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«Ha detto di averla presa da una ragazzina seduta vicino a lui in aeroplano.»

«Secondo me, se l’è presa da Carolyn.» Si alzò in piedi e gli tamponò la calamina sopra la testa.

«Vuol dire che…» fece lui, alzando visibilmente la testa.

«Stando alla sua teoria, si può dislocare un intero odiecrone. Compreso il virus della varicella. Supponiamo che Carolyn abbia contratto la varicella da uno di quei ragazzini che aveva in cura, e che pur essendo già contagiosa non ne avesse ancora i sìntomi. Supponiamo che abbia passato la varicella ad Andrew al college.»

«Potremmo chiamare la compagnia aerea e scoprire chi era la bambina e se si è presa la varicella,» disse lui eccitato. Cominciò a staccarsi il nastro adesivo dai polsi con le mani infilate nei mezzi guanti. «Possiamo rifare l’esperimento. La madre di Heidi Dreismeier ha fatto 490, e troveremo di sicuro…» Si interruppe e appoggiò di nuovo le mani in grembo. «Non possiamo rifare l’esperimento. Aveva ragione. Non avevo alcun diritto di rovinare la vita altrui.»

«Chi parlava di rovinare la vita altrui? Non si può fare l’esperimento su noi stessi? Io mi preoccupo della vecchiaia, ho nostalgia del passato, e sono disperata di sesso quasi quanto loro. Mi piacerebbe farmi chiudere in una angusta stanzetta insieme a lei.»

Il dottor Young le prese le mani nelle sue, ancora con i mezzi guanti indosso. «A me non sembra proprio vecchia,» disse lui. Si fece avanti per darle un bacetto sulla guancia.

Arrivò Bev col termometro in mano. «Oops, scusate,» disse. «È evidente che sono nel posto sbagliato al momento sbagliato.»

«Forse risolveremo noi il problema,» disse la dottoressa Lejeune.