Выбрать главу

Charlie sedette, stordito, e guardò il ledom rimanere ritto e osservare le etichette. All'improvviso, con sicurezza, tese le mani verso l'alto. «Noi siamo qui.» Agganciò le dita sottili in una delle fenditure e abbassò la mano. Dalla fenditura cominciò a uscire un diagramma: era largo circa un metro e lungo quasi due. Quando si abbassò, le luci della stanza si affievolirono leggermente, mentre l'immagine sul diagramma diventava più brillante. Mielwis alzò la mano e abbassò un secondo diagramma, poi sedette accanto a Charlie.

Ora la stanza era completamente buia, e i diagrammi rifulgevano di luce. Erano immagini colorate, di fronte e di profilo, di un ledom abbigliato soltanto della serica sporan che cominciava qualche centimetro sotto l'ombelico e scendeva allargandosi verso l'orlo inferiore fino a cinque o sei centimetri più su di mezza coscia, e si stendeva dalla parte anteriore d'una gamba alla parte anteriore dell'altra. Charlie ne aveva già viste, più corte e più lunghe di questa, rosse, verdi, azzurre, purpuree e candide, ma doveva ancora vedere un ledom che ne fosse privo. Era evidentemente un tabù fondamentale, e non fece commenti.

«Ora sezioneremo» disse Mielwis, e in qualche modo che Charlie non riuscì a percepire, fece mutare i diagrammi: blip! E la sporran era scomparsa, insieme alla pelle sottostante, ed erano esposte la fascia e le fibre muscolari della parete addominale. Con una lunga bacchetta nera magicamente comparsa, Mielwis indicò gli organi e le funzioni che descriveva. La punta della bacchetta era, a volontà, un ago, un cerchio, una freccia e una specie di mezza parentesi, e il linguaggio era conciso intimamente connesso alle domande di Charlie.

E Charlie ne fece di domande! Il suo imbarazzo era ormai scomparso, e avevano preso il sopravvento due delle sue caratteristiche più radicate: l'una, il risultato delle sue letture e delle sue indagini onnivore, indisciplinate, instancabili; l'altra, le grandi lacune che erano rimaste nella sua pur considerevole cultura. L'una e l'altra caratteristica apparivano ora molto più drastiche di quanto avesse creduto; sapeva molto di più di quanto sapesse di sapere, e possedeva ignoranza e informazioni errate in misura dieci volte superiore rispetto a quello che aveva immaginato.

I particolari anatomici erano affascinanti, come lo sono spesso, e per la solita ragione che stordisce chiunque sia capace di stupirsi; per l'ingegnosità, l'inventiva, l'efficiente complessità d'una cosa vivente.

In primo luogo, i ledom avevano chiaramente entrambi i sessi in forma attiva. L'organo intromittente era radicato molto indietro, in quella che nell'homo sapiens potrebbe essere chiamata fossa vaginale. La base dell'organo aveva, da ogni parte, un os uteri, che si apriva sulle due cervici, perché i ledom avevano due uteri, e generavano sempre due gemelli. In erezione, il phallos discendeva ed emergeva; quando era flaccido era completamente rinchiuso e, a sua volta, conteneva l'uretra. L'accoppiamento era reciproco… in realtà, sarebbe stato virtualmente impossibile in qualsiasi altro modo. I testicoli non erano né interni né esterni, ma superficiali: si trovavano all'altezza dell'inguine, proprio sotto la pelle. E c'era una meravigliosa riorganizzazione dei plessi nervosi, almeno due nuove serie di muscoli sfinterei, e una complicata ridistribuzione di certe funzioni, come quelle delle ghiandole di Bartolini e di Cowper.

Quando Charlie fu completamente sicuro di avere ottenuto tutte le risposte che gli interessavano e quando non riuscì a pensarne altre, e quando Mielwis ebbe esaurito le sue spiegazioni, quest'ultimo toccò i due diagrammi con il dorso della mano, e i diagrammi scivolarono verso l'alto e scomparvero nelle loro fenditure, mentre le luci si riaccendevano.

