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«Non sono stata io a lasciarlo fare, è stato lui. Mi ha morso.»

C'è un intervallo durante il quale Davy sembra rendersi conto che ha fatto qualcosa di punibile; non c'è bisogno di insegnargli in che modo cavarsela, e se la cava piangendo e facendosi consolare con un ghiacciolo al lampone e un tramezzino di gamberetti. Il ghiacciolo che all'inizio è montato su un bastoncino, presenta un problema in proprio; dopo averlo guardato per un attimo afflosciarsi sulle sue dita informicolite ma apparentemente calde, e sgocciolare precisamente sulla cucitura dei calzoni, Herb risolve il problema mettendoselo in bocca intero, il che gli fa dolere la radice del naso e induce Davy a sostenere che è stato derubato. Questo non provoca una crisi, comunque, perché le luci si abbassano e lo schermo si riaccende per il secondo film.

«Finalmente qualcosa per Davy» dice Herb, dopo il secondo minuto. «Perché non danno prima il western e risparmiano ai nostri bambini di dover vedere roba di quel genere?»

«Siediti sulle mie ginocchia, tesoro» dice Jeannette. «Vedi bene?»

Davy vede bene la zuffa sull'orlo del precipizio, il corpo che cade, il vecchio che giace agonizzante ai piedi del precipizio, il malvagio cow-boy che si piega su di lui, il filo di vivido sangue rosso che sgorga dalla bocca del vecchio. «Sono… Chuck… Fritch… aiutami!» La risata del malvagio cow-boy. «Tu sei Chuck Fritch, dunque; è quello che volevo sapere!» e poi il gesto con il quale estrae la .45, gli spari ruggenti, le contorsioni del corpo del vecchio mentre i proiettili affondano in lui e le sue smorfie d'agonia, il sogghigno sul viso del malvagio cow-boy mentre calpesta la faccia del vecchio, e questa è l'unica inquadratura che non mostrano, ma poi lo puoi vedere mentre sospinge a calci il cadavere lungo il canyon.

Dissolvenza su una strada di terra battuta con i marciapiedi di legno. Herb dice pensieroso: «Già, domani telefonerò, ecco cosa farò, gli chiederò perché non danno prima il western».

Andarono nella casa di Wombrew, il cui cortile era circondato da un forte, intricato intreccio di vimini, essenzialmente una fila di pali conficcati nel terreno e tenuti insieme da viticci intessuti; Wombrew, un giovane adulto dal naso aquilino, mostrò a Charlie che non si trattava semplicemente di una staccionata, ma faceva parte integrale della casa, perché anche le pareti erano costruite in quel modo, ed erano intonacate con un fango argilloso che si trovava nei dintorni (l'eterna costruzione di fango e di canne) e che, quando si era seccato completamente, era stato rivestito di una specie di calce che non era bianca ma viola.

Il tetto era coperto di paglia, e vi era stata piantata l'erba fittissima che si trovava in tutta Ledom. La casa era incantevole, specialmente all'interno, perché il fango e le canne non sono obbligati ai compromessi imposti alle travi di legno, e più le pareti sono curve, più sono stabili, così come un pezzo di carta incurvata riesce a reggersi lungo un orlo. Gorcid e Nasive e i loro figli accompagnarono Charlie e l'aiutarono a scoprire i tesori di Wombrew.

Andarono nella casa di Aborp, che era stata costruita in terra battuta: erano state smontate delle forme di legno riempite di terra bagnata, che era stata poi battuta a mano con l'estremità d'un pesante tronco manovrato da quattro robusti ledom ritti sulla sommità delle forme lignee. Quando la terra si era asciugata, le forme erano state rimosse. Come l'edificio di canne, anche questo aveva una linea molto flessuosa. Grocid e Nasive e i loro figli e Wombrew e i suoi figli li accompagnarono.

Si recarono alla casa di Obtre, che era fatta di pietra tagliata, e costruita in ambienti quadrati. Ogni ambiente aveva il suo tetto a cupola, fatto con grande semplicità. Riempivi le quattro pareti di terra, fino alla sommità, davi alla terra una forma adeguatamente arrotondata, e vi stendevi sopra uno strato di intonaco spesso una trentina di centimetri. Quando l'intonaco era sistemato, toglievi tutta la terra. Dicevano che una casa del genere, con quel tetto, poteva durare mille anni. Obtre e i figli di Obtre si unirono alla comitiva.

