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Non sapevano se credergli o no, ma erano chiaramente affascinati.

— Che cosa avete fatto? Come siete scappato?

SEN ridacchiò. — Eh, eh, non sono cose per le vostre tenere orecchie di bambini. — Toccò la fiala sul braccio del primo ragazzino. — Quando andavo a scuola io era tutto diverso. Dovevamo stare a letto tutto il tempo. I fondamenti d’economia per il livello superiore erano una bottiglia grande così… — Aprì le mani mostrando un’ampiezza grande quanto l’apertura delle sue spalle. — Ci voleva una settimana per assimilarla!

— Caspita!

Un osservatore che faceva un controllo di routine dell’area scolastica individuò SEN. Nella cuffia stava sentendo le parole di un coordinatore della polizia.

— Persi i contatti con THX uno uno tre otto. Il criminale che è con lui non è stato identificato. Forniremo altre informazioni appena saranno disponibili.

L’osservatore controllò tutti i fuggitivi conosciuti. L’uomo in questione non aveva scheda di riconoscimento. Quando durante il controllo su uno schermo — apparve l’immagine di SEN, l’osservatore scrutò bene da vicino l’uomo che stava nella zona scolastica.

— Contatto visivo cinque due quattro uno, prefisso SEN — disse al microfono. — Habot venticinque Area H, PS nove quattro sette.

Le voci si accavallarono nella sua cuffia:

— PS nove quattro sette? Sta molestando i bambini?

— No, non ancora.

— Richiesta PB otto quattro otto: agente dieci ottantotto procedete alla cattura del criminale cinque due quattro uno SEN. Siate prudente, proteggete i bambini. Posizione attuale Habot venticinque, Area H, PS nove quattro sette.

— Ricerca negativa in Area J, Sezione H.

— Se cinque due quattro uno SEN non è il criminale che accompagna uno uno tre otto THX, questo qua chi diavolo è?

— Sarà meglio fare un’analisi se vogliamo beccarlo.

— D’accordo.

Ormai SEN aveva attirato accanto a sé la maggior parte dei bambini. Gli avevano fatto gruppo intorno. Il primo recitava parte delle sue lezioni, e quello più grande lo correggeva sempre:

— No: «s’imprime in ciascuno di noi».

— Ma non dice così.

— Sì, invece — disse quello più grande, ergendosi in tutta la sua altezza per dominare fisicamente l’altro.

— Su, su — disse SEN. — Non litigate. Dài, continua la lezione.

Il ragazzino cantilenò: — Così non ci sono altre alternative razionali. Eliminiamo la funzione economica generata dal contrasto fra energie separate ma compatibili…

— Elementi! Elementi compatibili — corresse il più vecchio.

— Energie!

— Su, su — cercò di calmarli SEN.

— Io so tutto il testo a memoria — disse orgoglioso il ragazzo più giovane. — Nel mio test ho avuto un voto bellissimo. — Poi, un po’ depresso, aggiunse: — Vorrei solo sapere cosa volevano dire tutte quelle parole…

Dalla scala mobile scese un robopoliziotto. SEN lo vide e si alzò. I bambini, seguendo il suo sguardo, dapprima si voltarono, poi, appena il poliziotto si fu avvicinato, si dispersero in silenzio.

— Cinque due quattro uno — disse il robot.

— Sì.

Con calma, quasi delicatamente, il robot afferrò le braccia di SEN e gliele mise dietro la schiena, gli legò le mani all’altezza dei polsi, poi gli tappò la bocca e gli occhi e lo condusse via. I bambini rimasero per un lungo attimo a guardare SEN che veniva portato via sulla scala mobile.

— Visto? — disse il ragazzino più giovane. — Ve l’avevo detto che era davvero un criminale.

20

THX saliva in fretta la scala a chiocciola di metallo, seguito da vicino da SRT. Lì nel pozzo di manutenzione, che aveva le pareti di acciaio, i loro piedi calzati da pantofole producevano strani suoni ovattati, che rimandavano un’eco sinistra.

