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L'ufficiale stava cercando di ricaricare l'arma quando il Poeta gliela tolse. Sembrava in delirio, e continuava a cercare di farsi il segno della Croce.

— Continua — grugnì il Poeta, prendendo il coltello.

— Beneditemi, Padre, perché ho peccato…

— Ego te absolvo, figlio — disse il Poeta, e gli affondò il coltello nella gola.

Poi trovò la borraccia dell'ufficiale e bevve qualche sorso. L'acqua era riscaldata dal sole, ma sembrava deliziosa. Giacque, con la testa appoggiata sul cavallo dell'ufficiale e attese che l'ombra della collina avanzasse strisciando sulla strada. Gesù, come faceva male! Quest'ultimo gesto non sarà facile da spiegare, pensò; e non ho neanche il mio occhio di vetro. Eppure c'è veramente qualcosa da spiegare. Guardò il cavaliere morto.

— È caldo come l'inferno, laggiù, non è vero? — sussurrò con voce rauca.

Il cavaliere non era disposto a dargli informazioni. Il Poeta bevve un altro sorso dalla borraccia, poi un altro. Improvvisamente vi fu un doloroso movimento delle budella. Per un attimo o due lo fece soffrire molto.

Le poiane si avvicinarono; si allisciarono le penne, e litigarono sul pranzo; non era ancora adeguatamente preparato. Attesero i lupi per qualche giorno. Ce n'era per tutti. E finalmente mangiarono il Poeta.

Come sempre, i neri becchini dei cieli deposero le uova nella stagione adatta, e nutrirono amorosamente i piccini. Volarono alti sulle praterie, sulle montagne e sulle pianure, adempiendo al destino della vita che spettava loro, secondo il piano della Natura. I loro filosofi dimostravano, mediante la sola ragione e senza altri aiuti, che il Supremo Cathartes aura regnans aveva creato il mondo specialmente per le poiane. Lo onorarono con cordiale appetito per molti secoli.

Poi, dopo le generazioni delle tenebre vennero le generazioni della luce. E lo chiamarono l'Anno del Signore 3781… un anno della Sua pace, pregarono.

PARTE TERZA

FIAT VOLUNTAS TUA

24

Vi furono di nuovo astronavi, in quel secolo, e le navi erano guidate da bizzarre impossibilità che camminavano su due gambe e avevano ciuffi di pelo su improbabili regioni anatomiche. Erano una specie garrula. Appartenevano a una razza capacissima di ammirare la propria immagine in uno specchio, ed egualmente capace di tagliarsi la gola sull'altare di qualche dio tribale, come la deità della Rasatura Quotidiana. Era una specie che si considerava, fondamentalmente, una razza di meccanici divinamente ispirati; qualsiasi entità intelligente di Arcturus avrebbe immediatamente intuito che essi erano, fondamentalmente, una razza di appassionati oratori da dopocena.

Era inevitabile, era destino manifesto, lo sentivano (e non per la prima volta), che la loro razza andasse a conquistare le stelle. Per conquistarle parecchie volte, se fosse stato necessario, e certamente per fare discorsi sulla conquista. Ma era anche inevitabile che la razza soccombesse di nuovo alle antiche malattie sui nuovi mondi, come prima sulla Terra, nella litania della vita e nella speciale liturgia dell'Uomo: i versetti venivano detti da Adamo, le Risposte dal Crocifisso.

Noi siamo i secoli.

Noi siamo i taglia-mento e gli sferza-gole,

e presto discuteremo l'amputazione della vostra testa.

Noi siamo i vostri spazzini-cantori, Signore e Signora, e marciamo in cadenza dietro di voi, cantando ritmi che a qualcuno sembrano strani.

Un-due-tre-quattro!

Sinist!

Sinist!

Aveva-una-buona-moglie-ma

Sinist!

Sinist!

Sinjst! Dest!

Sinist!

Wir, come dicono nel vecchio paese, marschieren welter wenn alles in Scherben fällt.

Noi abbiamo i vostri eoliti e i vostri mesoliti e i vostri neoliti. Abbiamo le vostre Pompei, i vostri Cesari e i vostri manufatti cromati (impregnati di ingredienti vitali).

Noi abbiamo le vostre accette insanguinate e le vostre Hiroshima…

Noi marciamo a dispetto dell'Inferno, noi marciamo…

Atrofia, Entropia, Proteus vulgaris,

raccontando barzellette sconce su una ragazza di campagna chiamata Eva e su un commesso viaggiatore chiamato Lucifero.

Noi seppelliamo i vostri morti e le loro reputazioni.

Noi vi seppelliamo. Noi siamo i secoli.

Nascete, allora, aspirate boccheggiando il veto, gridate alla sculacciata dell'ostetrico, cercate la virilità, assaggiate un po' di bontà, provate dolore, generate, lottate ancora un po', soccombete:

(Morendo, andatevene senza far rumore dalla porta posteriore, per favore).

Generazione, rigenerazione, ancora, ancora, come in un rito, con i vestimenti macchiati di sangue e le mani graffiate, figli di Merlino, a caccia di uno scintillio. Figli, anche di Eva, che ricostruiscono l'Eden per sempre… e che poi lo sfasciano a calci, in preda a pazzia furiosa benché, in qualche modo, non è lo stesso. Ahi! Ahi! Ahi!… un idiota grida la sua angoscia insensata fra le macerie. Ma presto! fate che il suo grido sia sommesso dal coro, che canta Alleluja a novanta decibel).

Ascoltate allora l'ultimo Cantico dei Fratelli dell'Ordine di Leibowitz, come venne cantato dal secolo che lo inghiottì:

V. — Lucifero è caduto.R. — Kyrie eleison.V. — Lucifero è caduto.R. — Christe eleison.V. — Lucifero è caduto.R. — Kyrie eleison, eleison imas!

LUCIFERO È CADUTO! Le parole in codice, trasmesse elettricamente attraverso il continente, furono sussurrate nelle sale delle conferenze, circolarono sotto forma di crocchianti promemoria timbrati SUPREME SEGRETISSIMO furono prudentemente tenute nascoste alla stampa. Le parole si levarono in una minacciosa marea dietro una diga di segretezza ufficiale. V'erano parecchie falle nella diga, ma le falle erano intrepidamente tappate da burocratici eroi i cui polpastrelli si gonfiavano spaventosamente, mentre schivavano le raffiche verbali sparate dalla stampa.

PRIMO GIORNALISTA: Qual è il commento di Vostra Signoria sulla dichiarazione di Sir Rische Thon Berker, secondo la quale il livello di radiazione sulla costa nordoccidentale è superiore di dieci volte al livello normale?

MINISTRO DELLA DIFESA: Non ho letto questa dichiarazione.

PRIMO GIORNALISTA: Se la si considerasse vera, che cosa potrebbe esserne considerata responsabile?

MINISTRO DELLA DIFESA: Questa domanda richiede una congettura. Forse Sir Rische ha scoperto un ricco deposito di uranio. No, cancellatelo. Non ho commenti da fare.

SECONDO GIORNALISTA: Vostra Signoria considera Sir Rische come uno scienziato competente e responsabile?

MINISTRO DELLA DIFESA: Non ha mai lavorato alle dipendenze del mio ministero.

SECONDO GIORNALISTA: Questa non è una risposta esauriente.

MINISTRO DELLA DIFESA: È molto esauriente, invece. Poiché non ha mai lavorato per il mio ministero, non ho modo di conoscere la sua competenza o responsabilità. Non sono uno scienziato.

UNA GIORNALISTA: È vero che recentemente è avvenuta una esplosione nucleare in un punto del Pacifico?

MINISTRO DELLA DIFESA: Come la signora sa bene, i test di armi nucleari di qualunque specie sono un crimine gravissimo e un atto di guerra, secondo l'attuale legge internazionale. Noi non siamo in guerra. Questo risponde alla vostra domanda?

LA GIORNALISTA: No, Vostra Signoria, no. Non ho chiesto se è stato effettuato un test. Ho chiesto se si è verificata una esplosione.

MINISTRO DELLA DIFESA: Noi non abbiamo provocato tale esplosione. Se fossero stati "loro" a provocarla, signora, credete che questo governo ne sarebbe stato informato?

(Risate educate).

LA GIORNALISTA: Questo non risponde alla mia…

PRIMO GIORNALISTA: Vostra Signoria. Il Delegato Jerulian ha accusato la Coalizione Asiatica di montare armi all'idrogeno nello spazio aperto, e afferma che il nostro Consiglio Esecutivo lo sa e non fa nulla in proposito. È vero?