Edec aveva una casa di tronchi ornata di muschio. Wiomor ne aveva una all'interno d'una collina, che era in parte costruita e rivestita con legno lucidato a mano, in parte tagliata nella roccia viva. Piante aveva una casa di pietra con un tetto di fango, e tutte le pareti erano coperte di tappezzerie splendide: non erano disposte a tendaggio, ma erano applicate piatte, in modo che si potessero vedere bene i loro disegni meravigliosi; e Charlie vide il telaio fatto a mano su cui quelle tappezzerie erano state tessute e per un po' guardò Piante e il suo compagno che azionavano il telaio, mentre due bambini manovravano la spola. Anche Piante, il suo compagno e i suoi figli si unirono alla compagnia, e così fecero le famiglie di Wiomor e di Edec; e mentre attraversavano i giardini, adulti nei loro indumenti vivaci, bambini che parevano portati dal vento e adolescenti dalle lunghe gambe uscivano dai campi e dagli orti, lasciavano cadere le zappe e i picconi, abbandonavano i coltelli e i falcetti, e si univano a loro.

Via via che cresceva la folla, cresceva la musica. Non divenne mai chiassosa; divenne soltanto più ampia.

Così alla fine, la moltitudine che continuava a crescere intorno a Charlie Johsn, dopo il giro di visite, giunse sul luogo dell'adorazione.

Jeannette si agita, infelice, sul letto bene ordinato. È pomeriggio.

Che cosa mi ha spinto a comportarmi così?

Ha appena scacciato un commesso viaggiatore di articoli per la casa. Il che, in se stesso, non è un male. Nessuno chiede a questi castori impazienti di suonare il tuo campanello e devono accettare di correre certi rischi. Nessuna donna in pieno possesso delle sue facoltà mentali comprerebbe qualcosa che non le serve, e ormai tu devi avere chiaro in testa quello che non vuoi, e ricordartene, altrimenti quelli ti manderanno in rovina, ti dissangueranno.

Non è per questo; è stato il modo in cui lei ha mandato via quell'uomo. Si è già comportata così altre volte e senza dubbio lo farà ancora, ed è questo che le dà la sensazione di essere così perversa.

Era necessario che fosse così brusca?

Era necessario che usasse quello sguardo gelido, quelle parole fredde, la porta non-proprio-sbattuta-ma-quasi? Nessuno di quei gesti erano tipici di lei, di Jeannette. Non avrebbe potuto farlo (sbarazzarsi di quell'uomo, cioè) comportandosi come Jeannette, e non come il personaggio di una parodia della dura vita d'un commesso viaggiatore?

Certo che avrebbe potuto.

Si leva a sedere. Forse è il momento di pensarci bene, così quella sensazione non l'infastidirà più.

Lei si è sbarazzata di venditori importuni, ed è riuscita a togliersi altre volte da situazioni simili comportandosi come Jeannette. Un sorriso, una piccola bugia, qualche parola sul bambino che si sta svegliando o mi sembra di sentir suonare il telefono; facile, senza far male a nessuno. Mio marito ne ha comprato uno proprio l'altro ieri. Oh, vorrei che fosse venuto la settimana scorsa; ne ho appena vinto uno. Chi poteva darle della bugiarda? Quelli se ne vanno e nessuno ci resta male.

Ma poi, ogni tanto, come adesso, lei arriccia le labbra e sputa un ghiacciolo. E, come adesso, resta ferma vicino alla porta non-proprio-sbattuta-ma quasi e si morde le unghie di corallo e poi va a sbirciare, senza farsi vedere, attraverso la tenda di marquisette, e sta attenta a non muoversi e a non toccarla; e capisce, dal modo in cui l'uomo si allontana lungo il viottolo, che c'è rimasto male. Anche lei c'è rimasta male, e chi ci guadagna qualcosa?

Jeannette si sente perversa.