Anche il terzo livello era praticamente deserto. La maggior parte dell’area era occupata da riprocliniche e laboratori, installazioni dove macchine automatiche facevano quasi tutto il lavoro.

Appena uscirono fuori dal pozzo delle scale di manutenzione entrarono nel corridoio. Dall’alto, una voce registrata:

— Quest’area è riservata al solo personale autorizzato.

Ignorando l’avvertimento, THX andò a guardare la pianta generale sulla parete davanti a sé. Dalla pianta risultava che le riprocliniche erano rigorosamente classificate secondo l’ordine alfanumerico. LUH 3417 si trovava nella matrice tridimensionale della clinica 12, fila 21, sezione 8. Guardò il corridoio deserto, poi fece cenno a SRT di seguirlo.

— Siete responsabili di un’azione non autorizzata. Manuale di procedura controllo F-quarantacinque. Questa è un’area riservata doppia-A. Restate dove siete.

Il corridoio terminava in un’ampia area aperta piena di tavoli mortuari disposti in file parallele, su cui erano posati dei cadaveri. Tutto era immerso in una luce azzurrognola, fredda e sinistra.

— Antibatterica — mormorò SRT.

— Violazione! Personale non autorizzato non è ammesso in quest’area. Restate do ve siete. Gli agenti del Controllo stanno arrivando.

— Non abbiamo molto tempo — disse SRT.

— Lo so. — THX si incamminò fra i tavoli, diretto alla clinica 12.

SRT spalancò gli occhi, guardando i cadaveri.

— Non hanno più gli organi interni!

THX annuì.

— Guarda quello — disse SRT, indicando un corpo con un’enorme testa. — Quello dev’esser stato un genio!

«E se trovi il corpo di LUH qui?» si chiese THX.

Un’altra voce, nella sua mente, rispose freddamente: «È stata distrutta. Non usano i suoi organi. Distrutta, non consumata».

Ma non poté fare a meno di rabbrividire, e s’impose di guardare dritto, senza badare ai cadaveri.

«Distrutta. Distrutta.»

«Come?»

«Che cosa le hanno fatto? Come sono stati i suoi ultimi attimi di vita? Come hanno potuto…»

— Ehi, qua c’è uno che ha ancora gli occhi! Perché glieli avranno lasciati?

THX non poté fare a meno di girarsi a guardare il cadavere di cui stava parlando SRT.

— Oh, no! — Si sentì le ginocchia che cedevano e dovette sedersi sull’orlo del tavolo dove giaceva il cadavere.

— Stai bene? — SRT si chinò su di lui. — Vuoi qualcosa da mangiare? Scommetto che qui in giro da qualche parte c’è un po’ di cibo nascosto.

Con lo stomaco in subbuglio, THX riuscì solo a scuotere la testa.

— Be’, cosa c’è allora? Cos’è che non va?

THX si sforzò di parlare. — Lo… lo conoscevo. TWA si chiamava. Prigioniero con me. Era cieco. Ecco perché gli hanno lasciato gli occhi. Sono inservibili.

SRT si raddrizzò. — Oh.

Il nero si guardò intorno. Da molto lontano si udivano le voci fioche e inesorabili del Controllo:

— I due criminali sono entrati nel Complesso del Centro Riproduzione. Il secondo criminale è stato identificato. È cinque cinque cinque cinque, prefisso SRT. Cattura imminente.

— Totale dell’unità monetaria: milleottocentodieci, in aumento.

— Criminale evaso cinque due quattro uno, prefisso SEN, catturato. Ora sotto custodia. Spese totali quattromilatrecentosettantasette unità sotto il budget. Congratulazioni! Siate efficienti. Siate felici.

SRT storse la bocca. — Ehi, si avvicinano. Sai, sedevi fare qualche cosa qui, faremmo meglio a sbrigarci e poi a scappare. Dobbiamo ancora pensare a un posto dove poterci nascondere. Non possiamo continuare a correre all’infinito.

THX annuì e s’impose di alzarsi.

— L’ho conosciuto — mormorò ancora. — In prigione.

— Be’. se non altro i «suoi» guai sono finiti. Fra poco sarà un esagono di plastica, come tutti quanti.