Charlie rimase seduto in silenzio per un istante. Ebbe una visione di Laura… di tutte le donne… di tutti gli uomini. Biologia, ricordò, senza ragione; usavano i simboli astronomici di Marte e di Venere per indicare il maschio e la femmina… Cosa diavolo avrebbero usato per questi? Marte più y? Venere più X? Saturno capovolto? Poi girò lo sguardo verso Mielwis, battendo le palpebre. «Ma, in nome di tutto ciò che è sacro, in che modo l'umanità si è ridotta così?»

Mielwis rise indulgente, e si rivolse di nuovo verso lo scaffale. Anche dopo quella dimostrazione, Charlie continuò a pensare a Mielwis come a un “lui”… che era una comoda traduzione di quel pronome ledom privo di genere. Mielwis cominciò a camminare avanti e indietro. Charlie attese paziente qualche nuova rivelazione, ma Mielwis emise un grugnito annoiato e si diresse in un angolo, dove posò una mano su uno degli onnipresenti ghirigori irregolari. Una voce esile disse educatamente: «Sì, Mielwis?»

Mielwis disse: «Tagin, dove hai registrato le dissezioni dell'homo sapiens

La voce fievole si fece udire di nuovo: «Negli archivi, sotto Primati Estinti».

Mielwis ringraziò la voce e girò attorno a un altro banco pieno di fenditure. Trovò quello che cercava. Charlie si alzò, a un suo cenno, e gli si avvicinò, e il lettuccio lo seguì, obbediente. Mielwis fece abbassare altri diagrammi; e si sedette.

Le luci si smorzarono, si spensero; i diagrammi fiammeggiarono.

«Ecco le dissezioni dell'homo sapiens, maschio e femmina» cominciò Mielwis. «E tu hai descritto i ledom come “malridotti”. Voglio mostrarti quanto piccolo sia stato, in realtà, il cambiamento.»

Cominciò una bella dimostrazione dell'embriologia degli organi riproduttivi umani, mostrando quando erano simili le formazioni prenatali degli organi sessuali, e alla fine dimostrò quanto rimanevano simili. Ogni organo del maschio aveva il suo corrispondente nella femmina.

«E se tu non provenissi da una civiltà così assolutamente concentrata su differenze che in se stesse non erano drastiche, ti accorgeresti di quanto erano minime, in realtà, queste differenze.» Era la prima volta che aveva sentito un ledom fare riferimento all'homo sapiens.

Continuò con alcuni diagrammi che mostravano condizioni patologiche. Dimostrò in che modo, grazie a semplici procedimenti biochimici, un organo poteva venire atrofizzato e un altro poteva giungere a una funzione che aveva svolto in tempi antichissimi. Si poteva fare sì che un uomo desse latte, che a una donna crescesse la barba. Dimostrò che il progesterone era normalmente secreto dai maschi, e il testosterone dalle femmine, anche se in quantitativi molto limitati.

Continuò a mostrare immagini di altre specie, per dare a Charlie un'idea della varietà che, in natura, ha l'atto della riproduzione; l'ape regina, che si accoppia in volo, e che poi ha in sé una sostanza capace di fecondare letteralmente centinaia di migliaia di uova, letteralmente per generazioni e generazioni; le libellule, nell'alata danza d'amore, con i corpi snelli piegati a U in forma di un cerchio quasi perfetto, che vorticano e planano sulle paludi; e certi rospi, la cui femmina depone le uova entro larghi pori sul dorso del maschio; i cavallucci marini, i cui maschi mettono al mondo i piccoli; certe varietà di polipi che, in presenza dell'amata, agitano un tentacolo la cui estremità si spezza e nuota da sola, fino alla femmina che, se accetta, la avvolge, e se no, la divora. Quando ebbe finito, Charlie era disposto ad ammettere che, nell'immensa varietà della natura, la differenza tra i ledom e l'homo sapiens non era né eccessivamente insolita né particolarmente drastica.

«Ma che cosa è successo?» chiese, quando ebbe riflettuto. «Come è accaduto tutto questo?»

Mielwis rispose con una domanda: «Che cos'è uscito per primo dal fango, per respirare aria invece che acqua? Che cos'è sceso per primo dagli alberi e ha raccolto un ramo per usarlo come strumento? Quale specie di bestia ha scavato per prima un buco nel terreno e vi ha lasciato deliberatamente cadere un seme? È accaduto, ecco tutto. Queste cose accadono…».