«No» disse Seace, vivacemente. «Non piove.»
Chiarlie alzò lo sguardo verso lo splendore offuscato. «Cosa?»
Seace gli si avvicinò, alzò lo sguardo a sua volta. «Tu stai guardando l'interno di una bolla a campo-A.
«Vuoi dire…»
«Sicuro, tutta Ledom è sotto una cupola. La temperatura è controllata, l'umidità è controllata, le brezze soffiano quando lo vogliamo noi.»
«E non c'è notte…»
«Non dormiamo, quindi, perché preoccuparcene?»
Charlie aveva sentito dire che probabilmente il sonno era una tendenza innaturale, ereditata dagli abitatori delle caverne che erano necessariamente obbligati a starsene accoccolati immobili nelle grotte durante le ore di buio per evitare i carnivori notturni; secondo quella teoria, la capacità di perdere coscienza e di rilassarsi durante quei periodi era diventata un fattore di sopravvivenza.
Tornò a guardare il cielo. «E fuori cosa c'è, Seace?»
«È meglio lasciarne la spiegazione a Philos.»
Charlie cominciò a sogghignare, poi il suo sorriso si spezzò. Quel rimandarlo da un esperto all'altro sembrava avvenire sempre quando sfiorava l'argomento della fine della razza umana così come l'aveva conosciuta lui.
«Dimmi solo una cosa, in… ecco, in teoria, Seace. Se il campo-A è trasparente alla luce, dovrebbe essere trasparente anche alle radiazioni, no?»
«No» disse Seace. «Te l'ho detto… è quello che noi vogliamo che sia, e possiamo anche renderlo opaco.»
«Oh» disse Charlie. Distolse lo sguardo dal cielo e sospirò.
«Questo per quanto riguarda gli effetti statici» disse vivacemente Seace. Charlie apprezzò la sua comprensione. «In quanto alla dinamica… te l'ho detto, questo campo può fare tutto ciò che possono fare il motore elettrico e l'elettricità. Vuoi muovere del terreno? Regola un campo analogo così sottile che si insinui tra le molecole e fallo affondare nel fianco di una collina. Espandilo di pochi millimetri, e fallo indietreggiare. Ecco il badile pieno… ma il badile è grande quando vuoi tu, e il tuo analogo può venire spostato ovunque tu voglia. In questo modo si può manovrare qualsiasi cosa. Un uomo può controllare e creare forme per fondamenta e pareti, per esempio, e può rimuoverle facendo sì che cessino di esistere. E non ti servi di un miscuglio di sabbia e di composti chimici; il campo-A può omogeneizzare in pratica qualsiasi cosa.» Batté la mano sulla colonna incurvata, simile a cemento, a fianco della finestra.
Charlie, che un tempo aveva guidato un bulldozer, cominciò a complimentarsi con se stesso per la sua precedente decisione di lasciarsi soltanto impressionare, ma non sbalordire, dalla tecnologia. Ricordò quando aveva guidato un Allis Chalmers HD-14 all'officina dei trattori per far saldare un angolo nuovo alla lama, e lungo la strada un capo operaio l'aveva fermato e gli aveva chiesto di coprire una trincea. Mentre gli spalatori si toglievano di mezzo, lui aveva riempito e ribattuto una trincea lunga trenta metri in una sola passata, in circa novanta secondi… un lavoro che avrebbe impegnato quei sessanta uomini per il resto della settimana. Dato lo strumento adatto, un uomo esperto vale per cento, per mille, per diecimila uomini.
Era difficile, ma non impossibile, immaginare qualcosa come il Centro Medico, alto più di quattrocento piedi, che veniva eretto in una settimana da tre uomini soltanto.
«E ancora per quanto riguarda la dinamica. Un campo-A appropriato può equivalere ai raggi X per quanto riguarda il controllo del cancro e gli effetti di mutazione genetica… ma senza provocare ustioni e altri effetti secondari. Immagino che tu abbia notato le nuove piante.»
E anche tutta la gente nuova disse Charlie, ma lo disse tra sé.
«Quell'erba là fuori? Nessuno la falcia; è così, e basta. Con il campo-A noi trasportiamo qualsiasi cosa, lavoriamo il cibo, confezioniamo i tessuti… oh, tutto; e il consumo di energia è veramente trascurabile.»
«Che genere di energia è?»
