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— Un ruhm filtrato — ordinò.

Vanna Marshak si protese verso di lui. Portava un profumo tenue, che lui non conosceva. — Perché lo ha condotto al tempio della Confraternita? — gli domandò.

Kirby trangugiò il liquore come se fosse un succo di frutta. — Voleva vedere che cosa facevano i vorsteriani e io l’ho accompagnato.

— Da come lo dice, ne deduco che lei non approva la nostra religione.

— Per la verità non ho un’opinione precisa sul vostro movimento. Non ho ancora avuto il tempo di rifletterci sopra.

— Questo non è vero — ribatté lei sicura di sé. — Lei in realtà è convinto che si tratti di una delle tante sette deliranti che sono sorte negli ultimi anni, non è così?

Kirby ordinò un altro drink. — D’accordo — ammise. — È così. Ma è un’opinione superficiale, perché non conosco l’argomento.

— Non ha letto il libro di Vorst?

— No.

— Se gliene do una copia, la leggerà?

— Provi a immaginare — disse. — Un adepto con il cuore d’oro. — Poi scoppiò a ridere. Si sentiva di nuovo ubriaco.

— Non lo trovo affatto divertente — ribatté la ragazza. — Lei è contrario anche agli interventi di chirurgia plastica, vero?

— Mia moglie si era fatta rifare completamente il viso. Quando era ancora mia moglie. Io mi arrabbiai così tanto, che mi piantò. È successo tre anni fa. Adesso è morta. Lei e il suo amante erano a bordo di un razzo che è precipitato al largo della Nuova Zelanda.

— Mi dispiace immensamente — disse Vanna Marshak. — Sa, non mi sarei mai sognata di sottopormi a un intervento di plastica, se allora avessi conosciuto Vosrt. Ero una persona fragile. Insicura. Oggi, invece, so chi sono e che cosa voglio, ma ormai è troppo tardi per riavere indietro la mia faccia. In ogni caso penso di essere abbastanza carina lo stesso.

— Deliziosa — confermò Kirby. — Mi parli di Vorst.

— È molto semplice. Il suo fine ultimo è quello di restaurare quei valori spirituali in cui il mondo non crede più. Vuole che gli uomini imparino a riconoscere la loro comune natura e a perseguire obiettivi più elevati.

— Che si esprimono nel fissare la radianza di Cerenkov in squallidi stanzoni — disse Kirby.

— Il Fuoco Azzurro è solo di contorno. Ciò che conta è il messaggio interiore. Vorst vuole che gli uomini conquistino le stelle. Vuole che usciamo dall’incertezza e dalla confusione e che mettiamo a frutto i nostri veri talenti. Vuole salvare gli esperiani che impazziscono ogni giorno, imbrigliarli, come l’acqua in una diga, e sfruttare le loro potenzialità per poter compiere il prossimo importantissimo passo nella storia del progresso umano.

— Capisco — disse Kirby serio. — Che sarebbe?

— Gliel’ho detto. Conquistare le stelle. Pensa che possiamo accontentarci di Marte e di Venere? Ci sono milioni di pianeti nello spazio che aspettano che l’uomo scopra il modo di raggiungerli. Vorst è convinto di esserci riuscito. Ma per questo è indispensabile che tutti noi uniamo le nostre energie mentali, in una sorta di fusione cosmica… Be’, lo so che tutto questo suona un po’ mistico. Però Vorst è nel giusto. Il suo sistema funziona. Per lo meno guarisce le anime afflitte. Che è l’obiettivo che perseguiamo nel breve periodo: la comunione, il bendare le ferite, mentre il nostro obiettivo a lungo termine è la conquista delle stelle. Certo, per raggiungere questo scopo, dobbiamo in primo luogo superare gli attriti fra i pianeti, convincere i marziani a essere più tolleranti e poi, in qualche modo, riprendere i contatti con gli abitanti di Venere, se in loro è rimasto ancora qualcosa di umano. …Lo vede che la nostra religione offre prospettive concrete, che non è soltanto un insieme di riti feticistici, che non è un imbroglio?

