitata, può reagire in modo irrazionale a qualsiasi cosa che le ricordi l’età della morte.

Fedoroff si scosse. — Non è ignorante! È perfettamente consapevole del fatto che il trattamento antisenescenza deve essere seguito periodicamente in tutto l’arco della vita adulta — altrimenti la menopausa la colpirà cinquant’anni prima di quanto sia necessario. Margarita dice che è appunto ciò che vuole!

— Perché?

— Vuole essere morta prima che i sistemi chimici ed ecologici si rompano. Hai previsto cinque decadi perché ciò accada, non è così?

— Sì. Un modo di morire lento e sgradevole. Se per allora non avremo trovato un pianeta…

— Margarita rimane cristiana. Nutre pregiudizi nei confronti del suicidio. — Fedoroff trasalì. — Neanche a me piace una simile prospettiva. E a chi piace? Lei non riesce a credere che non sia inevitabile.

— Io sospetto — esclamò Pereira, — che l’idea di morire senza aver avuto figli sia per lei il vero orrore. Era solita fare una specie di gioco per decidere i nomi che avrebbe dato ai numerosi figli che voleva.

— Vuoi dire… aspetta, lasciami pensare. Che il diavolo se lo porti, Nilsson aveva ragione l’altro giorno, a proposito della improbabilità che noi si riesca mai a trovare un posto dove stabilirci. Devo ammetterlo, la vita in tal caso sembra bellamente inutile.

— Specialmente a lei. Costretta a fronteggiare il vuoto, ella si ritira — inconsciamente, senza dubbio — verso una forma di suicidio permessa.

— Che cosa possiamo fare, Luis? — chiese Fedoroff con voce angosciata.

— Se il capitano venisse convinto a rendere obbligatoria la cura antisenescenza… Potrebbe trovare una giustificazione valida. Ammettiamo di riuscire a raggiungere un pianeta, a dispetto di tutto, in tal caso la comunità avrebbe bisogno che le possibilità procreative di ogni donna fossero al loro massimo.

L’ingegnere si infiammò di collera. — Un’altra norma da far applicare? Reymont che la trascina con la forza dal dottore? No!

— Non dovresti odiare Reymont — lo rimproverò Pereira. — Tu e lui siete simili. Nessuno di voi due è un vigliacco.

— Un giorno lo ucciderò.

— Ora manifesti la tua vena romantica — esclamò Pereira, cercando di calmare le acque. — Reymont è la personificazione del pragmatismo.

— Che cosa farebbe lui a proposito di Margarita, allora? — lo schernì Fedoroff.

— Oh… non so. Comunque, qualcosa di non sentimentale. Per esempio, potrebbe organizzare una squadra di ricerca e sviluppo per migliorare i biosistemi e gli organocicli… per rendere l’astronave indefinitamente abitabile… cosicché Margarita potrebbe essere autorizzata ad avere almeno due figli…

La sua voce si spense. I due uomini si fissarono a bocca aperta, mentre tra di loro sembrava fiammeggiare una domanda:

Perché no?

Maria Toomajian entrò correndo nella palestra e vi trovò Johann Freiwald che si allenava al trapezio. — Agente! — gridò. Lo sgomento faceva tremare la sua voce. — Nella sala di ricreazione, una rissa!