Seace si tirò leggermente il naso dalle narici equine. «Hai mai sentito parlare di materia negativa?»
«E la stessa cosa dell'antimateria… dove l'elettrone ha una carica positiva e il nucleo è negativo?»
«Tu mi sorprendi! Non sapevo che foste arrivati così lontano.»
«Certi tali che scrivevano fantascienza ci erano arrivati.»
«Bene. Ora, sai cosa accade se la materia negativa viene a contatto con la materia normale?»
«Blam! Un botto gigantesco.»
«Esatto… tutta la massa si trasforma in energia, e con una piccolissima massa, si ottiene comunque una grande quantità di energia. Ora: il campo-A può costruire un analogo di qualsiasi cosa, persino d'una piccola massa di materia negativa. È sufficiente operare una trasformazione con la materia normale e liberare energia… tutta quella che vuoi. Così… tu costruisci un campo analogo con un eccitatore elettrico. Quando cominci a cedere, un semplice afflusso addizionale lo spinge a mantenersi, e avanza anche molta energia da sfruttare.»
«Non pretendo di capirlo» sorrise Charlie. «Mi limito a crederlo.»
Seace sorrise a sua volta e disse, con ironica severità: «Tu sei venuto qui per discutere di scienza, non di religione». E proseguì di nuovo, vivacemente. «E adesso basta con il campo-A, d'accordo? D'accordo! Quello che volevo farti osservare è che, in se stesso, è semplicissimo e può fare quasi tutto. Prima ti ho detto… o se non te l'ho detto avevo comunque intenzione di dirtelo… che tutta Ledom ha, come chiavi di volta, due cose molto semplici, e il campo-A è la prima. L'altra… l'altra ha il nome di cerebrostilo.»
«Lascia che indovini.» Tradusse il termine in inglese e stava per dire: “Una nuova moda in fatto di cervelli?”. Ma quella battuta non avrebbe attaccato, a Ledom. “Stile” era una parola e un concetto, a Ledom, ma non era la stessa parola del suffisso di “cerebrostilo”. Questa, invece, dava la sensazione di stylus, di un mezzo per scrivere. «Qualcosa con cui scrivere sui cervelli.»
«Ci sei quasi arrivato» disse Seace. «Non del tutto… È qualcosa su cui scrive un cervello. Ecco… mettiamola così. La sua prima funzione è venire impressionato da un cervello. E può venire usato… ed è usato… per imprimere nozioni in un cervello.»
Charlie sorrise, confuso. «Farai meglio a dirmi prima che cos'è.»
«Solo un po' di materia colloidale in una scatola. Questa, naturalmente, è una semplificazione eccessiva. E per continuare a semplificare all'eccesso, quando è collegato a un cervello fa una registrazione sinaptica di qualsiasi sequenza particolare venga svolta da quel cervello. Probabilmente tu sai abbastanza sul processo di apprendimento per sapere che la semplice formulazione di una conclusione non basta per insegnare qualcosa. Per una mente incolta, la mia dichiarazione che l'alcol e l'acqua si interpenetrano a livello molecolare potrebbe essere accettata per fede, ma non in altro modo. Però se io arrivassi a questo passo passo, se lo dimostrassi misurando quantità uguali di acqua e di alcol e poi mischiandole, e se mostrassi che il risultato è inferiore al doppio della misura originale, allora la mia affermazione comincerebbe ad avere senso.
“E per andare oltre, per raggiungere una vera comprensione, io devo essere certo che la mente in questione conosca i concetti 'alcol', 'acqua', 'misura', e 'mescolare', e inoltre che è contrario al genere di ignoranza noto come senso comune il fatto che eguali quantità di due fluidi si aggreghino in una quantità inferiore al doppio del quantitativo originale. In altre parole, ogni conclusione deve essere preceduta da una serie logica e consistente completamente basata su prove ed osservazioni precedenti.
“E supponiamo che il cerebrostilo assorba certe sequenze dalla mia mente e le trasferisca alla tua; non sarà la semplice presentazione di un totale, una conclusione, ma l'instillazione dell'intera sequenza che conduce a questa conclusione. Avviene quasi instantaneamente, e tutto quello che si richiede alla mente ricevente è di connetterlo a quanto aveva appreso in precedenza. E, sia detto per inciso, si tratta di un'operazione molto impegnativa.»