Ma Kirby non riusciva a vederci niente di ciò che diceva Vanna. Gli sembrava soltanto un’accozzaglia di idee confuse e incongruenti. Vanna Marshak aveva una voce dolce e persuasiva e c’era una serietà in lei che la rendeva attraente. Riusciva perfino a perdonarle di aver permesso a quei cani di ridurle il viso così. Ma quando si trattava di Vorst…

Il comunicatore che aveva in tasca suonò. Era un segnale di Ridblom, che significava che doveva mettersi immediatamente in contatto con l’ufficio. Kirby si alzò.

— Mi scusi un attimo — disse. — Si tratta di una questione urgente.

Barcollando, attraversò la sala bar, si ricompose, trasse un profondo respiro ed entrò nella cabina. Infilò la targhetta nella fessura e, con dita tremanti, digitò il codice.

Sullo schermo si materializzò il volto di Ridblom.

— Abbiamo trovato il tuo uomo — annunciò blandamente il funzionario della Sicurezza.

— Vivo o morto?

— Vivo, sfortunatamente. È a Chicago. È passato al Consolato Marziano, si è fatto prestare mille dollari dalla moglie del console e, come se ciò non bastasse, ha cercato di violentarla. Ma, per fortuna, la signora è riuscita a sbarazzarsi di lui e ha chiamato la polizia. E la polizia ci ha avvertito. Al momento abbiamo una squadra di cinque uomini sulle sue tracce. È diretto a un tempio vorsteriano in Michigan Boulevard ed è ubriaco fradicio. Dobbiamo intercettarlo?

Kirby si morse un labbro in preda all’angoscia. — No, no. In ogni caso gode dell’immunità. Lasciate fare a me. C’è un elicottero libero nell’eliporto dell’O.N.U.?

— Sì, certo. Ma ti ci vorranno quaranta minuti per raggiungere Chi, e…

— Sì, lo so, è un sacco di tempo. Adesso ascolta bene quello che devi fare: cerca la più bella esperiana di tutta Chicago, magari un’empatica; un tipo sexy, possibilmente un’orientale, come quella che ha avuto quella crisi a Kyoto, la settimana scorsa. Fa in modo che incontri Weiner prima che lui raggiunga il tempio. Dovrà sfoderare tutto il suo fascino e fare in modo di trattenerlo fino al mio arrivo. E se per farlo dovrà perdere il suo onore, assicurale che verrà ampiamente ricompensata. Se non riesci a trovare un’esperiana, prendi una donna poliziotto con grandi capacità di persuasione o qualcosa di simile.

— Non vedo la necessità di tutto ciò — rispose Ridblom. — I vorsteriani sono perfettamente in grado di badare a se stessi. Ho sentito dire che conoscono una tecnica misteriosa per mettere fuori gioco chiunque li infastidisca…

— Sì, lo so, Lloyd. Ma questa sera lo hanno già messo K.O. una volta e, per quel che ne so, una doppia dose di quel trattamento nell’arco di poche ore potrebbe essergli fatale. E noi finiremmo nei guai. Per cui devi intercettarlo.

Ridblom scrollò le spalle. — Sarà fatto.

Kirby uscì dalla cabina. Era di nuovo perfettamente sobrio. Vanna Marshak era seduta al bar, dove l’aveva lasciata. A quella distanza e in quella luce c’era qualcosa di quasi bello nella sua deturpazione.

Lei gli sorrise. — Novità?

— L’hanno trovato. Non so come è riuscito ad arrivare a Chicago e, a quanto sembra, ha intenzione di scatenare il putiferio anche nella cappella vorsteriana di quella città. Devo andare ad acchiapparlo prima che combini qualche altro pasticcio.

— Sia gentile con lui, Ron. È un uomo pieno di problemi. Ha bisogno di aiuto.

— Tutti ne abbiamo bisogno, non crede? — Poi sbatté le palpebre. All’improvviso l’idea di fare il viaggio da solo fino a Chicago gli parve orribile. — Vanna? — domandò.

— Sì?

— Ha qualche impegno nelle prossime due ore?

cinque

L’elicottero volava a punto fisso sull’allegria spumeggiante di Chicago. In lontananza, Kirby vide il grande specchio lucente del Lago Michigan e gli splendidi grattacieli di altezza chilometrica che sorgevano lungo le sue sponde. Sopra di lui risplendeva l’indicatore temporale locale, color verde pallido a strisce blu scuro: