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— Ah, sì? E dove intendete sistemarle? Nella mia camera da letto?

Il dottor Fiori si interruppe, stupito. — Be’, no. Non è che siano poi così ingombranti. Di certo potrete metterci a disposizione una cella.

— Dottor Fiori, Averno non è un istituto di ricerca. La gente viene mandata qui per punizione, non per far da cavia. Non sono sicuro che il vostro progetto sia interamente legale.

— Legalità… — Il dottor Fiori proruppe in una risata incredula. — La donna è pazza. Non dovrebbe nemmeno esserci, su Averno.

— È stata processata e condannata secondo le leggi del GLM. La legge non parla di esperimenti su detenuti.

— Direttore Klyos, la tratteremo con la stessa cura riservata ai nostri pazienti.

— E allora perché non vi servite di un vostro paziente? — Colse il dottor Fiori a bocca aperta, in cerca della risposta adatta, e aggiunse scandendo bene le parole: — Dottor Fiori, questa conversazione viene registrata per l’archivio di Averno. Io non ho conversazioni private. Tutte le conversazioni riguardanti i detenuti possono essere usate in tribunale come prova a qualsiasi titolo.

Il dottor Fiori si ricordò finalmente di chiudere la bocca. — È una minaccia? — chiese, disorientato. — Ho fatto qualcosa di sbagliato?

Jase si appoggiò allo schienale della poltrona. — No. Vi ho solo detto una cosa che non sapevate. Abbiamo istruzioni ben precise su come trattare i detenuti, qui. Il GLM non apprezza che si infrangano i regolamenti. Il GLM non gradisce che qui si prendano iniziative non pianificate in precedenza da loro. Allora, voi volete servirvi di un nostro detenuto a vita per provare un biocomputer ancora allo stadio sperimentale. Io sono tutto sommato un uomo semplice. Potete spiegarmi in linguaggio elementare di che si tratta?

— Be’… — Il rapido flusso di parole lasciò posto a un’attenta concentrazione. — L’apparecchiatura trasforma gli impulsi chimici, nervosi ed elettrici del cervello in immagini su uno schermo. L’abbiamo chiamata la Macchina dei Sogni. Mi spiego. Supponiamo che vi mostri una pagnotta. La Macchina dei Sogni effettua una registrazione della vostra reazione. Vi mostra migliaia di immagini e registra le vostre reazioni. Poi, quando pensate o sognate, la Macchina può accoppiare gli schemi prodotti dal vostro cervello con le immagini che ha già immagazzinato, e tradurre in immagini la vostra attività cerebrale. Vi sembra una cosa pericolosa?

— Mi sembra affascinante.

La voce del dottor Fiori perse la debole traccia di diffidenza. — Naturalmente il linguaggio è inevitabilmente poco preciso. Voi e io non potremmo mai immaginare la medesima pagnotta. Ma non è possibile perfezionare ulteriormente la Macchina dei Sogni in modo che sia d’aiuto ai nostri pazienti senza servirci di una cavia. E Nuovorizzonte, che pur ricevendo qualche aiuto dal GLM non è un’istituzione governativa…

— Vi preoccupate delle conseguenze legali.

— Esattamente.

La franchezza della risposta strappò a Jase un sorriso. — Per cui volete servirvi di un ergastolano privo di diritti legali sulla Terra. Scommetto che parecchi detenuti dell’Anello Scuro sono candidati potenziali per Nuovorizzonte. Perché proprio lei?

— Perché lei… perché ricordo il suo processo. Usava un linguaggio personale, particolarmente immaginifico, ricco di simbologia. Lei è perfetta. E non ha famiglia.

— Secondo i documenti, ha una sorella sulla Terra. Non schedata, e senza residenza conosciuta. In sette anni nessuno ha cercato di comunicare con la detenuta. Né lettere, né telefonate, né richieste di lasciapassare per visitatori. Nemmeno gli auguri di Natale dagli avvocati. Niente.

— È una derelitta. Nessuno si cura di lei. Può essere impiegata per aiutare altri pazienti. Forse addirittura curata.

— Spero di no — disse Jase bruscamente. — Per il suo bene. Incurabile o curata, non lascerà mai più l’Anello Scuro. — Si interruppe. Il viso stanco sullo schermo attese con aria speranzosa. — Bene. Dipendesse da me, la lascerei in pace. Da pazza ha ucciso, da pazza è stata incarcerata… la punizione riguarderebbe sempre lo stesso tipo di personalità. Ma non dipende da me. Non posso darvi il permesso.

— Ah.

— Non ho l’autorità di prendere una decisione del genere. E c’è un altro punto. Se otterrete il permesso, probabilmente riusciremo a trovare un posto per le vostre apparecchiature. Ma lo spazio per il personale sarà limitato, e non posso lasciarvi adoperare il nostro computer.

— La Macchina dei Sogni è autosufficiente. Però — aggiunse il dottor Fiori in tono piuttosto lamentoso — adesso a chi devo rivolgermi?

— Fatemi pensare… Qualcuno dell’UIGLM. Ah. — Sorrise. — Chiedete a Darrel Collins. Lui sa certamente a chi dovreste rivolgervi. Gli dirò di aspettarsi una chiamata da parte vostra. Penso che mi debba un favore.

Rispose con un brontolio di impazienza ai ringraziamenti del dottor Fiori e passò alla chiamata successiva, l’Ufficio Investigativo del Governo Libero Mondiale. Come sospettava, Collins si guardò bene dall’ammettere che gli doveva favori. Invece chiese in cambio ospitalità per se stesso e per tre legali, e un’ora di conversazione privata in una stanza chiusa con un certo Harl Tak, detenuto nell’Anello Chiaro, condannato a 49 anni, sentenza non commutata, capo di una gang di spacciatori di sabbia d’argento. Jase gli diede un codice d’entrata e il nominativo del dottor Fiori; e scoprì, mentre il viso di Collins svaniva dallo schermo, che dall’intercom una decina di spie luminose ammiccavano verso di lui. Mezz’ora dopo risollevò lo sguardo, e si trovò davanti alla scrivania Jeri Halpren.

— Ah — disse senza entusiasmo.

— Sono le dieci.

— Devo…

— Avete promesso — disse Jeri, inflessibile. — La chiamata è in lista. Sta per arrivare. — Sbatté le palpebre una volta, con aria nervosa, e aggiunse: — Volete sapere con chi parlerete?

Jase ingoiò un’imprecazione. — Non me ne frega niente.

— Sidney Halleck. — Si interruppe. Dopo qualche istante Jase sospirò.

— Chi?

Jeri smise di sorridere. — Sidney Halleck. — Poi si sporse sulla scrivania di Jase e cominciò: — È un’autorità sulle influenze uditive ambientali, raccomandato dall’ufficio artistico del GLM nonché dall’Ente istituzioni sociali del GLM. Musicologo, compositore, inventore; possiede la più vasta collezione mondiale di strumenti musicali, e ha progettato il Constellation Club del Settore Costadoro, di cui è anche proprietario…

— Possiede il Settore Costadoro?

— No. Il Constellation Club. Lì va gente dà tutto il mondo. Venti complessi ogni notte, approdo privato per spaziolance…

— Perché diamine — disse Jase con voce inespressiva — vuoi che parli con un musicista?

Jeri si bloccò. Inspirò a fondo e deglutì. — Musicista. — Trasse un altro respiro profondo. Poi si diede qualche colpetto sull’orecchio. — Suoni. — Per un attimo Jase si chiese se a Jeri non si fosse inceppata la lingua. Poi l’altro divenne freddamente loquace. — Sono il vostro direttore di riabilitazione. Per detenuti da reinserire nella società terrestre. Sulla Terra ci sono rumori. Quassù non ce ne sono.

“A parte i tuoi”, pensò Jase.

— Sidney Halleck ha compiuto per conto di commissioni governative alcuni studi relativi all’effetto del rumore di fondo sui lavoratori in ogni tipo di ambiente. Secondo la sua teoria, la mancanza di rumori naturali e familiari è debilitante quanto la presenza di rumori troppo intensi e diversificati. Secondo la mia, il brusco passaggio dal silenzio quasi totale di Averno al caos auricolare del…

— Al che cosa?

Jeri sospirò. — Il frastuono della Terra potrebbe contribuire al senso di isolamento e di emarginazione sociale che provano gli ex-detenuti. Averno ha solo 50 anni. La maggior parte degli exdetenuti erano stati allontanati dalla Terra per motivi gravi, e sono rimasti qui mediamente per 30 anni. Riceviamo solo adesso la prima ondata delle analisi del nostro programma di riabilitazione.